venerdì 28 luglio 2017

I politici hanno perso il potere





Prendo spunto ancora da una analisi di Galli della Loggia che mi è sembrato  individuasse la radice della crisi profonda dei partiti e delle istituzioni ,tanto profonda da mettere in pericolo la democrazia stessa. (Corriere della sera del 21 luglio scorso)
Riduco all'osso il ragionamento di Galli : i partiti hanno sempre meno credito perchè la gente istintivamente si accorge che girano a vuoto, un po’ perchè il loro personale politico non è mediamente all'altezza del ruolo istituzionale che ricoprono, ma anche e sopratutto perchè si sono verificati mutamenti così profondi nella società contemporanea che è cambiato "il patto sociale", sono cambiati gli equilibri fra i poteri.

Ne deriva che il tradizionale potere politico, gestito dai rappresentanti del popolo eletti democraticamente si perde in una chiacchiera infinita, senza concludere nulla, mentre il potere vero viene gestito da altri.
Come è possibile?
Perchè altre forze, più o meno organizzate, sono divenute col tempo tanto potenti da riuscire a condizionare le istituzioni ,a volte esercitando potere di veto e a volte orientando quello che dovrebbe essere l'unico legittimo gestore del potere.
Le lobby, i poteri forti, le corporazioni, le agenzie dello stato come l'alta burocrazia, i tecnocrati delle grandi banche e delle multinazionali eccetera.
Si potrebbero aggiungere la magistratura, le chiese, le ong., le organizzazioni criminali , la massoneria.

In base a questa analisi, ci sarebbe in atto ,come si diceva sopra, un nuovo patto sociale fra i poteri veri e il potere formale istituzionale, in base al quale i poteri veri dietro le quinte ritengono di avere ricevuto l'assenso tacito di "fare i loro comodi" cioè di perseguire i loro interessi privati o di gruppo, da parte dei poteri istituzionali che in cambio di questo tacito assenso consentirebbero al potere istituzionale di portare avanti solo governi deboli e inconcludenti.
La feroce analisi di Della Loggia è quindi formulata in modo da spiegare perchè da decenni i governi che si sono succeduti non sono riusciti a combinare pressochè nulla e la politica è degenerata in una infinita chiacchera che ormai non interessa più a nessuno.
Certo che questa è un'analisi assolutamente radicale.
Però almeno è un tentativo serio e razionale di spiegare come mai sono decenni che l'Italia non riesce ad uscire dalla palude della non crescita, in una situazione sociale di palpabile insicurezza inevitabilmente derivante dalla sensazione percepita di una "non legalità" divenuta sistematica.
Lode e onore alle forze dell'ordine ed alla magistratura, che in una situazione del genere continuano a portare avanti inchieste, ad arrestare criminali eccetera eccetera.
Però la quotidiana informazione che ci viene servita dai media su episodi di corruzione, che si ripetono a raffica non ci lascia tranquilli, perchè ci fa capire che qui di gente che fa il proprio dovere ce n’è rimasta ben poca e che i casi di corruzione che finiscono in tribunale sono solo la punta di un iceberg immenso e quindi questi casi sanzionati, in fondo in fondo, finiscono per essere una foglia di fico, per nascondere una situazione che diventa irrimediabile a causa delle dimensioni del fenomeno corruttivo e di illegalità diffusa a tutti I livelli.

Se poi fosse vera la chiave di lettura ipotizzata da Della Loggia secondo la quale tutto è fondato su un patto fra stato e poteri informali per non perseguire più la violazione della legalità, allora saremmo sistemati.
Della Loggia nella sua analisi costruisce una "pars destruens" , ma non fa seguire quella propositiva e quindi in questo campo dovremo arrangiarci da soli.
Certo che se facessimo nostra la conclusione di Galli, le nostre scelte politiche sarebbero messe a dura prova.
Personalmente ho sostenuto più volte che per uscire dalla palude occorre aborrire quel "moderatismo" che ha inchiodato la maggioranza dei nostri connazionali a "turarsi il naso" e continuare a votare per il "grande centro" , tutto per paura del "salto nel buio".
Ho scritto e ripetuto mille volte che ora la situazione è oramai troppo seria e che quindi a mio parere il salto nel buio saremo comunque costretti a farlo, anche se non è privo di rischi.
Che sia il Movimento 5Stelle, che sia la Lega di Salvini, che sia la destra sovranista, finiremo per votare loro, ma non l'establishment PD-Forza Italia, che sono coloro che questa palude hanno costruito.

