mercoledì 29 maggio 2024

Domino. Rivista sul mondo che cambia. Iran contro Israele. Per la prima volta iraniani e israeliani attaccano i rispettivi territori. Preparano la prossima fase della guerra mediorientale. n°5 -2024 – recensione

 




Quando è uscito il numero di Domino, del quale stiamo parlando, mancava qualche giorno all’incidente aereo, nel quale hanno perso la vita il Presidente iraniano, il ministro degli esteri, il governatore della regione ed altri dignitari.

Incidente ,o faida fra fazioni, non lo sapremo troppo facilmente, ma tanto è valso a portare l’Iran alla ribalta dei media globali per diversi giorni.

Terribilmente utile ,quindi, poter disporre delle analisi approfondite di Dario Febbri e collaboratori, proprio sull’Iran e la sua sempre verde vocazioni imperiale.

Inutile dire che in tutte le analisi geopolitiche e quindi anche in questa, gli analisti non si stancano di contestare la leggenda metropolitana, secondo la quale, nei così detti paesi autocratici (cioè quasi tutti quelli che si trovano per storia e per scelta al di fuori del nostro salottino ,che chiamiamo Occidente), tiranneggia un uomo solo al comando ,mentre sotto di lui, ci sarebbe un popolo asservito con la forza, pronto a darsi le nostre istituzioni liberal- liberiste, se solo potesse scegliere.

Questa è una favola, ci ripetono quelle analisi, che sostengono invece, che non è mai esistito nella storia un esempio di “governace” del genere sopra accennato, perché il potere, anche quando formalmente appare nelle mani di una sola persona, in realtà è condiviso da una miriade di detentori di poteri settoriali, in un complesso equilibrio, che comunque si regge su un livello di consenso, monitorato ovunque e sempre con estrema attenzione.

Senza consenso niente potere.

E così è anche in Iran.

Al vertice c’è la guida suprema ,con il turbante nero dei (presunti) discendenti del Profeta, ma il potere è distribuito fra i comprimari dell’Assemblea degli Esperti ,del Consiglio dei Guardiani e dalle altre cariche dello stato.

Il Presidente deceduto Raisi, personaggio di estrema destra, con un passato orripilante, giudicato responsabile di un numero elevatissimo di condanne a morte, era una delle pedine del potere ,potere come detto sopra, ben condiviso, anche con una sempre più forte classe militare, che come capita spesso sopratutto in Medio Oriente, è anche detentrice del potere economico più rilevante.

Altra leggenda metropolitana, che gli analisti geopolitici cercano di confutare, è quella che il potere teocratico degli Ayatollah iraniani ,sarebbe contestato da una nascente borghesia e sopratutto da una vastissima classe demografica, di giovani e di giovanissimi, che sarebbero ansiosi di sposare i costumi e le istituzioni occidentali.

Errore pacchiano ,dicono e ripetono ,i nostri analisti.

I giovani e le giovani iraniane ,che manifestano anche a rischio della vita, di torture o di carcerazione senza garanzie, sono illuminati da ben altri fari, che hanno ben altra profondità storica .

C’è un indizio ,che i nostri media generalmente ignorano, ma che è estremamente significativo.

Gli oppositori al regime teocratico vanno a deporre fiori sulle tombe di Ciro il Grande (530 a.C.) ed agli altri personaggi, che richiamano come lui, il glorioso passato imperiale persiano.

Non c’è l’Occidente nei loro sogni, ma c’è la loro storia e il loro retaggio culturale, che noi ci permettiamo di ignorare, equivocando così brutalmente sul senso delle loro mosse.

Gli imbarazzanti ultimi presidenti americani, magari calcano populisticamente la mano ,sulle presunte “rivoluzioni colorate”, passate e da venire, ma chi comanda veramente in America, cioè le varie agenzie sicuritarie, che elaborano la strategia della politica estera di quel paese, conoscono benissimo la realtà delle cose e la la temono non poco.

Questa è la ragione principale per la quale il nostro Dario Fabbri conclude il suo editoriale con parole inusitatamente pesanti e pessimistiche ,ritenendo non solo verosimile, ma addirittura probabile, un attacco militare americano all’Iran ,diretto in tandem con Israele e, con le altre potenze regionali, tutte favorevoli ,anche se, magari ,formalmente neutrali, ad eccezione ovviamente dei clientes dell’Iran : Libano, Iraq, Afganistan con al seguito Azerbagian e Armenia.

C’è in ballo ovviamente il raggiungimento del possessi dell’atomica da parte dell’Iran.

Perchè questo step è ritenuto essenziale dall’Iran medesimo, per riacquistare la sua posizione e profondità imperiale perduta, ed è temutissimo da Usa e Israele, perché perderebbero il primo la sua posizione di primato globale, già fortemente insidiato da Cina Russia e Briks vari ,in costante crescita, e il secondo ,la sua egemonia regionale ,che fa comodo alle Monarchie del Golfo, firmatarie degli accordi di Abramo o sulla soglia della firma.

Ottimo saggio ,che aggiorna puntualmente la situazione.


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