testo
inglese alla fine
Dopo avere suggerito
la lettura del saggio del Prof Merlo, storico medievalista della
Statale di Milano, sulle streghe era giocoforza allargare il campo
visuale all’altro saggio che il medesimo autore ha dedicato ad un
argomento collegato strettamente col primo e cioè quello delle
eresie medievali.
E’ noto che in
Italia ma non solo i fedeli cattolici rimasti da sempre non sentono
alcuna necessità di approfondire le basi teorico – culturali della
loro religione e quindi sanno poco o niente di storia della chiesa.
Di conseguenza
sarebbe sorprendente per loro scoprire che quello che loro pensano
quando riflettono un po sui mali e le magagne della chiesa di oggi,
coincide spesso perfettamente con quello che otto o nove secoli fa i
così detti “eretici” pensavano con tanta convinzione da
scegliere di finire sul rogo piuttosto che abiurare a quelle loro
medesime idee, che chiaramente prendevano maledettamente sul serio.
Probabilmente chi
non ha mai studiato nulla sull’argomento è convinto che le eresie
consistessero in accese discussioni su alcuni dogmi adducendo
argomentazioni astruse.
Non è così, anche
se qualcosa del genere c’era ma non era quello che contava, cioè
non era questa la ragione vera per la quale gli eretici erano
qualificati come tali.
Il Prof. Merlo in
questo libro come in quello sulle streghe chiarisce che la lotta
feroce che la Chiesa ha condotto contro i presunti eretici era basata
su molto più concrete ragioni di potere , cioè di politica e non di
pensiero o di religione e non da dispute teologiche.
Queste c’erano ma
erano la foglia di fico che nascondeva una realtà che era altra.
Ancora e sempre da
allora ad oggi a guidare il gioco erano soldi sesso e potere, altro
che la Santissima Trinità.
Belle le storie che
ci vengono narrate in questo agile libretto ,quelle di Pierre de
Bruis, del Monaco Enrico. di Arnaldo da Brescia, dei Catari o
Albigesi, di Pietro Valdo di Lione, di Ugo Speroni, degli
amalriciani, di Giovanni di Ronco, di Gherardo Segarelli, Armanno
Pungilupo, Guglielma la Boema per finire con Fra Dolcino da Novara.
Tutti nomi finiti
purtroppo nel dimenticatoio salvo i due movimenti presunti
ereticali che hanno più attecchito e che si sono più diffusi nel
1100 e nel secolo successivo cioè quelli dei Catari
e quello dei Valdesi, durati questi ultimi abbastanza
da poter confluire secoli dopo nella Riforma
Protestante e tuttora vivo e vegeto se pure nei limiti
che nei quali la secolarizzazione ha ridimensionato le religioni.
A chi volesse
approfondire l’argomento sopratutto sui Catari o Albigesi,
consiglierei la lettura illuminante del libro che ha portato
finalmente a un successo anche di vendite il nuovo modo di scrivere
la storia di storici come il francese Jaques Le Goff a cominciare da
“Montaillou Catari e cattolici in un villaggio francese” ma poi
tutta la produzione dello stesso autore.
Tutti questi
movimenti dal più minuto al più consistente come seguito,
rappresentavano un po' l’esplosione del malcontento nei confronti
di un clero che non si mostrava per niente degno, e comunque
lontanissimo dal messaggio evangelico.
Insomma il
popolo cristiano aveva già formulato dentro di sé gran parte delle
famose 95 tesi che Lutero apporrà ben quattro secoli dopo sulla
porta della cattedrale di Wittemberg dando vita alla Riforma
Protestante.
Comportamenti
simoniaci,vita nel lusso guidati dalla ricerca di denari,
sfruttamento delle funzioni ecclesiastiche per far soldi, vita
privata dissoluta da parte di gran parte dei chierici, nessun a poco
interesse per l’espletamento della loro missione eccetera eccetera.
Dalla reazione alla
vita indegna di gran parte del clero incompatibile con la loro
missione e i loro voti, si arrivava a sognare il ritorno ai tempi dei
primi cristiani, quando la chiesa era una comunità di fratelli che
si aiutavano fra di loro e le funzioni di guida erano poco o niente
strutturate in gerarchie istituzionalizzate.