Il voto per ideologia o per tradizione culturale oggi non trova più assolutamente dei contenitori politici che lo rappresentino e che vi siano fedeli, oggi bisogna votare col criterio del "problem solving".
Facciamo riferimento ai problemi che riteniamo assolutamente prioritari e verifichiamo cosa propongono le forze in campo e con quale credibilità.
Mettiamola giù senza riguardi al politicamente corretto.
Chi è che dice basta a questo flusso di migranti senza controllo?, ma basta davvero attuando con misure adeguate.
Chi è che dice che occorre un forte piano di investimenti pubblici e privati per spingere il paese alla ripresa per dare lavoro a tutti, cominciando dai giovani?
Chi è che dice ristabiliamo la legalità, il controllo del territorio , a cominciare dalla punizione anche della piccola criminalità in stile Rudolf Giuliani?
Non andiamo oltre, basta così.

Pensiamoci, sappiamo tutti che non occorre faticare per darci le risposte giuste a quelle tre domande fondamentali.

martedì 18 luglio 2017

L'Italia è veramente un paese ormai allo sbando come dice Galli della Loggia?



Ernesto Galli della Loggia è da decenni probabilmente il più autorevole commentatore del Corriere della Sera e quindi il fatto che sul numero del 14 luglio di quel giornale abbia scritto un articolo pesantissimo e sconsolato sulle condizioni di questo paese ha lasciato tutti di stucco, perchè si era abituati al garbo e alla misura che ha sempre usato per i suoi commenti.
Incredibile ma vero, questo personaggio, che è anche un accreditato accademico, è apprezzato per la capacità che ha sempre dimostrato nel rimanere, per quanto possibile, obiettivo, senza indulgere in entusiasmi verso questo o quel capo politico in auge a un certo momento.

Di conseguenza, il fatto che abbia deciso di usare la frusta verso una classe politica inetta e incapace e parole di fuoco per una situazione generale del paese, che definisce fuori controllo, colpisce parecchio.
Siamo abituati a leggere, se ci piace questo genere giornalistico, le sferzate polemiche quasi quotidiane di abili e puntuti polemisti come Travaglio e Feltri, ma il loro è un altro stile, sono giornalisti da battaglia, che da sempre hanno sposato una parte politica apertamente, e per quella si battono.
Il lavoro dei commentatori alla Galli della Loggia è di tutt'altro genere ed è molto più difficile perchè non mira a solleticare sentimenti ,ideologie , appartenenze, insomma non vuole parlare alla pancia ma alla ragione e la gente non sempre è disposta a mettersi tranquilla e dedicare il tempo dovuto per seguire analisi e ragionamenti, invece che battutacce d'effetto.
Questa volta, però, l'articolo di Galli, che ,come sempre, è strutturato più nello stile del saggio che dell'articolo, verrà ricordato per il fatto che può essere riassunto proprio con uno slogan di effetto :

"questo paese è fuori controllo" da parte della classe politica, che dovrebbe governarlo, e che invece non ci riesce, perchè in questo paese ormai ognuno fa quello che gli pare, violando le leggi come se nulla fosse in modo abituale.
L'autore argomenta elencando alcune vistose "abitudini" di questo tipo :
-gli incendi che dilagano
-le "movide" notturne con ubriacature e vetri rotti
-periferie ma non solo non più attraversabili di notte perchè in mano a gang criminali
-stazioni e mezzi pubblici che di notte divengono ad alto rischio
-l'allarme sicurezza che incute la presenza sempre più massiccia di immigrati non gestiti in alcun modo, ciodolanti per città e paesi.
Galli da questi esempi, che ovviamente sono solo una parte di un ben più lungo possibile elenco delle cose che non vanno, trae la conclusione che i poteri pubblici hanno perso, o rinunciato, al controllo del territorio e delle varie situazioni sociali conflittuali.
Perchè chi fa politica pare disinteressato a governare veramente le situazioni sociali, cioè la realtà vera.
Come mai?

Galli sembra rispondere: perchè la politica sembra essersi strutturata per capire solamente quello che sarebbe di destra o di sinistra ,mentre questa dura realtà di illegalità e di degrado non è nè di destra nè di sinistra è solo la realtà sociale esistente, della quale occorre prendere conoscenza e coscienza per approntare programmi, cioè misure politiche coordinate per porre rimedio ai problemi gravi esistenti.
Cioè bisogna che i politici per governare si facciano un’idea di futuro.
Ma la classe politica vede solo sè stessa allo specchio e quindi è interessata solo alle elezioni , cioè all'eterno presente, per conservarsi le poltrone, mentre i gravi problemi del paese richiedono gente capace di guardare al domani e di programmare il futuro, per non subirlo.
Difficile dare torto all'analisi impietosa di Galli della Loggia.

