venerdì 10 maggio 2024

Alessandro Di Battista : “Scomode verità” Dalla guerra in Ucraina al massacro di Gaza -Ed Paper First – recensione

 




Come il tempo avanza implacabilmente, come uno schiacciasassi, col potere di cancellare o di ridimensionare i personaggi politici ,delineandone la reale statura.

Basta avere pazienza, viene in mente a questo proposito la cinica battuta di Mao, quando diceva di aspettare tranquillo di vedere passare sul fiume i cadaveri dei suoi nemici.

La strabiliante parabola del Movimento 5 stelle aveva portato alla ribalta i suoi fondatori : Beppe Grillo e i due Casaleggio e poi, una affollato drappello di neo- parlamentari, assolutamente sconosciuti.

Poi il tempo ha fatto il suo corso e oggi dei fondatori non si ha pressoché più notizia.

Dei due “enfant prodige” Luigi Di Maio e Alessandro Di Battista, nessuno è diventato leader massimo.

Anzi Di Maio pare essersi perso nei deserti arabi e Di Battista ha volutamente rinunciato alla carriera politica, anche se, data l’età, ha tutto il tempo di ripensarci.

Non ha però affatto rinunciato ad essere presente sui media e in libreria ,sfornando diversi piccoli saggi.

Confesso di averlo un po perso di vista, ma adesso che ho visto, che per il suo ultimo libro, ha scritto la prefazione Piergiorgio Odifreddi e il addirittura mitico Alessandro Barbero ne ha parlato decisamente bene in un video su Youtube insieme all’autore, mi sono affrettato a procurarmi ed a leggere il libro.

Che un personaggio come Di Battista ,che ha avuto il coraggio civile di lasciare un comodo seggio in Parlamento, per andare come cooperatore della Caritas in Guatemala, fosse fortemente motivato a sostenere la causa palestinese certo non mi stupisce.

Mi ha invece colpito positivamente, la sua capacità di cercare di frenare la furia un po sessantottina-Guevarista, che lo anima, per limitare le sue affermazioni solo a quello che riesce ad appoggiare su documenti attendibili.

Ecco, questa, immagino, sia la ragione per la quale due personaggi del peso di Odifreddi e Barbero, che tengono ovviamente molto alla loro reputazione, lo hanno sostenuto con la loro critica positiva.

Questo libro in sostanza cerca di rispondere alla domanda : ma come è possibile che decenni di occupazione dei territori Palestiesi (West Bank, Gerusalemme Est e Gaza) da parte di Israele,ovviamente illegittima secondo le norme internazionali, e di maltrattamenti della popolazione occupata, al limite dell’apartheid ,non siano stati sanzionati dai paesi occidentali con misure adeguate, di fronte alla violazione dei principi etico e umanitari più elementari?

Ed ancora, come mai si lascia che i media, quasi all’unanimità, si permettano di propinarci sistematicamente giudizi viziato da un assolutamente evidente doppio – pesismo.

Se un’invasione la fa Putin ,lo stesso è un tiranno sanguinario, ma se la stessa cosa la fa Netanyahu o altro governante israeliano, lo può fare, perché a suo favore parte una litania di giustificazioni.

Ci siamo talmente assuefatti a queste anomale distorsioni della logica, ancor prima che dell’etica, che non ci rendiamo conto, che questa situazione di quasi sessant’anni, di illegittima occupazione israeliana dei territori palestinesi, è e rimane un fatto che non ha precedenti.

Questi i fatti che nell’analisi di Di Battista vengono riportati nella loro genesi storica ed è oltremodo opportuno prenderne visione, per farsi un giudizio critico, fuori dalle propagande politiche.

Se posso fare una critica di metodo, sarebbe stato opportuno che l’autore si addentrasse più specificamente nella descrizione delle tre zone nelle quali è divisa la West Bank ,zone che determinano il decrescente grado di libertà, del quale godono ,o meglio soffrono ,i palestinesi da sessant’anni.

Perchè, forse, la nostra opinione pubblica non sa che se un Palestinese qualunque , quando ,per dire, deve andare a pagare una bolletta qualunque non va da un impiegato dell’Autorità Palestinese di Ramallha, ma deve andare da un militare israeliano.

Ecco questo piccolo esempio di vita quotidiana, da l’idea della intollerabile condizione nella quale vive il popolo palestinese ,più di cento trattati.

Detto questo, Di Battista arriva, come è inevitabile agli avvenimenti ed alle situazioni dell’oggi nella striscia di Gaza.

C’è un 7 ottobre con la ben nota incursione di Hamas oltre il confine israeliano,con conseguenti orrendi massacri di giovani, stupri e presa di ostaggi.

E’ ovvio che Hamas ha reso il peggiore dei servizi possibili al popolo palestinese, e che questo, quanto prima se ne libererà , meglio sarà per il suo avvenire.

Ma dopo il 7 ottobre,è vienuto l’8 ottobre e giorni e mesi seguenti ,con l’invasione della striscia e l’uso di bombe da quasi una tonnellata di esplosivo, fatte per fare saltare in aria interi condomini ed isolati con un colpo solo.

Siamo in ambiente urbano e per di più sovraffollato.

Non c’è giustificazione al mondo per atti del genere.

Quaranta mila morti ,in gran parte civili e bambini,rimarranno sui libri di storia ad infangare la reputazione di chi li ha causati.

Sono fatti talmente tragici ed enormi nella loro efferatezza che si giudicano da soli.

Se non si tratta di genocidio vero e proprio sulla pulizia etnica sembra difficile discutere.

C’è una strategia che appare evidente e questa è la cacciata dei palestinesi da ogni territorio da loro ancora abitato, non occupato, perché l’occupatore è l’esercito israeliano.

Altro che le penose chiacchiere sui due stati!

E finalmente una qualche reazione all’ingiustificabile comincia ad apparire.

Oltre che a stigmatizzare tutto questo,quello che ritengo estremamente utile nel lavoro di Di Battista è spendere lo spazio dovuto per cercare di evidenziare la pericolosissima mentalità bellicista, che i media ripetono, fino a far passare per ovvie,conclusioni e giudizi che non lo sono affatto.

La guerra in realtà,se analizzata nei suoi precedenti storici, non risolve problemi. ma ne genera altri.

Non ci sono comunque situazioni che non possono essere risolte con il dialogo, la diplomazia ed il cercare di capire le ragioni degli altri.

Difficile giudicare situazioni complesse, è vero, ma è altrettanto vero, che si si va ad analizzare, nelle guerre c’è sempre un solo sicuro vincente e questi è la lobby dei mercanti di armamenti.

Di Battista fa benissimo ad elencare le cinque industrie più grandi del pianeta.

Hanno una nazionalità precisa.

Rispondono a giganti finanziari ben noti, ed anche questi hanno una nazionalità.

Non è geopolitica spicciola questa, è geopolitica elementare.

Elenchiamocele queste cose, nella memoria, e poi domandiamoci quale è l’interesse nazionale e strategico del nostro paese.

Questo ci chiede il libro di Di Battista.

Con chi ci conviene stare oggi che il mondo è fortunatamente plurale?

Cominciamo almeno a pensarci.






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