Dove la sorgente e
il fondamento della fede era il messaggio lasciato da Gesù senza
bisogno di dogmi e di interpretazioni, cioè quel modo di pensare e
di essere cristiani che di lì a poco frate Francesco testimonierà :
la ricerca del Vangelo “sine glossa”, senza interpretazioni più
o meno capziose, per farlo girare dalla propria parte a difesa dei
propri interessi e sopratutto degli interessi costituiti delle classi
che detenevano il potere civile ed ecclesiastico.
Molti dei
movimenti “ereticali” del Medioevo arrivavano a negare del tutto
la necessità e l’utilità di una mediazione da parte di un
qualsiasi sacerdozio, immaginiamoci poi da parte di una chiesa
istituzionalizzata e gerarchizzata in combutta e a sostegno del
potere politico.
A leggere di
questi personaggi per lo più del tutti sconosciuti viene però da
dirsi, ma questa è storia medievale lontana o è storia di oggi ?
Non siamo forse
ancora più o meno sostanzialmente allo stesso punto se pensiamo
all’esistenza dello IOR cioè una banca vaticana che non si capisce
cosa centri mai col messaggio di Gesù.
Fosse solo quello,
andrebbe ancora bene, ma poi simonia, carrierismo, pederastia, sesso
soldi e potere sembrano essere le principali occupazioni di non pochi
componenti della curia romana anche di primissimo piano, è cronaca
quotidiana di oggi.
A quei poveri illusi
fra i fedeli rimasti che si beano affermando, ma la chiesa è durata
due mila anni,e questa sarebbe la prova della sua bontà e che non
hanno il coraggio di farsi passare il libro nero della storia della
chiesa, mi chiedo, ma chi sono i veri vincitori alla prova della
storia della storia?
Dalla lettura di
libri come questo del Prof.Merlo mi sembra che coloro le cui vite ci
vengono narrate e che sono finiti sul rogo, sono stati quelli che il
potere ha sopraffatto novecento anni fa pensando di averli condannati
all’oblio.
Ma non è andata
così.
I veri vincitori
della storia sono loro perché le idee per le quali hanno
addirittura sacrificato la vita, sono ancora le idee che sono alla
base della nostra cultura della modernità e dei diritti umani e i
veri perdenti sono quelli che allora formalmente hanno vinto.
La chiesa gerarchica
e istituzionale che allora li ha mandati sul rogo perché non sapeva
contrastare le loro idee in modi più civili e cioè contrapponendo
ragionamento a ragionamento, oggi è ancora viva oggi formalmente è
vero.
Ma in che condizioni
?
Se non si contano
nemmeno più i casi di abusi sessuali da parte del clero e se l’Obolo
di San Pietro viene usato per fare speculazioni finanziarie quando
non è sperperato da faccendieri in gonnella?
E quel papa
Francesco che si bea d’avere scelto perfino nel nome l’ideale di
Frate Francesco e non sa o non vuole affatto liberarsi del potere
temporale dei soldi e degli apparati di potere , non si renderà
conto che anche uno dei più grandi santi della sua chiesa proprio
Francesco d’Assisi al di là della retorica pauperistica che tutti
conosciamo è proprio lui il grande perdente di questa storia?
San Francesco è una
figura singolare perché pur non essendo affatto un santo che la
gente invoca per andare a chiedergli favori e miracoli come capita
quotidianamente al suo confratello Sant’Antonio da Padova che
secondo le statistiche è in assoluto il più gettonato, è
universalmente ritenuto forse l’unico santo autentico per la
coerenza e la radicalità della sua vita.
Eppure Francesco
è vero ha fatto di tutto per realizzare il suo sogno di testimoniare
uno stile di vita autenticamente evangelico, ma poi alla fine si è
lasciato irretire dalla tela tessuta dalla chiesa istituzionale che
aveva il solo e solito scopo di “normalizzare” il movimento
francescano, castrandone la spinta sperimentalista al di fuori delle
gerarchie e istituzioni in gran pare corrotte ieri come oggi, è lui
il simbolo dei veri sconfitti.