Poco prima dell'articolo di Galli del quale si è parlato, lo stesso giornale, il Corriere, aveva pubblicato una intervista a Piero Angela di estremo interesse, sostanzialmente sullo stesso tema, ma visto da una angolazione diversa.
Il quasi novantenne personaggio, notissimo come efficace divulgatore scientifico, diceva di essere onorato dalla petizione lanciata dal Fatto Quotidiano" e diretta a nominare lo stesso Piero Angela Senatore a vita, ma di non essere interessato a entrare a far parte di un consesso politico.
Nel corso dell'intervista, Angela ribadisce quanto aveva scritto in un libro ben documentato alcuni anni fa intitolato : "a cosa serve la politica".
E' chiaro che dall'alto della sua formazione culturale di chiara ispirazione illuminista e dal grandissimo amore che lo stesso ha coltivato per la scienza, la sua considerazione per la classe politica che ci governa è talmente bassa che a una domanda diretta che gli chiedeva un giudizio sui personaggi politici del momento, Angela ha risposto deciso di non voler rispondere.
Citando quanto scritto in quel libro,

Angela "relativizza" in modo radicale il ruolo avuto della politica nello sviluppo positivo dell'umanità, verso condizioni di valorizzazione dei diritti umani e di miglioramento generalizzato delle condizioni di vita, affermando senza mezzi termini che a suo avviso non è la politica che ha condotto l'umanità al progresso ed alla modernità, ma lo sviluppo della scienza e della tecnologia, che hanno fornito all'uomo sempre maggiori quantità di energia.
Scienza, macchine ed energia, questi sono gli "dei" che dobbiamo ringraziare, non i politici.


Giudizio sferzante e pesantissimo, fortemente controintuitivo e per questo scioccante, per chi, cioè quasi tutti noi, è abituato da sempre a pensare il contrario.
Non è casuale però che a giudizi molto vicini a queste conclusioni sono arrivate le opere, parecchio ponderose, che a questo stesso argomento hanno dedicato due dei più eminenti filosofi italiani contemporanei : Emanuele Severino e Umberto Galimberti.
Ma allora la politica non serve a nulla?
Evidentemente non è così, ma, secondo Angela, il suo ruolo è quello di inserirsi nei processi di crescita ed evoluzione della tecnologia per facilitare lo sviluppo armonico della società che di quei progressi deve essere la beneficiaria e quindi : scuola, educazione, merito, innovazione.
Angela non ha affatto una visione pessimistica del futuro, perchè nel suo lungo lavoro di ricerca ha conosciuto un sacco di giovani e meno giovani impegnati e capaci e quindi sa che basta cercarli e metterli insieme, per fare progredire il paese.
Per far che cosa?
Ci risiamo : per costruire il futuro, non per giocare le elezioni a proprio vantaggio, senza sapere elaborare altre idee.

Cosa pensa lei del fututo? Impariamo a chiedere questo ai politici che ci si propongono su media e social.
E poi giudichiamoli su quello che sanno o non sanno rispondere a quella domanda specifica.

Il resto è puro bla bla ,lasciamolo ai perditempo di destra e di sinistra.

mercoledì 12 luglio 2017

Matteo Renzi sempre più dilettante allo sbaraglio sempre meno statista



A questo punto comincia a far pena vedere questo giovane uomo che in vita sua non ha mai fatto altro che vivere di politica, annaspare nel vuoto cercando di mascherare il vuoto con una chaicchiera giornaliera sempre più fastidiosa e controproducente.
Non è una novità ,se uno non ha niente da dire ed è l'ultimo a sapere cosa vuol fare perchè non ha alcuna strategia ed alcun programma coerente, cade nel narcisismo e nell'arroganza.
E' purtroppo per noi un "dèjà vue".
Ricorderete quando nel ventennio berlusconiano i commentatori politici per darsi una verniciatina di intellattualità parlavano del "Cavaliere" dicendo che era uno dei pochi politici capaci di "parlare col corpo".

Stesso narcisismo stessa arroganza, stessa mancanza di una strategia politica politica a lungo respiro, tutto basato sull'oggi e sulla lettura dell'oggi attraverso un uso maniacale dei sondaggi.
Poi sulla base delle presunte pulsioni della gente misurate dai sondaggi si sparava lo slogan che avrebbe dovuto soddisfare appunto le più immediate pulsioni del "popolo".
I politologi definirono questo modo poco elevato di far politica "parlare alla pancia della gente".
Va bene uno fa quello che può, se uno nasce Berlusconi o Renzi non c'entra nulla con un DeGasperi o un Fanfani, non è colpa sua se la differenza di livello e di statura morale è così abissale.

