lunedì 6 marzo 2023

Andrea Muratore Emanuel Pietrobon : La visione di Orban. Come Fidesz ha cambiato l’Ungheria - Edizioni goWare - recensione

 




Non è un caso che dopo aver recensito il libro di Pietrobon sulla guerra ibrida ho sentito la necessità di prendere in mano questo libro del medesimo autore sulla figura politica di Orban ,il leader dell’Ungheria ,ma prima ancora dell’internazionale conservatrice.

Perchè? Perchè quel precedente libro di Pietrobon è stata per me una pietra miliare interdisciplinare per capire una cosa che è talmente spiacevole da metabolizzare che il nostro ego ci spinge a rifiutarla energicamente in prima lettura.

Si tratta del fatto, ben noto alle neuroscienze ,per cui quello che pensiamo non è realmente il risultato della costruzione culturale ,che nel tempo abbiamo elaborato in piena libertà, ma in gran parte non è farina del nostro sacco, essendo una massa di pregiudizi ,che nel tempo gli strumenti di manipolazione del pensiero, manovrati da potenti forze esterne ,ci hanno indotto a pensare.

Un tempo queste forze erano costituite prevalentemente dalle chiese delle religioni strutturate,oggi molto indebolite ma non certo scomparse, e il potere politico totalitario, oggi, in parte , quelle forze esistono ancora, ma la parte del leone, la fanno le agenzie di intelligence ,della difesa e sicurezza, sopratutto di quelle potenze egemoni, che una volta chiamavamo imperi e che oggi ,sul piano della potenza ,ben poco è cambiato, come narra la geopolitica.

Quella geopolitica che ci fa aprire gli occhi sulla realtà dei rapporti internazionali, mettendoci in guardia dal percolo di berci come verità assoluta, quello che vorrebbe imporci il pensiero unico liberal-progressista, che nasconde il potere della potenza egemone del nostro Occidente.

La medesima geopolitca ,che cerca di farci prendere contezza del fatto che, comunque ognuno la pensi, ci sono fattori ,come quelli che in economia si definiscono “i fondamentali” ,assolutamente reali, materiali e misurabili come la geografia, la demografia, la storia dei popoli, le diverse culture e filosofie dei popoli stessi, che vanno studiati per capire perchè i loro leader perseguono diverse politiche.

Ad esempio, dopo la fine della guerra fredda, gli Usa e i suoi satelliti di fatto chiamati Occidente ,si sono illusi del fatto che il mondo fosse diventato unipolare,interpretando la caduta del comunismo come la vittoria definitiva del liberismo e hanno promosso una nuova era neoimperiale, nascosta sotto il progetto di esportare la democrazia ovunque, e a chiunque, volente o nolente, seguendo il pensiero ,elaborato da Francis Fukuyama in : “La fine della storia e l’ultimo uomo”.

Questa visione, non teneva in alcuna considerazione il fattore geopolitico ,che fa parte dei “fondamentali” , consistente nel fatto che il mondo non si esaurisce in quello che intendiamo per Occidente liberale ,ed anzi al contrario, il nostro Occidente conta per ⅓, mentre il resto del mondo, quasi tutto orientale, conta per ⅔ e la pensa molto diversamente da noi .

Questo “altro mondo” esprime la propria volontà di non desiderare affatto di essere “civilizzato”, acquisendo la nostra filosofia liberal-liberista, centrata sull’individuo, quando le millenarie civiltà alle quale fa riferimento la loro storia, sono fondate su filosofie che privilegiano la comunità sull’individuo.

Situazione che è stata delineata per esempio da Samuel Huntington in : “The clash of civilization and the remaking of the world order”.

In parole povere da una parte c’è la visione di un mondo unipolare a trazione Usa, dall’altra la visione di un mondo multipolare a trazione non solo Usa ma anche di Cina,Russia, India,Brasile ed altre potenze regionali, compresa l’Europa unita ,se esistesse.

In questo secondo schieramento si colloca l’Ungheria di Orban, che è stata demonizzata da una campagna mediatica impressionante, condotta dai democratici americani ,che in Orban hanno visto non tanto la piccola Ungheria, ma uno dei leader più efficaci dello schieramento strategico contrapposto al loro.

Ma davvero Orban sarebbe un clerico oscurantista che predica il ritorno al passato, come viene descritto?

Non sarebbe il caso invece,prima di parlare a volte anche a vanvera, prendendo per oro colato la narrazione, creata dalla Agenzie americane, studiarsi un momentino cosa realmente vuole, non Orban ,ma la grande maggioranza del popolo ungherese ,rivendicando sulla base della sua storia peculiare, quello che ritiene essere suo diritto avere?

Ecco questo è quello che si propone di fare il libro del quale parliamo e che consiglio caldamente di leggere per acquisire le nozioni che servono per giudicare.

Poi ovviamente ognuno può pensarla come crede, ma sulla base della conoscenza di fatti, non delle manipolazioni proventi dal solito egemone di turno.


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