La biografia di Odifreddi è talmente lunga e complessa, che non ci provo nemmeno a tentare di riassumerla.
Fortunatamente però l’autore è talmente noto, che non ha bisogno di presentazioni.
Uno può essere noto, perché è un personaggio insigne.
E Odifreddi è uno scienziato accreditato e di livello, ma immagino che la sua notorietà sia dovuta sopratutto a un’altra ragione e cioè al fatto che è anche un ottimo divulgatore scientifico, ma sopratutto è un abilissimo polemista.
Se ci fosse un qualche premio per l’intellettuale “anti -mainstraeam” più efficace, Odifreddi lo vincerebbe.
Divisivo, come si dice, lo è al massimo grado.
Ci sono altri personaggi che devono la loro popolarità alla polemica, ricercata nei vari talk televisivi, ma c’è una bella differenza di livello e di “potenza” intellettuale fra Odifreddi e gli altri.
Competere dialetticamente con un luminare della logica è semplicemente un azzardo.
Ovvio che Odifreddi non piace a tutti e che quindi molti rifiuteranno i suoi libri per partigianeria.
Non posso però non confessare che personalmente lo seguo da decenni e lo apprezzo parecchio.
Riconosco che a volte chi si trova in una posizione come la sua, può essere tentato di ostentare una certa “arroganza della ragione”, ma forse è inevitabile che ci sia un pegno da pagare alle menti più dotate.
Ma veniamo al tema.
Ho apprezzato moltissimo questo libro che ho interpretato come un catechismo dell’ “anti- mainstream”.
L’America fa pena, Israele dovrebbe vedere la sua dirigenza politica giudicata per crimini contro l’umanità, Putin in Ucraina è stato largamente provocato a intervenire, l’Occidente puzza di marcio, il Sud Globale ,per fortuna che c’è ,e che si rafforza ogni giorno che passa, la democrazia formale dell’Occidente è matematicamente insostenibile.
Ce n’è abbastanza?
Per me è stato un godimento spirituale vedere l’abilità con la quale Odifreddi riesce ad appoggiare le sue affermazioni contro-corrente.
Qual’è la strada che quasi sempre gli autori seguono per pararsi dall’ira funesta di chi si sente sfidato o addirittura ridicolizzato proprio nelle argomentazioni che ritiene principi “senza si e senza ma”, “valori non negoziabili” eccetera?
Ricorrere alla citazione di testi ritenuti autorevoli nel mondo dei media o della saggistica.
Odifreddi fa di molto meglio : lui vi cita a sorpresa gente come Dostoevskij, Einstein, Mandela, Gandi e via di questo passo.
In mezzo a tanto mediocre conformismo nei media e nel mondo della cultura, occorreva pure che qualcuno si facesse carico di chiamare le cose col loro nome, per quanto sgradevole.
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