A proposito non c'è niente che mi irrita di più come il ricordo di quando Matteo Renzi autobenedisse l'incipit della sua carriera politica andando a "meditare" nella cella del Convento di San Marco nella quale era vissuto Giorgio LaPira.
Allora ero stato tanto sciocco da commuovermi e dargli credito come se avesse voluto solennemente affermare di voler portare avanti le idee di quel grande.
Visto da oggi forse avrebbe fatto meglio a scegliere un'altra celebre abbazia , quella di Chiaravalle ed andare a "meditare" sulla tomba di Enrico Cuccia , dato che le uniche cose coerenti che ha fatto Renzi sono state indirizzate a dare sempre ragione agli interessi delle banche.
Le ultime sparate di Matteo Renzi sono veramente una pena.

Cercare di strappare il consenso di una parte dell'elettorato montando a freddo una polemica sui media contro la Commissione europea dicendo che bisogna stracciare il "fiscal compact", cioè l'impegno sottoscritto nei trattati ed approvato dal parlamento ancora in carica a grande maggioranza è un comportamento politico che fa pena e che da la misura di quanto l'uomo per tanto che si possa spremerlo non potrà mai produrre nulla di buono come politico e tanto medo come statista.
Come si fa andare a dire alla Commissione Europea che bisogna stracciare il fiscal compact quando la medesima commissione è lì per vigilare che quel documento sia osservato, è la sua ragion d'essere, diversamente i Commissari potrebbero tutti andare a casa.
Un politico di una anche modesta caratura ma che ci capisca qualcosa si sarebbe procurato alleati politici per poter sforare i limiti del fiscal compact, ma guardandosi bene dal dire che i trattati che ha firmato e che ha fatto approvare dal suo parlamento sono carta straccia, perchè diversamente tedeschi e nordici che non ci vedono bene a causa delle nostre incoerenze dimostrate nei vent'anni berlusconidi ora rinverditi da Renzi continueranno a pensare che siamo un popolo di buffoni ben rappresentato dai politici che ci scegliamo.

Insomma mantenere la parola data non è un "optional", dai tempi delle caverne è su quella base che si misura l'affidabilità del vicino.
Ma la giravolta sul fiscal compact non è l'unica.

Altrettanto clamorosa è stata quella pure recentissima sulle politiche migratorie : prima avanti a tutti, adesso numero chiuso , limite agli sbarchi e "andiamo ad aiutarli nei loro paesi".
Ovviamente non sto assolutamente discutendo sul merito delle sparate renziane, perchè su questo blog da sempre si era sostenuto che il flusso migratorio va governato e che non c'è posto per tutti e che si rischia una rivolta sociale se non si agisce subito.
Così come si è sempre detto che le politiche berlusconiane e renziane di abulico e piatto asservimento agli interessi della Germania, mascherati dai soliti "lo dice l'Europa" erano una truffa pura e semplice propinata agli italiano considerati come incapaci di intendere ve di volere i loro interesi nazionali, che sono diversi e contrastanti rispetto a quelli della Germania.
Si sta ragionando invece sulla faccia tosta di chi, come Renzi ritiene di potere invertire dall'oggi al domani alcune delle posizioni politiche che aveva sostenuto fino al giorno prima su argomenti del massimo interesse.
E tutto questo perchè ci si avvicina (relativamente) alle elezioni politiche e i sondaggi dicono che la gente ne ha piene le scatole di vedere immigrati ciondolanti ad ogni angolo di strada e ne ha aptretanto piene le scatole delle politiche di austerità e vorrebbe invece sviluppo e piena occupazione.
Se ne accorge oggi il grande Renzi di cosa pensa veramente la gente? se fosse un politico appena appena avrebbe dovuto accorgersene qualche anno fa non a pochi mesi dalle elezioni.
Ma come può un ex sindaco, presidente di provincia, presidente del consiglio essere tanto infantile da non capire che non paga mai rubare le posizioni politiche che altri hanno porttato avanti con coerenza anni ed anni prima di tè, perchè la gente se ne accorge e regolarmente fra il modello e l'imitazione nella cabina elettorale da credito al modello e non all'imitazione.

Tralasciamo l'incoerenza e il procedere a zig zag, proclamando da una parte la necessità di frenare il flusso dei migranti e poi contemporaneamente insistere sulla legge dello jus soli che a molti immigrati incerti se rimanere o tornare a casa loro interessa relativamente, ma che la mente confusa di Renzi ritiene di essere geniale e un mostro di furbizia e di potere quindi con quella legge acquisire il voto di chissà quanti immigrati, dei quali dimostra di non conoscere le aspirazioni.

Tralasciamo la presentazione di una legge contro l'apologia di fascismo che è già in vigore in Costituzione e che è stata nel tempo ribadita e benprecisata dalle leggi Scelba e Mancino, anche se agire su argomenti che non hanno nessun impatto sulla realtà e sui problemi veri del paese ma sollevano un bel polverone mediatico distogliendo l'attenzione dall'incapacità dei governi ad affrontare appunto i problemi veri è una tattica ben nota, ma che dimostra che uno inntesta di idee buone non ne ha proprio.

