venerdì 24 giugno 2016

Con il Brexit è finita una grande ipocrisia, ora tutto va ridiscusso in Europa




Gli inglesi ieri hanno scelto quello che hanno sempre pensato ed allora perché tanta sorpresa?
Non è facile ragionare da inglese perché quel popolo ci è vicino, ma le nostre storie sono state più diverse che simili.
Però non è così difficile e quindi il pianto greco e la grande sorpresa seguite alla loro scelta di uscire dalla Unione Europea ,mi lasciano parecchio perplesso, perché mi sembra che con la scelta di ieri gli inglesi abbiano solo formalizzato quello che hanno sempre pensato.
Il 52% di loro ha votato “leave” perché desideravano con trasparenza farci capire appunto quello che hanno sempre pensato.

matter of heart” e non “matter of economy”
Questi sono coloro che i commentatori della BBC dicevano che avrebbero inteso quel referendum come “matter of heart” e non “matter of economy”.
Al 48% che ha votato “remain” a parte i più giovani che spero abbiano votato così per idealismo, appartengono invece coloro che vedevano quel medesimo referendum come “matter of economy”.
Francamente tendo a stimare più i primi dei secondi, perché i secondi, lasciate che mi esprima crudamente, “volevano fregarci” e noi ,chissà perché, stavamo al gioco.
I governi inglesi non hanno mai nascosto di intendere l'Unione Europea come una semplice “unione doganale”, che consentisse a loro di esportare in tutti paesi dell'Unione senza barriere doganali e viceversa.
Questo però non era il primo obiettivo del Regno Unito, era tutt'al più il secondo, perché il primo obiettivo al quale sacrificavano tutto era invece conservare il ruolo del Regno Unito come capitale della finanza.

Abbiamo tollerato da decenni che l'Inghilterra fosse una specie di paradiso fiscale che ci sottraeva risorse attirando contribuenti
L'economia inglese non è più da tempo basata sulla produzione industriale, ma è un'economia di servizi ed in particolare di servizi finanziari.
Questo concetto è sicuramente difficile da far capire alla gran parte dei nostri connazionali ,che quando si parla di finanza, intendono banche, e quando si parla di banche intendono sportelli con gente che fa la fila per fare cose che ormai si possono fare tutte da casa o da ufficio usando il web.
Quel tipo di banca è finito, ma non è finita la finanza che è invece floridissima, perché vive non sugli sportelli, ma di erogazione di servizi finanziari il che significa proporre e gestire investimenti per conto dei clienti, che siano stati, privati o società commerciali.

L'Inghilterra non produce più tessuti e automobili, ma “prodotti e servizi finanziari”, molto, anzi troppo convenienti
L'Inghilterra non produce più tessuti o automobili, “produce” cioè offre servizi finanziari, che piazza sul mercato a condizioni più vantaggiose di altri.
E qui siamo al dunque ed alla ragione per la quale mi sono lasciato andare sopra a quel termine un po' sbrigativo e per niente inglese.
Sembra infatti che quei servizi siano offerti a condizioni “troppo” più convenienti di quelli degli altri paesi europei continentali, al punto da aver fatto diventare il Regno Unito un'enorme “paradiso fiscale” ,formalmente legale e riverito.
Come mai l'amico di Renzi ,Marchionne ha scelto l'Inghilterra per farci la sede legale della sua industria?
E come lui un codazzo a non finire di altri industriali italiani europei ed americani.
Come mai i Vip dello sport, dell'arte, del cinema eccetera hanno stabilito la loro residenza a Londra su suggerimento dei loro commercialisti?

