mercoledì 25 ottobre 2023

Amedeo Maddaluno : Geopolitica Storia di un’ ideologia Prefazione di Aldo Giannulli Ed:goWare

 


E’ un vero piacere continuare a imbattersi ,nella ricerca di libri, che valga la pena raccomandare ai lettori, in autori che dimostrano subito di essere giovani talenti, estremamente promettenti, proprio come Amedeo Maddaluno.

Per di più questo autore, con il trattatello del quale stiamo parlando, ha realmente coperto un vuoto, che incredibilmente resisteva da tempo.

Pare impossibile, ma praticamente ,non si trovano trattazioni sistematiche della geopolitica come materia autonoma.

Maddaluno è quindi venuto incontro all’esigenza, che inevitabilmente manifestano i lettori, invasi da analisi di geopolitica ,loro malgrado, a causa delle guerre in corso, di approfondire il discorso ,anche per evitare i perdere tempo, mentre dotandosi degli strumenti necessari si troveranno in grado di separare gli analisti di livello adeguato ,dai soliti tuttologi, che si improvvisano esperti anche di geopolitica, senza averne né le basi né le competenze.

Maddaluno ci ha offerto appunto un trattatello di poco più di 100 pagine, ma vi assicuro ,che pur avendo io ormai masticato geopolitica da un pezzo (come dimostrano le recensioni in materia apparse su questo blog), questo libro l’ho dovuto leggere e riprendere più volte, per metabolizzare la mole di concetti che vi sono esposti.

Su questo libro infatti vediamo esposti ,come si converrebbe in un manuale universitario, le teorie con le quali si è evoluta nel tempo la geopolitica, così come l’elenco e le opere dei principali autori della materia.

Non sto a farvi riassuntini, che non avrebbero senso.

Mi limito a riportare quelli che mi sono apparsi come punti di forza.

Per primo, come peso specifico, direi che che finalmente ho potuto ritrovare elencati i teorici ,che hanno elaborato la strategia seguita dalla governance americana, essendo tuttora gli Usa gli egemoni mondiali.

Secondo la lettura che ne da l’analisi geopolitica ,sappiamo bene, che saremmo considerati studenti da bocciare, se ritenessimo ,che il potere negli Usa ,come altrove, risieda veramente nel Presidente ,o chi per lui.

Infatti un parametro elementare della geopolitica vuole che non esista mai nella realtà alcun uomo solo al comando, ma una complessa cordata ,nella quale le agenzie securitarie e di intelligence, di comunicazione e militari, contano come e più dei presidenti e quindi, per questo, sopra ho scritto governance e non Presidenza.

Lo stesso fatto che si possa chiaramente individuare in falsariga nella politica estera americana una strategia di fondo , dal secolo scorso ad oggi, sta a dimostrare la assoluta validità della lettura geopolitica, necessaria per riuscire a capire dove va il mondo e cercare di prevedere dove andrà verosimilmente, nel prossimo futuro.

Fra tanti autori citati da Maddaluno, mi sembra che, a questo proposito , giganteggi la figura di Nicholas Spykman, che ha scritto il suo testo più importante : “America’s Strategy in World Politics .The United States and the Balance of Power”, ben 81 anni fa, autore, incredibilmente poco conosciuto, ma a questo servono i saggi di livello come quello di Maddaluno, mettere ordine in una disciplina ancora relativamente nuova e poco conosciuta.

La strategia basata sull’individuazione della potenza unica degli Usa, fondata sulla sua realtà geografica, che la contraddistingue, di dimensioni continentali ma come fosse una grande isola ,trovandosi delimitata da due oceani ,è di comprensione evidente.

Perchè è incontestabile il fatto che solo la posizione geografica la rende naturalmente inattaccabile, Diventa quindi una conseguenza logica la teorizzazione ,che vuole il potere dell’America basato non tanto su un esercito, ma su una flotta.

Nel caso specifico poi sappiamo che questa strategia è stata tanto bene applicata da dotare quel paese di ben 7 flotte!

Non vado oltre sulla dottrina della “talassocrazia”.

Partendo da questa analisi, Spykman ha teorizzato il fatto che l’unico possibile rivale come egemone mondiale nei confronti degli Usa non potrebbe essere altro che quello che viene definito “Eurasia” o nel linguaggio di Spykman, “Rimland” che si estende dalle coste del Portogallo alle coste della Siberia.

Per Spykman, punto primo della strategia imperiale dell’America, deve essere impedire che si saldi un potere unitario fra le potenze regionali dell’Eurasia, cioè, in ultima analisi, guai se la Germania si alleasse in modo stabile con la Russia, sarebbe la fine del potere globale americano.

La Cina ,Spykman non la vede come potenza regionale e tanto meno mondiale emergente, perché in quel ruolo ,in Asia, vede il Giappone.

E’ inutile che ripeta, che questa era ed è la strategia fondamentale sopratutto delle agenzie americane.

Non ha alcun rilievo, che il presidente sia democratico o repubblicano, la strategia è sempre quella.

Questa è la forza degli egemoni.

Vivono sui tempi lunghi della storia non sui cicli elettorali.

Vedrete leggendo questo libro, quanto pesa acquisire i fondamenti sistematici di una materia.

Mi permetto di fare un esempio personale.

Dopo essermi accostato alla geopolitica ,partendo dalla lettura dei saggi degli ottimi analisti di Limes di Lucio Caracciolo, e più recentemente del Domino di Dario Fabbri ,ed avendo approfondito di volta in volta con la lettura di alcuni dei testi da loro citati, credevo di aver capito, che ,essendo forse l’autore americano più citato da Cracciolo e da Fabbri ,George Friedman, fosse l’autore di geopolitica più importante se non il più importante.

Sorpresa!

Maddaluno nemmeno lo cita una sola volta e questo qualcosa vorrà pur dire.

Se troverete il tempo di leggervi questo agile trattatello ne guadagnerete parecchio, e comincerete forse finalmente ad orientarvi nel mare magnum delle notizie-propaganda, che accompagnano le guerre in atto.

E non sarebbe cosa da poco.









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