Gli inglesi ieri hanno scelto quello che hanno sempre pensato ed
allora perché tanta sorpresa?
Non è facile
ragionare da inglese perché quel popolo ci è vicino, ma le nostre
storie sono state più diverse che simili.
Però non è così
difficile e quindi il pianto greco e la grande sorpresa seguite alla
loro scelta di uscire dalla Unione Europea ,mi lasciano parecchio
perplesso, perché mi sembra che con la scelta di ieri gli inglesi
abbiano solo formalizzato quello che hanno sempre pensato.
Il 52% di loro ha
votato “leave” perché desideravano con trasparenza farci capire
appunto quello che hanno sempre pensato.
“matter of
heart” e non “matter of economy”
Questi sono coloro
che i commentatori della BBC dicevano che avrebbero inteso quel
referendum come “matter of heart” e non “matter of economy”.
Al 48% che ha
votato “remain” a parte i più giovani che spero abbiano votato
così per idealismo, appartengono invece coloro che vedevano quel
medesimo referendum come “matter of economy”.
Francamente tendo a
stimare più i primi dei secondi, perché i secondi, lasciate che mi
esprima crudamente, “volevano fregarci” e noi ,chissà perché,
stavamo al gioco.
I governi inglesi
non hanno mai nascosto di intendere l'Unione Europea come una
semplice “unione doganale”, che consentisse a loro di esportare
in tutti paesi dell'Unione senza barriere doganali e viceversa.
Questo però non era
il primo obiettivo del Regno Unito, era tutt'al più il secondo,
perché il primo obiettivo al quale sacrificavano tutto era invece
conservare il ruolo del Regno Unito come capitale della finanza.
Abbiamo
tollerato da decenni che l'Inghilterra fosse una specie di paradiso
fiscale che ci sottraeva risorse attirando contribuenti
L'economia inglese
non è più da tempo basata sulla produzione industriale, ma è
un'economia di servizi ed in particolare di servizi finanziari.
Questo concetto è
sicuramente difficile da far capire alla gran parte dei nostri
connazionali ,che quando si parla di finanza, intendono banche, e
quando si parla di banche intendono sportelli con gente che fa la
fila per fare cose che ormai si possono fare tutte da casa o da
ufficio usando il web.
Quel tipo di banca è
finito, ma non è finita la finanza che è invece floridissima,
perché vive non sugli sportelli, ma di erogazione di servizi
finanziari il che significa proporre e gestire investimenti per conto
dei clienti, che siano stati, privati o società commerciali.
L'Inghilterra
non produce più tessuti e automobili, ma “prodotti e servizi
finanziari”, molto, anzi troppo convenienti
L'Inghilterra non
produce più tessuti o automobili, “produce” cioè offre servizi
finanziari, che piazza sul mercato a condizioni più vantaggiose di
altri.
E qui siamo al
dunque ed alla ragione per la quale mi sono lasciato andare sopra a
quel termine un po' sbrigativo e per niente inglese.
Sembra infatti che
quei servizi siano offerti a condizioni “troppo” più convenienti
di quelli degli altri paesi europei continentali, al punto da aver
fatto diventare il Regno Unito un'enorme “paradiso fiscale”
,formalmente legale e riverito.
Come mai l'amico di
Renzi ,Marchionne ha scelto l'Inghilterra per farci la sede legale
della sua industria?
E come lui un
codazzo a non finire di altri industriali italiani europei ed
americani.
Come mai i Vip dello
sport, dell'arte, del cinema eccetera hanno stabilito la loro
residenza a Londra su suggerimento dei loro commercialisti?
Far pagare
meno tasse è un richiamo irresistibile, ma il conto lo paghiamo noi
Venite da noi che vi
faremo pagare meno tasse, è un richiamo irresistibile.
Ma ha un senso che
gli altri 27 paesi dell'Unione Europea diano il loro assenso a un
andazzo di questo genere, che porta un sacco di soggetti fiscali a
non pagare in gran parte le tasse in Italia, Germania, Francia,
Spagna eccetera per pagarne di meno a Londra col consenso di tutti?
Per di più la
Commissione Europea ha come presidente Jean Claude Yunker ,il
simpatico ex premier del Lussemburgo ,che campa da decenni facendo il
medesimo giochetto.