Far pagare meno tasse è un richiamo irresistibile, ma il conto lo paghiamo noi
Venite da noi che vi faremo pagare meno tasse, è un richiamo irresistibile.
Ma ha un senso che gli altri 27 paesi dell'Unione Europea diano il loro assenso a un andazzo di questo genere, che porta un sacco di soggetti fiscali a non pagare in gran parte le tasse in Italia, Germania, Francia, Spagna eccetera per pagarne di meno a Londra col consenso di tutti?
Per di più la Commissione Europea ha come presidente Jean Claude Yunker ,il simpatico ex premier del Lussemburgo ,che campa da decenni facendo il medesimo giochetto.
Venite da noi che vi facciamo con poca spesa un bel “trust”, lo chiamiamo tanto per dire un nome “Eucalipto”e dal momento della firma che ha fatto nascere Eucalipto, i vostri appartamenti, auto, eccetera non compariranno all'agenzia delle entrate come intestate a voi, Signor Rossi, ma a una
fantomatica società lussemburghese Eucalipto, che pagherà poche tasse in Lussemburgo.
Con questo andazzo è vero o non è vero che ci siamo lasciati “fregare” da gente evidentemente più furba di noi, perché la “fregatura” è incontestabile, ma è anche perfettamente legale.
Ma questa è l'Europa come è ggi e come era ieri, e che quindi , al di là della retorica ,non è affatto un gran che.
Vediamola in positivo.

L'Unione Europea è materia di alta politica non di bassa finanza
L'Unione Europea ha dato l'abolizione delle frontiere e l'Euro a paesi che nei secoli si erano combattuti in continuazioni con le armi e con i dazi doganali.
E' quindi un obiettivo senz'altro di “alta politica”, ma è un gigante coi piedi di argilla se non acquisisce una politica fiscale unica che spazzi via i giochetti che si sono sopra accennati lasciando che ogni stato ci lucri sopra a danno dei partner, una forza militare unica, una politica estera unica, un parlamento unico e un governo federale unico,
Fantascienza dicono in molti, ma o ci si impegna per un disegno strategico con quegli obiettivi, o si gira a vuoto, alla fin fine con vantaggi troppo limitati.
Blateriamo tanto di globalizzazione, di modernità, del web che unisce tutto il mondo come fosse un unico paese, ma siamo spaventosamente “provinciali” quando torniamo a idealizzare le “piccole patrie”, le “identità” e via straparlando.

Gli americani ci considerano un po tonti per non avere ancora fatto un solo stato federale per contare qualcosa
Sono anni ,se non decenni, che per esempio i più noti opinionisti di uno dei giornali internazionali più letti nel mondo, il New York Times si domandano come mai gli Europei non siano ancora riusciti a capire quello che gli stati americani hanno capito nel '700 e cioè che o si arriva a uno stato federale o non si conta un bel niente nel mondo.
Soffriamo di provincialismo culturale, non c'è dubbio.
Ora gli inglesi ci hanno dato finalmente la sveglia.
Non mi sfugge certo che quei simpatici 52% che hanno votato “by heart” attanagliati dal richiamo insulare della “piccola patria” sono stati nei nostri confronti più onesti e trasparenti degli altri, ma indubbiamente si sono dati una bella zappata sui piedi, perché così hanno cancellato il “vantaggio competitivo” fiscale che “fregava” noi, ma faceva campare piuttosto bene loro.
Ma questi adesso sono fatti loro.

L'Italia rischia, grazie all'immobilismo di Renzi sul debito pubblico
Noi italiani non dovremmo essere trascinati in nulla di apocalittico, ma di rischi ne corriamo e di molto seri a causa di quel benedetto Renzi che in due anni di governo non ha alzato letteralmente un dito per far diminuire il macigno del debito pubblico che in questi casi di turbolenze sui mercati ci espone come anello debole della catena alla mercè della peggiore speculazione internazionale.
Glielo aveva messo per iscritto Carlo Cottarelli Direttore del settore debito pubblico del Fondo Monetario Internazionale, assunto da Renzi per fargli proposte, ma forse non ha avuto tempo di leggere il rapporto di Cottarelli.
Se “qualcuno” di quelli che contano nella finanza internazionale si mette a vendere titoli italiani a man bassa si va verso il precipizio se Draghi da Francoforte non para il colpo comprando lui, senza far fare alla Banca Europea un grande affare.
Speriamo bene, ma cerchiamoci anche un premier con qualche nozione di economia e finanza.
Luigi di Maio ha fatto qualche esame di economia? Se non ne ha fatti frequenti dei corsi serali, ma faccia in fretta.




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