È successo l’impensabile. L’ingombrante protagonista della politica italiana negli ultimi diciotto anni se ne è andato per sempre dal governo fra le grida di “buffone”, “buffone”.
Per sempre? Questo non è un dettaglio da poco.
I gazzettieri dei suoi giornali di famiglia hanno già rispolverato la fortunata espressione che il grande Montanelli aveva inventato per descrivere le capacità di reinventarsi di Fanfani “il rieccolo”.
Loro sognano un Berlusconi dietro le quinte che si ritempra per ritornare alla ribalta nel 2013 con i trucchetti di sempre: la voce del padrone che ripete giorno per giorno le solite lagne della disinformazione sistematica.
In un altro paese non sarebbe un problema, ma in Italia lo è.
In Inghilterra, Francia, Germania i cittadini nella quasi totalità leggono quotidianamente un giornale, per lo più “indipendente” nel senso di non di partito o tanto meno di proprietà di un esponente politico.
In Italia il quotidiano di informazione (esclusi quindi quelli esclusivamente sportivi) viene letto da una stretta minoranza ed il mercato dell’informazione è per di più occupato anche da quegli oggetti misteriosi per i nostri cugini europei, che sono i giornali di partito, che sopravvivono esclusivamente perché usufruiscono del finanziamento pubblico, o ancora peggio una parte del mercato è occupato da fogli di proprietà di un solo esponente politico.
In Italia la stragrande maggioranza dei cittadini ha scelto di essere informata, si fa per dire, pressoché esclusivamente dai tg televisivi, controllati per cinque settimi da quel medesimo esponente politico.
Allora, parliamoci chiaro, il governo tecnico del Prof. Monti non è altro che una foglia di fico per fare alcune cose impopolari senza assumersene direttamente la responsabilità e facendo finta che le abbia fatte lo spirito santo.
Questa la forma, ma la realtà di fatto non cambia di un millimetro perché il parlamento è sempre quello e quelli che votano sono sempre quelli, da Berlusconi a Bersani a Scilipoti.
Con tutto questo ben venga questo espediente per fare di corsa in pochi mesi quello che non si è stati capaci di fare per anni o per decenni, ma evitiamo di ingannarci, la politica non si è affatto ritirata, è e sarà sempre lì incombente con tutti i suoi difetti irrisolti, compreso l’anomalo Berlusconi.
Pronto, anzi prontissimo a tornare se i non berlusconiani non si decideranno a capire che bisogna togliergli dalle mani lo strapotere televisivo.
Esercitare un’attività imprenditoriale anche nel campo televisivo è una cosa, controllare la quasi totalità dell’informazione è un’altra e in nessun paese del mondo democratico i cittadini potrebbero tollerare che un politico assuma nei confronti dei concorrenti il vantaggio competitivo di controllare i mezzi di informazione, perché in questo caso non ci sarebbe competizione.
Nessuno ne parla ma questo è il nodo della politica italiana, che non potrà ma diventare “normale” fino a quando non avrà risolto questo gigantesco problema.
Se non si sarà capaci di risolverlo nel 2013 Berlusconi avrebbe moltissime probabilità di tornare per rifarsi gli affari suoi trascurando del tutto i problemi del paese come ha fatto per quasi vent’anni.
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