Gli storici lo sanno
benissimo, come Francesco ha accettato l’imposizione della “regola”
rivista e corretta dalle gerarchie papali il francescanesimo è
diventato un’altra cosa e Francesco ha perso la sua battaglia.
Lo stesso ci
racconta il Prof. Merlo è capitato con i movimenti presunti
ereticali descritti nel libro del quale stiamo parlando.
La Chiesa ha fatto
di tutto per “normalizzarli” inserendo i suoi membri ai quali
riusciva a fare il lavaggio del cervello in uno dei due ordini
mendicanti ufficiali del tempo Francescani e Domenicani.
Si poteva essere
pauperisti per la gerarchia della chiesa, ma solo ben inquadrati nei
movimenti pauperisti ufficiali, che accettavano la sottomissione alla
gerarchia medesima, cioè rinunciavano a pensare con la loro testa.
E naturalmente
dovevano far finta di non vedere le vergogne dell’alto clero.
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"Heretics
and medieval heresies" of Grado Giovanni Merlo
review
After
having suggested the reading of the essay by Prof Merlo, a
medievalist historian of the State of Milan, on witches it was
necessary to widen the field of vision to the other wise man than the
same author dedicated to a topic closely connected with the first,
namely that of heresies
medieval.
It
is known that in Italy but not only the Catholic faithful who have
always remained do not feel any need to deepen the theoretical -
cultural foundations of their religion and therefore know little or
nothing about history of the church.
Consequently
it would be surprising for them to find out what they think when
reflect
a little on the evils and flaws of the church today, often coincides
perfectly with
what
eight or nine centuries ago the so-called "heretics"
thought with such conviction from
choose
to end up at the stake rather than abjure their very ideas, which
clearly
they
took damn seriously.
Probably
those who have never studied anything on the subject are convinced
that the heresies consisted of heated discussions on some dogmas by
giving abstruse arguments.
Not
so, even if there was something like that but it wasn't what
mattered, that is, it wasn't this
the
real reason why heretics were qualified as such.
Prof.
Merlo in this book as in the one on witches makes it clear that the
fierce struggle that the
Church
led against alleged heretics was based on much more concrete reasons
than
power,
that is, of politics and not of thought or religion and not of
theological disputes.
These
were there but they were the fig leaf that hid a reality that was
another.
Again
and always from then to today to guide the game was money, sex and
power, other than the
Holy
Trinity.
The
stories that are told in this agile libretto, those of Pierre de
Bruis, of Monaco, are beautiful
Enrico. by
Arnaldo da Brescia, by the Cathars or Albigensians, by Pietro Valdo
di Lione, by Ugo Speroni, by the amalriciani, by Giovanni di Ronco,
by Gherardo Segarelli, Armanno Pungilupo, Guglielma la Boema to
finish with Fra Dolcino da Novara.
All
names unfortunately ended up in oblivion except for the two alleged
heretical movements that they have taken root more and that they have
spread more in 1100 and in the following century that is those of the
Cathars and that of the Waldensians, the latter lasted long enough to
be able to merge centuries later in
the Protestant Reformation and
still alive and well, albeit within the limits that the
secularization has debunked religions.
For
those wishing to deepen the subject especially on the Cathars or
Albigensians, I would recommend reading illuminating the book that
finally led to a sales success also the new way of
to
write the history of historians such as the French Jaques Le Goff
starting with “Montaillou Catari and Catholics in a French village
”but then all the production of the same author.
All
these movements from the smallest to the most consistent as a sequel,
represented a
little
bit the explosion of discontent towards a clergy who did not show
themselves at all
worthy,
and in any case very far from the Gospel message.
In
short, the Christian people had already formulated within themselves
most of the famous 95 theses which Luther placed four centuries later
on the door of the cathedral of Wittemberg giving life to the
Protestant Reformation.
Simoniacal
behaviors, life in luxury guided by the search for money,
exploitation of functions
ecclesiastics
to make money, dissolute private life on the part of most of the
clerics, no by little
interest
in carrying out their mission, etc., etc.