Fa talmente tanto pena Renzi, che il suo maestro Silvio Berlusconi dall'alto dei suoi ottant'anni che continua nella sua spregiudicata politica della quale ha il copy right :dal ninete tasse sui patrimoni ai sussidi di ogni genere per chi si tiene in casa quadrupedi di ogni taglia appare molto più "in palla" del suo giovane e malaccorto imitatore.


martedì 27 giugno 2017

Una "casalinga di Voghera" che diventa jihadista non si era ancora vista



Abbiamo appreso dai media che una giovane residente in a Garbagna ,un paese appenninico del tortonese- vogherese, insieme al suo compagno si era da tempo "radicalizzata", cioè aveva aderito alle correnti islamiche estremiste non solo in senso ideologico ma anche pratico, recandosi più volte nei territori in guerra fra Turchia e Siria dove la guerra jihadista è tutt'ora in atto.
Su questo blog si era trattato più e più volte il tema del terrorismo islamico e in particolare con riferimento alla situazione estremamente complessa della guerra civile in atto in Siria da più di cinque anni e quindi non ci torniamo sopra.
Del fatto sopra citato piuttosto quello che mi ha colpito di più non è tanto lo scoprire che anche in italia ci sono casi di "foreign fighter", questo lo sapevamo già e in qualche modo l'avevamo tutti metabolizzato, considerandolo fra le cose inevitabili al giorno d'oggi in questa situazione geopolitica.
Quello che mi ha colpito sono due cose : -la giovane età della neo-convertita alla jihad, la sua personalità; -e poi la vicinanza geografica dei luoghi nei quali passava la sua vita con quelli dove chi scrive risiede da sempre.
Cioè voglio dire, c'è qualcosa in questa vicenda che fa si che la mia percezione personale vada oltre a quello che quando si parla di terrorismo islamico incaselliamo nelle categorie dell' esotico, dell' apparentemente estraneo alla nostra storia ed alla nostra civiltà, qualcosa di lontanissimo che è venuto nostro malgrado a irrompere nelle nostre vite, ma che sentiamo appunto come del tutto estraneo, e che pensiamo istintivamente, illudendoci, di poter presto allontanare da noi per non pensarci più.
Quello che riportano i giornali in questi giorni è invece la storia di una giovane di una zona vicina alla mia che ha cercato e trovato uno sbocco ai problemi e al "disagio" delle giovani generazioni di oggi che vale la pena di essere preso in considerazione seriamente, per tanto che sia "sballato" come conclusione.
A proposito di questo mondo giovanile mi viene alla mente l'analisi impietosa e abbastanza preoccupante che ne ha fatto la fotografa e filmaker americana Lauren Greenfield che ha dedicato la bellezza di venticinque anni ad analizzare e documentare l'attrazione fatale che esercita sui giovani la ricerca del denaro, il culto del corpo,l'emulazione del vacuo mondo del jet set, tanto da indurre l'autrice a coniare la definizione "Generation Wealth".
E' da qui che probabilmente occorre partire, non dall'esotismo dei visi velati, delle lunghe galabeiah,keffyah ,versi del Corano e quella lingua impossibile che è l'arabo.
Il punto di partenza è una società che offre ai giovani una indigestione di vuotezze, adulti che dovrebbero essere punti di riferimento che eccellono in ladrocini, corruzione,fuga dalle responsabilità, principi pochi ,confusi e comunque poco allettanti, offerta di posti di lavoro inesistenti, precari ,sottopagati ,che loro alla medesima età avrebbero fatto la rivoluzione pur di rifiutarli.
Vediamo di capirci quello di vivere in una società che di fatto rifiuta e penalizza i giovani non può essere uno dei problemi, questo deve essere percepito come il problema dei problemi o questa società andrà allo sfascio e alla guerra civile fra generazioni.
Evidentemente però non c'è affatto ancora una presa di coscienza della portata di questo fenomeno epocale e la prova ne è che gli adulti continuano a votare per una classe politica inetta, senza provare a cambiare nulla.
E' la drammaticità di questo problema che genera in alcuni soluzioni altrettanto drammatiche per alcuni giovani e per noi.
La poveretta di cui parliamo ha chiaramente elaborato una soluzione peggiore del male da curare, ma, sinceramente siamo sicuri che sia moralmente da valutare di più la massa dei giovani che accettano di essere estromessi da questa società senza reagire, come fanno del resto i loro genitori, o questa neo jihadista che ha fatto una scelta folle, ma che almeno ci ha provato a reagire?
