venerdì 11 novembre 2011

Mario Monti, uomo di buon livello, ma non è Padre Pio

Ieri Radio 24, la radio del Sole 24 ore, prima di cena ha trasmesso parte delle interviste delle Iene a parlamentari italiani, rincorsi fuori dal Parlamento, secondo lo stile di quei giornalisti d’assalto : la domandina era facile, facile, elementare : lei sa cos’è lo spread?
Uno si è nascosto dietro al paravento di “io non conosco l’inglese”, per evitare di rispondere.
Un altro ha sproloquiato sulla crisi anche lui per evitare di dare la risposta, che evidentemente non conosceva.
Un altro ancora, forse il più acculturato, ha detto che lo spread è la differenza fra entrate e uscite, cioè ha confuso il deficit del bilancio annuale con il debito pubblico accumulato ( come temo faccia gran parte degli italiani).
E questo basterebbe per disperare, ma non basta.
L’altro ieri nella rubrica economico finanziaria del Tg 24 di Sky, Luigi Abete, ex presidente di Confindustria ha dichiarato candidamente di essere preoccupatissimo perché secondo lui i politici chiamati a votare l’ennesima manovra non erano in grado di capire per mancanza di adeguate conoscenze di cosa si trattava.
E beh, allora ecco perché il titolo evoca Padre Pio.
In questa situazione si direbbe che non c’è Monti che tenga.
Ieri Paul Krugman premio Nobel e autore del più diffuso manuale universitario di macro-economia ha scritto sul NY Times quella verità che agli italiani è stata sempre negata : l’Italia entrando nella zona Euro, pur essendo un paese relativamente ricco, si è trovata nella stessa situazione che mette in ginocchio i paesi in via di sviluppo quando richiedono prestiti in valuta straniera.
E’ questo, che Krugman chiama il peccato originale, che allora (1 gennaio 1999) non si era valutato come si sarebbe dovuto, entrando nell’Euro l’Italia trasformava il suo già enorme debito pubblico accumulato in un enorme prestito in valuta straniera, molto più forte dei suoi fondamentali.
Una classe politica avveduta ne avrebbe preso atto e di conseguenza avrebbe da subito introdotto misure a scadenza poliennali per riportare quel debito alla metà come richiesto per essere membri della zona Euro, ma non lo ha fatto, non ci ha nemmeno provato se non in misura risibile.
Ora potrebbe essere troppo tardi, con una classe politica di molto peggiore di quella di allora.
Non nascondiamoci l’evidenza : quale altro paese europeo avrebbe preso sul serio un Berlusconi padrone o potenziale controllore di tutti i media televisivi come capo del governo?
Il nostro purtroppo è un deficit di cultura generale e politica, perché quei parlamentari, dei quali è stata messa a nudo la allarmante ignoranza, rispecchiano un paese che come loro ha ritenuto l’istruzione, la formazione, la cultura, l’informazione libera una pratica troppo noiosa da praticare, meglio annegare nell’intrattenimento.
Questo atto di irresponsabile pigrizia ora, comunque vada, lo pagheremo tutti in moneta sonante.
E auguriamoci di poter pagare ancora in Euro, perché se dovessimo tornare a pagare in Lire, gli analisti hanno già fatto i calcoli, il conto sarebbe del 60% più caro.
E’ possibile venirne fuori ora che nel baratro ci siamo di già, come ha detto la Presidente in carica di Confindustria?
Questi partiti sono degli scatoloni, degli enormi e costosi contenitori con dentro niente.
Nel momento dell’Italia nel baratro ognuno fa per sé.
Ma questo atteggiamento cinico e immorale alla Guicciardini, come si era detto nel post precedente, ora potrebbe persino giovare, perché la ricerca del male minore potrebbe favorire il tentativo di Monti.
Meglio approdare sull’isola di Monti oggi, che finire naufraghi nel mare aperto domani.

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