From
the reaction to the unworthy life of a large part of the clergy
incompatible with their mission and theirs votes, we came to dream of
returning to the times of the first Christians, when the church was a
community
of
brothers who helped each other and the leadership functions were
little or nothing structured in
institutionalized
hierarchies.
Where
the source and foundation of faith was the message left by Jesus
without the need for
dogmas
and interpretations, that is, that way of thinking and being
Christians that a little later a brother Francis will testify: the
search for the Gospel "sine glossa", without more or less
interpretations specious, to make it turn on its side in defense of
its interests and above all of the interests constituted of the
classes that held the civil and ecclesiastical power.
Many
of the "heretical" movements of the Middle Ages went so far
as to deny the necessity altogether the usefulness of mediation on
the part of any priesthood, let's imagine then on the part of an
institutionalized and hierarchical church in league and in support of
political power.
To
read about these mostly unknown characters, however, one must say,
but this is it
distant
medieval history or is it today's history?
We
are perhaps not even more or less substantially at the same point if
we think about existence
of
the IOR, that is a Vatican bank that does not understand what ever
centers with the message of Jesus.
If
only that, it would still be fine, but then simony, careerism,
pederasty, money and sex
power
seem to be the main occupations of quite a few components of the
Roman curia too
of
the highest order, it is daily news today.
To
those poor deluded among the remaining faithful who blessed
themselves by affirming, but the church lasted two thousand
years,
and this would be proof of his goodness and that they do not have the
courage to pass the book black history of the church, I wonder, but
who are the real winners to the test of the history of
history?
From
reading books like this by Prof. Merlo it seems to me that those
whose lives come to us
narrated
and who ended up at the stake, were the ones that power overwhelmed
nine hundred years he does thinking he has condemned them to
oblivion.
But
it didn't happen that way.
The
real winners of history are them because the ideas for which
they even sacrificed the
life,
are still the ideas that are the basis of our culture of modernity
and human rights e
the
real losers are those who then formally won.
The
hierarchical and institutional church that then sent them to the
stake because it did not know how to fight their ideas in more
civilized ways, that is, by contrasting reasoning with reasoning, it
still is today alive today formally it is true.
But
under what conditions?
If
the cases of sexual abuse by the clergy are no longer counted and if
the Pence of St. Peter
is
it used for financial speculation when not squandered by skirt-clad
fixers?
And
that Pope Francis who is happy to have chosen even in the name the
ideal of Brother Francis and not he knows or doesn't want to get rid
of the temporal power of money and power apparatuses at all, yes he
will realize that even one of the greatest saints of his church is
Francis of Assisi on the other side beyond the pauperistic rhetoric
we all know, is he really the big loser of this story?
St.
Francis is a singular figure because although he is not at all a
saint that people invoke
to
go and ask him for favors and miracles as happens every day to his
brother
Sant'Antonio
da Padova, who according to statistics is the most popular by far, is
universally known
considered
perhaps the only authentic saint for the coherence and radicality of
his life.
Yet
Francesco it is true he did everything to realize his dream of
witnessing a style
authentically
evangelical life, but then in the end he let himself be ensnared by
the cloth woven by institutional church which had the sole and usual
purpose of "normalizing" the movement Franciscan,
castrating the experimentalist thrust outside the hierarchies and
institutions in much seems corrupt yesterday as today, he is the
symbol of the real losers.
Historians
know this very well, as Francis accepted the imposition of the
revised "rule" and
corrected
by the papal hierarchies, Franciscanism has become something else and
Francis has lost his battle.
Prof.
Merlo tells us the same happened with the alleged heretical movements
described in the book
we
are talking about.
The
Church did everything to normalize them by including its members to
whom il was able to do the brainwashing in one of the two official
Franciscan mendicant orders of the time
Dominicans.
One
could be pauperistic for the church hierarchy, but only well framed
in the movements
official
pauperists, who accepted submission to the hierarchy itself, that is,
they renounced
think
for themselves.
And
of course they had to pretend not to see the shame of the high
clergy.