domenica 19 marzo 2023

Sophia Kalantzakos : Terre rare La Cina e la geopolitica dei minerali strategici – Bocconi Editore – recensione




Ci sono libri scritti da accademici su argomenti nettamente di nicchia, che per questa ragione si può essere portati a ritenere poco attraenti, ma che, se si ha la pazienza di affrontarli, si rivelano di enorme interesse.

Questo è senz’altro uno di quelli.

Anche se la materia della quale si parla sembra fatta apposta per irritare il lettore.

Già dovere andare con la memoria ai ricordi scolastici sulla Tavola periodica egli elementi è un colpo basso, se poi veniamo a sapere che stiamo parlando di sostanze scoperte relativamente di recente contrassegnate da un nome completamente esoterico rischiamo il KO.

Ma tutto cambia se si viene ammessi a sapere, che senza di quelle sostanze non si può fare un magnete funzionante ,e cioè un qualunque motore elettrico.

Non si può fare una qualunque batteria da telefonino ,da automobile eccetera.

Per fare i pannelli fotovoltaici ,idem come sopra.

Ciliegina sulla torta, le terre rare sono indispensabili anche per fare i microchip.

In altre parole il nostro mondo moderno non esisterebbe senza quei minerali il cui nome non ci dice assolutamente nulla e se cerchiamo di ricordarcelo possiamo essere sicuri di non riuscirci oltre al giorno dopo.

Va bene, allora, uno può pensare, se sono così importanti che problema è, adesso che conosciamo le loro enormi funzionalità, andiamo a cercare delle miniere con i filoni di Lantanio; Cerio; Praseodinio; Neidimio; Promezio; Samario; Europio; Gadolinio; Terbio; Disprosio; Olmio; Erbio; Tulio; Itterbio; Lutezio.

Errore ! Perché questi minerali ,veniamo a sapere leggendoci questo libro ,non si trovano in filoni come i più familiari ferro, rame, oro eccetera, ma solo mescolati in piccole quantità con altra materia.

E quindi l’estrazione rappresenta solo una piccola fase del procedimento per poterci mettere su le mani, perché poi serve seguire una complessa procedura per isolarli, fra l’altro con grande dispendio di acqua e conseguenze non sempre buone per l’ambiente.

A volte va anche peggio ,perché spesso si trovano mescolate con il torio radioattivo, che non si può buttare in una discarica.

Ecco spiegata allora la denominazione di terre rare.

In assoluto non sono affatto rare, nel senso che si trovano un po’ dappertutto, ma in quantità minime.

Qui nasce un problema gigantesco, perché in quantità significative non si trovano affatto dappertutto, ma sono concentrate in pochissime regioni del mondo, ma per dirla tutta, praticamente si trovano in un solo paese ,che ragionando come ragioniamo noi occidentali ,non va bene affatto.

Evidentemente la natura non distribuisce i minerali seguendo la regola del politicamente corretto, dato che queste benedette terre rare si ostinano ad essere ed a rimanere rigidamente “comuniste”, trovandosi quasi tutte in Cina.

Se vi siete mai chiesto perché gli americani da anni si incaponiscono, in modo quasi paranoico, a dipingere la Cina come il nemico numero uno, penso che adesso lo avete capito.

Per chi detiene il potere negli Usa è inconcepibile che la natura giochi a fare geopolitica sconvolgendo la loro strategia di conservare l’eterna posizione di potenza egemone a livello mondiale, in modo unico.

La loro dottrina strategica infatti aborre la contrapposta visione di un mondo multilaterale.

Dopo aver letto questo libro, che documenta in modo inconfutabile, la questione delle terre rare si capiscono veramente tante cose.

Facciamola breve : quando gli Usa fanno le capriole per evitare che la Cina si mangi Taiwan è per difendere gli ideali di democrazia o in considerazione della sua posizione di produttore privilegiato di chip microelettronico ?

Più d’uno si sarà fatto questa domanda,immagino.

Ora poi che sappiamo che, non solo la Cina detiene i più grandi giacimenti di terre rare del mondo, ma è il paese che ha sviluppato la più efficiente tecnologia metallurgica per lavorarle, forse il dubbio che alla base della quasi paranoia americana nel descrivere al resto del mondo la medesima Cina, come il più grande pericolo sicuritario, ha una base materiale e di geopolitica e cioè di pure considerazioni di potenza, molto più solida, delle considerazioni ideologico-etiche, sulla presunta lotta : democrazie contro autocrazie.

Ma leggiamocelo questo libro perché è illuminante, di lettura scorrevole e sopratutto è documentatissimo.



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