Venite da noi che vi
facciamo con poca spesa un bel “trust”, lo chiamiamo tanto per
dire un nome “Eucalipto”e dal momento della firma che ha fatto
nascere Eucalipto, i vostri appartamenti, auto, eccetera non
compariranno all'agenzia delle entrate come intestate a voi, Signor
Rossi, ma a una
fantomatica società
lussemburghese Eucalipto, che pagherà poche tasse in Lussemburgo.
Con questo andazzo è
vero o non è vero che ci siamo lasciati “fregare” da gente
evidentemente più furba di noi, perché la “fregatura” è
incontestabile, ma è anche perfettamente legale.
Ma questa è
l'Europa come è ggi e come era ieri, e che quindi , al di là della
retorica ,non è affatto un gran che.
Vediamola in
positivo.
L'Unione
Europea è materia di alta politica non di bassa finanza
L'Unione Europea ha
dato l'abolizione delle frontiere e l'Euro a paesi che nei secoli si
erano combattuti in continuazioni con le armi e con i dazi doganali.
E' quindi un
obiettivo senz'altro di “alta politica”, ma è un gigante coi
piedi di argilla se non acquisisce una politica fiscale unica che
spazzi via i giochetti che si sono sopra accennati lasciando che ogni
stato ci lucri sopra a danno dei partner, una forza militare unica,
una politica estera unica, un parlamento unico e un governo federale
unico,
Fantascienza dicono
in molti, ma o ci si impegna per un disegno strategico con quegli
obiettivi, o si gira a vuoto, alla fin fine con vantaggi troppo
limitati.
Blateriamo tanto di
globalizzazione, di modernità, del web che unisce tutto il mondo
come fosse un unico paese, ma siamo spaventosamente “provinciali”
quando torniamo a idealizzare le “piccole patrie”, le “identità”
e via straparlando.
Gli americani
ci considerano un po tonti per non avere ancora fatto un solo stato
federale per contare qualcosa
Sono anni ,se non
decenni, che per esempio i più noti opinionisti di uno dei giornali
internazionali più letti nel mondo, il New York Times si domandano
come mai gli Europei non siano ancora riusciti a capire quello che
gli stati americani hanno capito nel '700 e cioè che o si arriva a
uno stato federale o non si conta un bel niente nel mondo.
Soffriamo di
provincialismo culturale, non c'è dubbio.
Ora gli inglesi ci
hanno dato finalmente la sveglia.
Non mi sfugge certo
che quei simpatici 52% che hanno votato “by heart” attanagliati
dal richiamo insulare della “piccola patria” sono stati nei
nostri confronti più onesti e trasparenti degli altri, ma
indubbiamente si sono dati una bella zappata sui piedi, perché così
hanno cancellato il “vantaggio competitivo” fiscale che “fregava”
noi, ma faceva campare piuttosto bene loro.
Ma questi adesso
sono fatti loro.
L'Italia
rischia, grazie all'immobilismo di Renzi sul debito pubblico
Noi italiani non
dovremmo essere trascinati in nulla di apocalittico, ma di rischi ne
corriamo e di molto seri a causa di quel benedetto Renzi che in due
anni di governo non ha alzato letteralmente un dito per far diminuire
il macigno del debito pubblico che in questi casi di turbolenze sui
mercati ci espone come anello debole della catena alla mercè della
peggiore speculazione internazionale.
Glielo aveva messo
per iscritto Carlo Cottarelli Direttore del settore debito pubblico
del Fondo Monetario Internazionale, assunto da Renzi per fargli
proposte, ma forse non ha avuto tempo di leggere il rapporto di
Cottarelli.
Se “qualcuno” di
quelli che contano nella finanza internazionale si mette a vendere
titoli italiani a man bassa si va verso il precipizio se Draghi da
Francoforte non para il colpo comprando lui, senza far fare alla
Banca Europea un grande affare.
Speriamo bene, ma
cerchiamoci anche un premier con qualche nozione di economia e
finanza.
Luigi di Maio ha
fatto qualche esame di economia? Se non ne ha fatti frequenti dei
corsi serali, ma faccia in fretta.
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