domenica 26 marzo 2023

Emanuel Pietrobon : Zelenskij Storia dell’uomo che ha cambiato (per sempre) il modo di fare la guerra. Prefazione di Salvatore Santangelo – Editore Castelvecchi – recensione

 




Ormai in libreria si possono trovare diverse biografie di Volodymyr Zelenskij, alla voce di Wikipedia definito : attore,regista,sceneggiatore e comico ucraino,sesto e attuale presidente dell’Ucraina dal maggio 2019.

Ma questa non è una biografia di Zelenskij, è ben altro, ma di definizione decisamente complessa.

Psicologia delle folle, geopolitica, tecniche di comunicazione politica tramite media tradizionali e social media, teorie degli scenari di guerra, intelligence e servizi segreti e altro ancora.

Per l’ennesima volta veniamo quindi a constatare che alcuni dei fenomeni che oggi più impattano sulle nostre vite, purtroppo per noi, non rientrano in alcuna delle materie che si insegnano a scuola, per istruiti che possiamo essere.

Per la ragione che sono fenomeni per loro natura prettamente interdisciplinari.

E questo di per sé complica ulteriormente le possibilità di comprensione dei fatti che si analizzano perché se per capirli occorre la competenza in diverse discipline, nemmeno l’accademico in un solo campo ha competenza sufficiente per padroneggiarli.

Ma non spaventiamoci, anche se questo di Pietrobon è uno dei primissimi manuali sull’argomento nel suo complesso, esiste, è scritto in modo molto comprensibile e ha l’ulteriore enorme vantaggio di essere conciso ,120 pagine in tutto.

Quindi è altamente consigliato, procurarselo e leggerselo.

Se il saggio di Pietrobon sulla guerra ibrida ,del quale avevamo parlato alcuni giorni fa ,già era abbastanza allarmante, questo è ancora più crudo.

Nell’ultima pagina di copertina troviamo scritto Zelenskij : “è colui che ha trasformato la comunicazione in un arma letale quanto i carri armati”.

Un qualunque nostro connazionale potrebbe dire : è tutto qui? Ma noi non abbiamo ben conosciuto personaggi molto simili, da Silvio Berlusconi a Beppe Grippo, deiquale abbiamo parlato e straparlato come icone del “grande comunicatore”, capace di usare le tecniche raffinate del marketing e della pubblicità commerciale per far nascere movimenti politici nuovi populisti e anti-sistema.

Vero, anche le esperienze di Berlusconi e di Grippo sono state molto singolari, ma attenzione, perchè le differenze sono enormi per almeno due ragioni.

Prima di tutto nel caso di Zelenskij stiamo parlando di tecniche applicate non solo alla politica ma alla guerra che è ben altra cosa.

E poi ai tempi della “discesa in campo” di Berlusconi non esistevano né i “social network”, nè l’intelligenza artificiale ,con la la loro enorme potenza nel raccogliere ed elaborare dati.

E con Beppe Grippo aravamo appena alla prima comparsa di questi mezzi.

Non a caso gli esperti di informatica ci dicono oggi, senza possibilità di smentita, che i detentori di quei dati sono in grado di conoscerci meglio di quanto noi ,crediamo di conoscere noi stessi.

E’ con queste armi strapotenti che Zelenskij sta combattendo le sue battaglie e quindi è unico nella storia, per il semplice fatto che prima di lui non esistevano nemmeno.

Il caso di Zelenskij è un unicum anche perché si inserisce in un altro scenario inedito, nel senso che è l’applicazione delle tecniche che abbiamo accennato sopra non a una guerra tradizionale ,ma a quella che si dice, nel caso ucraino ,una “proxy war”, cioè una guerra per procura, combattuta fra le potenze che aspirano alla leadership geopolitica mondiale.

La conseguenza è che queste ,per la prima volta nella storia, usano le agenzie di intelligence ,delle quali dispongono ,in un modo molto diverso da quello tradizionale, nel senso che, per farla breve, coordinano in modo, solo parzialmente coperto, l’enorme potenza dei dati posseduti dai giganti tecnologici ,che sono soggetti formalmente privati e che quindi nulla dovrebbero centrare con la gestione della politica internazionale degli stati e meno che meno nel caso di vicende belliche se pure per procura.

Procura che poi ha lo sostanza della foglia di fico.

L’uso per la prima volta nella storia di queste enormi potenzialità conduce purtroppo vicino a scenari tipo quelli delineati dal genio predittivo di Georg Orwell dal “grande fratello” descritto in “1984” alla fattoria degli animali, dove tutti sono uguali ma qualcuno è più uguale degli altri.

Pietrobon non si fa certo scrupolo di impensierire o spaventare il lettore ,anzi i suoi saggi hanno probabilmente proprio lo scopo di far capire a noi lettori che la situazione è tutt’altro che rosea, che corriamo dei grossi pericoli, ma anche dobbiamo prenderne contezza per non diventare, come dice lui ,“amebe tele- guidate”.

Con questi saggi apprendiamo che qualcuno usa alle nostre spalle tecniche raffinatissime.

Attenzione, alle nostre spalle, ma a nostra insaputa ,solo se scegliamo per conformismo o pigrizia di

farci tele-guidare.

Guerra ibrida, guerra psicologica, guerra mentale, guerra cognitiva, controllo della mente delle masse approfittando della inconsapevolezza dei sentimenti, manipolazione.

Per arrivare dove?

Pietrobon usa addirittura il terribile termine tecnico di “reframing”, cioè “riprogrammazione” del nostro cervello per farci accettare anche cose che prima giudicavamo ripugnanti.

Come? Usando anche le medesime tecniche della pubblicità commerciale :

-confezionamento di contenuti accattivanti

o tecniche tipiche della guerra psicologica

- demonizzazione del nemico

-distruzione della reputazione del nemico

-uso di un linguaggio emotivo di forte impatto

-”astroturfing” far sembrare spontaneo un consenso mascherando gli sponsor facendo credere che siano idee nate dal basso usando sondaggi di opinione fasulli ma verosimili.

Non mi inoltro oltre ,ho fatto solo qualche accenno per far capire che Pietrobon non parla in generale ma fa analisi dettagliate.

Come dettagliata è la descrizione della potentissima macchina della propaganda psicologica ,che Pietrobon delinea con numeri semplicemente sconvolgenti tipo 150 agenzie di pubbliche relazioni ,strateghi,lobbisti,consiglieri Cia e Nato ,intelligence ,tutte agenzie che messe insieme e coordinate, come sono, contano su un numero enorme come 250.000 lavoratori, tutti ovviamente di molto elevata qualifica e specializzazione.

I risultati però sono storici, Pietrobon li sintetizza così “fare gli Ucraini”, e per essere più chiari aggiungo in pochissimo tempo.

Libro più che consigliato.





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