Tentiamo di fare un passo ulteriore.
Perchè quella scelta estrema?
Ancora una volta scrolliamoci di dosso quella massa di esotismi vari che vengono ricercati quando si verificano questi fatti, forse per una inconscia volontà di allontanarli da noi, come se non ci appartenessero in nulla e rimaniamo qui nella zona delle "casalinghe di Voghera", cioè casa nostra e storia nostra.
Qualcuno di noi si è proprio del tutto dimenticato della nostra storia patria del novecento, di un certo Gabriele Dannunzio ? Dell'etica retorica della "buona morte", del "meglio un giorno da leoni che una vita da coniglio", non ci ricordiamo più che i reparti scelti ,gli Arditi e le SS portavano fra le loro insegne il simbolo della morte ,il teschio fra due tibie incrociate?
E che c'è di diverso con la jihad, così come viene percepita dai giovani che la scelgono come soluzione di elezione, non certo a cuor leggero, perchè nessuno è tanto stupido di scegliere la morte a cuor leggero, perchè la scelta della jihad nella sostanza e da un punto di vista soggettivo è esattamente questo, la scelta della morte presunta gloriosa per sè.
La morte di altri che siano infedeli, che sia chiunque è un corollario, ma chi sceglie la jihad, sa di scegliere il proprio suicidio e da un punto di vista soggettivo questa è per lui la priorità assoluta che orienta il suo giudizio.
Un neuropsichiatra americano di fama Peter Langman ha scritto qualche anno fa "why Kids Kill?" per cercare di spiegarsi il fenomeno delle sparatorie nei college americani, che finiscono regolarmente anche con la morte del "perpetrator".
Il meccanismo psicologico è assolutamente lo stesso di quello che spinge alcuni giovani alla jihad è la ricerca della morte per sè, questa è la priorità anche se si porta dietro purtroppo la morte anche di molti innocenti che nulla c'entrano con i problemi esistenziali del disgraziato che spara ma che poi si spara o viene sparato dalla polizia.
E quindi ritorniamo a quello che sembra la domanda essenziale : come mai alcuni giovani elaborano in modo tanto drammatico il loro disagio, la loro rabbia da puntare alla "bella morte" se pure in versione islamica?
Se uno ha in sè la capacità di reagire a una società ostile ma liquida, come una palude, vuol dire che ha avuto la determinazione di uscire da quella palude, di salire di uno scalino, e non è facile, perchè chi non canta nel coro si guadagna seduta stante la riprovazione del "branco" di coetanei e adulti.
Se uno si impone questo sforzo è perchè ha dentro di sè delle spinte che gli altri non hanno o non hanno la determinazione di seguire, come mai però non sa trovare degli sbocchi più degni, più produttivi per sè e per gli altri?
Che dovrebbe fare? la rivoluzione?
I loro padri o i loro zii o nonni nel 68 ci hanno almeno provato anche se l'esito non è stato un gran che, vista la palude nella quale vivacchiamo oggi.
Una forte spinta interiore in altri tempi portava alcuni a "vocazioni" religiose, ma rendiamocene conto, nonostante la buona volontà di Papa Francesco l'attrattiva per queste figure oggi è ridotta a zero o quasi.
E perchè non prendere in considerazione quello che uno motivato potrebbe fare in organizzazioni umanitarie?
Evidentemente c'è qualcosa che non va anche qui, evidentemente non sono più i tempi dei Dottor Schweitzer e quando uno vede in azione nei telegiornali le "navi umanitarie" di proprietà di Ong che un tempo erano viste come ricettacolo di avventurosi volontari con le pezze sul sedere, uno si chiede se non si sia andati troppo oltre con organizzazione e "fund rising".
Fatto sta che anche la loro attrattiva per i giovani non è più un gran che.
Detto questo ovviamente non si giustifica nulla e nessuno.
Ma non sarebbe certo male ricordarci di cattivi maestri che appartengono assolutamente alla nostra cultura e alla nostra storia , da Pierre l'eremita che predicava la santa morte alle crociate con paradiso assicurato per chi infilzava un musulmano al nostro Dannunzio ed alla retorica fascista sulla "buona morte" in battaglia, due casi alla distanza di secoli fra loro, ma ambedue regolarmente benedetti e strabenedetti dalla chiesa delle rispettive epoche, che oggi straparla di religioni di pace.
E pure ricordiamoci che questi giovani scelgono sicuramente il peggio, ma almeno uno sforzo per uscire dalla palude l'hanno fatto.

