mercoledì 7 dicembre 2011
Catastrofe evitata forse, ma così proprio non va
Che con questa manovra si sia evitata la catastrofe lo si può sperare ma non è affatto sicuro.
Di sicuro ci sono i numeri che almeno loro non possono mentire e i numeri ci dicono che questa è la manovra più iniqua e classista che si sia mai vista.
La Cgia di Mestre, benemerito istituto di ricerca degli artigiani di Mestre, affermatasi come il più attento analista degli indicatori economici riguardanti il ceto medio ha elaborato una proiezione delle misure economiche adottate dal governo Monti che dimostra in modo incontrovertibile quanto questa manovra sia sballata sul piano dell’equità, sballata al punto da avere messo in atto un sistema di prelievo progressivo all’incontrario nel senso che i meno abbienti pagheranno di più dei ricchi.
Le cifre sono queste : la famiglia con un reddito annuo di 30.000 € pagherà per la manovra una cifra corrispondente all’1,6% del suo reddito; la famiglia con reddito di 50.000 € pagherà una cifra corrispondente all’1,58% del suo reddito; la famiglia con un reddito di 150.000 € pagherà un cifra corrispondente allo 0,98% del suo reddito.
Come si vede c’è progressività all’incontrario.
Per l’ennesima vota mi viene da pensare che mai e poi mai i vecchi e a torto deprecati democristiani avrebbero fatto una corbelleria del genere, perché la storia ultracentenaria del cattolicesimo sociale, presente nel loro Dna glielo avrebbe impedito.
Perché Monti e soci l’hanno fatto? Perché sono l’espressione della lobby dei banchieri?
Ma no. L’hanno fatto perché sono stati ricattati dal solito Berlusca che si è messo di traverso per impedire l’aumento dell’Irpef oltre i 70.000 € e altre serie misure contributive a carico dei più abbienti.
Il Berlusconismo meriterà una attenta analisi da parte dei politologi, perché se è vero che non è corretto da un punto di vista strettamente metodologico qualificarlo come fascismo morbido, di certo è riuscito a manipolare le coscienze e le azioni degli italiani in modo sorprendente e questo episodio postumo lo dimostra in modo eclatante.
Il berlusconismo si è dimostrato una forza politica coerente e determinata nel difendere gli interessi di classe dei più ricchi (ivi comprendendo in primis quelli delle sue aziende), cioè di una classe, o se il termine non è più politicamente corretto, di un ceto estremamente minoritario ed è riuscito nei suoi intenti per quasi vent’anni.
La manipolazione delle coscienze che ha operato Berlusconi usando spregiudicatamente i mezzi di comunicazione di massa e le sofisticate tecniche connesse va ricercata nel fatto che è riuscito a convincere chi ricco non è mai stato e mai lo diventerà che lui era il suo uomo, lui era il difensore del ceto medio dal nemico individuato in un fantomatico comunismo, quando invece i suoi quasi vent’anni di governo o di egemonia politica hanno in realtà impoverito gravemente il ceto medio, come è dimostrato cifre alla mano da mille analisi sociologiche.
Per carità, visti i risultati, sia dato onore al merito del finto non – politico, che nei fatti si è dimostrato politico tanto navigato da riuscire a “fregare” per vent’anni tutta la vecchia classe politica, garantendole la sopravvivenza fisica, ma come Mefistofele rubando loro l’anima.
Ma sia anche riconosciuto che “fregare” insieme alla vecchia classe politica anche l’enorme insieme di persone, che si riconosce nel ceto medio, operando sistematicamente contro i suoi interessi, mentre si presentava come il suo referente politico, senza che questi nemmeno se accorgessero è stata una operazione “fascista”.
Mussolini aveva conquistato il potere difendendo in modo deciso e sistematico i grandi agrari (si veda l’opera in merito del Tasca) e quindi una classe sociale estremamente minoritaria, ma riuscendo a presentarsi come il difensore delle classi popolari usando il marchingegno del coinvolgimento personale e totale del popolo in una isteria nazionalista.
Berlusconi è tutto meno che un grande, ma la sua operazione politica è stata una grande operazione politica.
Ci ha portati alla catastrofe.
Certo, ma per lui e per i ristrettissimi ceti che ha tenacemente rappresentato come abbiamo visto, cosa significherebbe questa catastrofe?
Se io ho una industria con stabilimenti in Romania, in Serbia o in giro per il mondo oppure comunque ho la possibilità di trasferirveli con vantaggi immediati cosa me ne importa se domani il governo italiano non fosse in grado di pagare stipendi e pensioni agli statali, andasse in default e uscisse dall’Euro?
Avrei momentaneamente da spingere sulle vendite fuori d’Italia dove del resto sono già da tempo posizionato per la maggioranza.
Per capire che Berlusconi per loro non è il referente politico ma è un alieno, per il ceto medio che lo ha votato e osannato ci vuole proprio il disastro ? Sappiamo benissimo la risposta, non basterebbe nemmeno il disastro perché la adesione al berlusconismo è stata una fede ceca e non una scelta politica razionale.
Questo non è “fascismo”, morbido e aggiornato come si vuole ?
Ci pensate che negli ultimi giorni della sua presidenza, cioè pochi giorni fa aveva detto che la crisi non c’è, che i ristoranti sono pieni, che negli alberghi non c’è un posto libero e via delirando?
E oggi il suo successore ci dice che non ci sarebbero più stati i soldi per pagare gli statali.
Ma il popolo in questa situazione ,se non fosse stato anestetizzato dalle sue televisioni lo aspetterebbe fuori di casa per menarlo e invece non succede nulla di tutto questo.
Detto questo torniamo alla manovra.
L’impressione è che Monti ci abbia messo la faccia, ma che Berlusconi ci abbia messo del suo più di quanto non si veda.
Monti ha tempo per esprimersi meglio se vuole o se può.
Cartina di tornasole sarà l’asta per l’assegnazione delle frequenze televisive lasciate libere dal passaggio al digitale che se non si interviene andrebbero tutte a Finivest e Rai, guarda che caso.
E poi misure vere per lo sviluppo cioè per l’occupazione dei giovani.
E poi misure vere anticorruzione e anti-casta.
Povero Monti, mi ha impressionato il fatto che lui cattolico “liberale” cioè qualificabile non come parte del mondo cattolico, dopo il primo consiglio dei ministri sia andato in chiesa a pregare, come se si fosse proprio all’ultima spiaggia.
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