L’avevamo detto solo nel post di ieri. O si pone come priorità politica togliere il potere televisivo a Berlusconi o tornerà tutto come prima usando la solita potentissima arma della disinformazione sistematica a reti pressoché unificate.
E infatti addirittura proprio ieri il caimano in persona ha provveduto a confermare il nostro assunto dichiarando davanti alle telecamere che il governo tecnico di Monti rappresenterebbe una sospensione della democrazia.
Il suo primo gazzettiere in carica, Sallusti gli ha fatto eco con ancora maggiore chiarezza sul Giornale di oggi : la sospensione della democrazia consisterebbe nel fatto che il governo Monti non è un governo eletto dal popolo.
Berlusconi e Sallusti sanno benissimo di dire una balla colossale, ma chi se frega, il loro scopo è sempre lo stesso : fare una affermazione falsa, ripeterla per mesi fino a quando la gente che li segue non si sarà convinta che sia la pura verità.
Perché la storia del governo non eletto dal popolo è una balla?
Perché come sa bene chiunque abbia sfogliato le prime pagine di un testo di diritto pubblico anche solo al livello di diploma di ragioniere (ora diploma di Istituto Tecnico Commerciale) la Costituzione Italiana descrive una repubblica parlamentare nella quale eletto è solo il Parlamento.
Il governo non è affatto eletto dal popolo, ma è nominato con le procedure descritte per ricevere la fiducia del Parlamento, unico eletto al quale risponde costantemente.
Per favore spendete un minuto e andate a rileggervi l’art. 92 della Costituzione e poi tenetevi sempre la stessa Costituzione a portata di mano perché questo è solo l’inizio, la campagna di disinformazione è appena partita.
E qual è la puerile pezza d’appoggio delle affermazioni berlusconiane?
La solita lagna che nelle schede elettorali del 2008 nel contrassegno del Pdl di sarebbe stato scritto il nome del caimano e questo sarebbe stato sufficiente per cambiare la costituzione con il 30% dei voti raggiunti dallo stesso caimano.
Ci sarebbe da ridere, come sempre quando parla lui, ma sappiamo bene come anche le pure sciocchezze possano essere accolte come verità se ripetute all’infinito a reti unificate.
Come da vecchio democristiano, se pure di sinistra, rimpiango quella che nella prima repubblica era stata la sempre incombente presenza dei mastini del PCI, da Paietta a Fortebraccio, che sapevano bene fare una opposizione istituzionale di ferro.
Se allora quelli che per me erano “i nostri” avessero detto anche solo una balla insostenibile come quella sopra riportata il giorno dopo l’Italia sarebbe stata inondata di manifesti che quella balla l’avrebbero smascherata pesantemete.
Oggi la disinformazione sistematica dei media berlusconiani risulta così efficace anche perché l’opposizione sembra un coro di voci bianche, altro che di mastini.
Stiamo attenti però perché il pericolo è doppio.
Nelle università americane, che come è noto sono sempre avanti qualche anno rispetto a noi, l’emergente filosofo della politica Slavoj Zizek nei suoi corsi cita il berlusconismo come l’esempio paradigmatico se non proprio di fascismo, di autoritarismo declinato in una veste nuova ed esattamente nelle forme di “edonismo liberale e di autoritarismo soft”.
Non ne abbiamo abbastanza di guai, dobbiamo proprio essere noi a sperimentare un nuovo tipo di regime politico, già citato nei corsi universitari che contano come deplorevole?
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