Oggi però quello che ritengo più preoccupante ancora dell’atteggiamento passivo dei giovani è quello dei loro genitori che ancora pare non riescano a capire che se al più presto non sorgerà anche col loro contributo un movimento politico di opinione che denunci lo schifo perdurante delle mille finte cooperative, dedite al puro sfruttamento del lavoro giovanile e le altrettante migliaia di finte partite IVA a cui centinaia di migliaia di giovani devono forzatamente ricorrere per mascherare una effettiva posizione di lavoro subordinato per arricchire imprenditori senza scrupoli, la jihad finirà nelle nostre case non per colpa degli islamici, ma a causa della nostra beata e irrespponsabile incapacità di reagire.

domenica 18 giugno 2017

I nostri riferimenti esterni stanno cambiando radicalmente In futuro parleremo molto più cinese e sempre meno americano






I nostri media della carta stampata e delle Tv sempre più proni a chi è al potere e al modesto pensiero unico del capetto di turno, hanno ridotto la politica ad una recita continua, nella quale viene data visibilità solo agli aspetti teatrali ed alla narrazione che conviene a chi è al potere.
Guardate per esempio al modo caricaturale col quale fin da principio è stato descritto il fenomeno Donald Trump.
Forse perchè gran parte dei nostri inviati si sono dimostrati non troppo informati al punto da non mettere nemmeno fra le cose possibili e verosimili una vittoria di Trump, essendo tutti schierati di fatto col clan Clinton quando poi è stata dimostrata la loro scarsa conoscenza dell'america profonda e Trump è diventato presidente si sono vendicati come bambini scrivendo solo peste e corna del nuovo presidente, descrivendolo come un mezzo pazzo, contornato da una banda di avventurieri.
Ovviamente col passare del tempo sono stati costretti ad aggiustare il tiro ed a riconoscere che sì in effetti The Donald non veniva da Marte ma dalla "rusting belt", da sempre denominata anche "Bible belt", cioè quella cintura di stati mediani fra la costa Est e quella Ovest, abitata da ceti popolari ma sopratutto da ceto medio impoverito dagli effetti di una globalizzazione selvaggia subita e non governata da quell'arrogante buono a poco del predecessore Obama e compagni, finto uomo di sinistra, in realtà espressione dei poteri forti della finanza ,dell'industria bellica e degli interessi perenni dello stato imperiale americano.
E così negli Usa è successo quello che si sta verificando qua e là in Europa e nel resto del mondo e cioè che chi rimane fregato dalla fiducia data a presunte forze progressiste, macina rabbia per anni e poi si trova costretto a ribellarsi votando per un campione della destra che però vince le elezioni perchè si presenta con un programma scioccante che rappresenta e difende anche e sopratutto gli interessi dei ceti medi impoveriti, dei giovani che non trovano più lavoro eccetera.
Trump ha scompaginato le carte della vecchia politica, perchè ha trovato seguito fra chi dalla vecchia politica aveva visto peggiorare di molto la propria posizione sociale, e finalmente ha trovato il coraggio di reagire, questa è la realtà.
La politica ha connatrurato nel suo essere anche la teatralità.
Se uno non sa recitare sè stesso in modo convincente, non è adatto a far politica.
Ma non è solo questo.
Sapete che il vecchio sociologo Vince Packard si era allargato fino a dire che la potenza dei soldi e dei media moderni era tale da poter fare eleggere presidente anche uno scimmione, se i manovratori avessero giocata bene la partita elettorale.
C'è anche questo aspetto, ma in somma, salvaguardiamo la nostra cultura e la nostra intelligenza, non c'è solo questo, se come cittadini ci facciamo carico di informarci quel minimo che è indispensabile è possibile autogovernarsi in modo decente.
Però occorre informazione ,senso critico, apertura al nuovo e coraggio di rischiare di partire per lidi sconosciuti.
Se andiamo avanti impedendoci di uscire da vecchi schemi ideologici di fede o coltivando vecchi pregiudizi non vagliati criticamente allora vincerebbero sempre i Clinton che dicono di rappresentare il nuovo e gli interessi del popolo, ma che invece difendono solo gli interessi dei ristretti ceti che al potere già ci sono, cioè l'establishment.
Se vogliamo prepararci al futuro o almeno cercare di esplorare cosa potrebbe essere il cambiare veramente, volgiamoci a guardare non ai partiti ed alle persone dei loro capi, ma ai problemi.
E' una rivoluzione copernicana di metodo, ma bisogna farla per vivere nel mondo di oggi.
Guardiamo ai problemi ed alla real politique e non alle sensazioni di pancia o ai pregiudizi maturati.
Se lo facessimo sarebbe "la caduta degli dei", nel senso che cadrebbero quasi tutti i nostri riferimenti precedenti.
Per esempio l'America e la narrazione che ci siamo fatta dell'America da decenni.
Abbiamo da decenni fatta nostra la narrazione che gli americani si sono costruita per coprire i loro puri e semplici interessi imperiali.
Loro hanno la forza militare di gran lunga prevalente sul nostro pianeta e la usano da decenni per salvaguardare la loro totale signoria sui mari e sulle rotte marittime coperte con flotte dedicate ad ogni area geografica, nè più nè meno di come aveva fatto la Regina Vittoria per salvaguardare l'Impero Britannico con le cannoniere.
Hanno combattuto due guerre mondiali per impedire alla Germania di divenire potenza egemone in Europa e poi in Eurasia, in grado di insidiare il loro primato.
Poi hanno combattuto una lunga guerra fredda per impedire sempre il formarsi di una potenza egemone mirante alla leadership dell'Eurasia e hanno stravinto con l'implodere su sè stesso dell'impero sovietico.
Forse presi dall’ebrezza di chi vince sempre si sono infine cacciati in una serie di guerrette anche sanguinose ma totalmente inutili e gestite talmente male da averle perse alla fin fine tutte : Vietnam, guerre del Golfo (Iraq) , Afganistan, ex Iugoslavia, intervento maldestro in Libia, ora presunta guerra all'Isis che era stata un'invenzione americana in funzione anti Iran, nè più nè meno di come erano stati i Taliban e al Qiaida in funzione antirussa.
Tutto coperto dalla narrazione della nazione che sente la responsabilità unica di difendere ed esportare la democrazia in ogni parte del mondo, tutto per puro idealismo umanitario.
Ma se ragioniamo in termini di realpolitique, la narrazione va tutta riscritta.
Prima ci sono gli interessi di una nazione ancora imperiale che ha tenuto per esempio nientemeno che la Germania (anche quella unificata dopo la caduta del muro) in condizioni di sudditanza e di sovranità limitata, mantenendo sul suolo tedesco ampie truppe americane e grandi basi sempre sul suolo tedesco, dove la loro presenza non ha più alcun senso da decenni, imponendo alla Bundesweher cioè all'esercito tedesco di rimanere in condizioni di deplorevole debolezza.
A casa nostra non è che le cose vadano diversamente quanto a presenza di militari americani non soggetti alle leggi italiane, basi logistiche, installazioni varie e depositi di bombe atomiche, dei quali ovviamente non abbiamo e non abbiamo avuto mai le chiavi.
Trump fa il pazzo?
Ma no, Trump depurato dal folklore del quale è deplorevolmente maestro, fa il suo mestiere di imperatore, come avevano fatto tutti i suoi predecessori.
Ma attenzione le cose stanno cambiando.
La stessa America non ha più abbastanza soldi da poter permettersi di sperperarli nelle guerre dei Bush, e Clinton, deve stare più cauta pur continuando ad avere totale supremazia dei mari.
Ma anche le formiche nel loro piccolo si incazzano, sopratutto se non sono formiche, come la apparentemente mansueta Merkel si sta incazzando non perchè Trump è un mezzo matto, ma perchè vuole far giocare appieno all'Europa della quale è leader indiscussa ed egemone la sua partita per la supremazia guardando lontano fino all'Eurasia, essendo la Russia un naturale alleato e non un nemico, come vorrebbero gli Usa.
E oltre fino alla Cina.
E qui è dove salta la cistifellea per la rabbia ai poteri forti dell'America profonda, ai manovratori delle potentissime agenzie governative ,perchè sanno che è su questo terreno che l'America è destinata a perdere la sua battaglia strategica e lasciare ad altri la sua ambizione imperiale.
La Cina ha le dimensioni e i mezzi per crescere più dell'America, molto più dell'America
e gli analisti americani sanno fare quello che in statistica si chiama calcolo di inferenza, cioè se le cifre dell'economia cinese incrementano con la cifra data in quanti anni superereanno gli Usa?
Si sono ovviamente già data la risposta e sono tutti impegnati a mettere fra le ruote cinesi tutti bastoni possibili immaginabili.
Ma anche i cinesi sanno fare i conti e hanno enormi surplus commerciali da investire.
L'America ha nel suo immaginario colletivo l'dea della "nuova frontiera" quando conquistò il famoso West.
Ebbene i Cinesi hanno lanciato anche loro il loro programma storico di nuova frontiera che si chiama "One Belt,One Road", cioè la moderna nuova "via della seta", marittima e terrestre (via treno) di dimensioni mai viste prima per costruire di fatto l'Eurasia.
Vedete che siamo già nel futuro se solo lo vogliamo, altro che Renzi ed altri attoruncoli di spalla.
E i Cinesi guardano insistentemente a Trieste come possibile formidabile e colossale hub.
I nostri attoruncoli lasceranno passare questa occasione storica senza decidere nulla come è loro costante abitudine?