Finito il periodo dello Yom Kippur la festa dell’espiazione,
che quest’anno è caduta il 26 settembre, inizia il periodo di Succot, la fesa
della capanne, che dura sette giorni ed
è la ricorrenza che impone il ricordo e
la meditazione sul periodo dell’esodo dall’Egitto, quando il popolo ebraico,
partito in fretta e furia viveva nel deserto in capanne senza nulla sapere o
poter prevedere del proprio futuro.
La liturgia ebraica propone alla meditazione i
temi della precarietà della vita, come precaria era stata la vita del popolo
ebraico nel deserto una volta abbandonato l’Egitto.
Non ostante le sciocche e trite leggende
metropolitane sulla presunta ingordigia di quel popolo, che sarebbe dedito per
intrinseca tara razziale all’accaparramento delle ricchezze finanziarie del
mondo, la liturgia ebraica da sempre in questa festa annuale ripropone proprio
il tema della sobrietà nella gestione dei beni posseduti e della solidarietà
verso i fratelli riproponendo le letture del libro dell’Esodo cap 12 e
seguenti.
Si tratta ovviamente dello stesso libro, contenuto
nella bibbia dei cristiani, ma da noi i rapporti con gli ebrei, che per i
cristiani sono i fratelli maggiori, perché così e scritto in modo indelebile
nella storia, rimangono vaghi , lontani e tutt’altro che liberati e purificati dai pregiudizi ed errori ripetuti
per secoli, che il Concilio Vaticano II ha solennemente sradicato, ma che per
ignoranza, pigrizia o
Inadeguatezza, anche in questo campo, dell’attuale
gerarchia cattolica non pervengono a qualcosa di sostanziale nella realtà della
vita.
Non sarebbe sensato che i cattolici, almeno quelli
più provveduti culturalmente, si recassero in sinagoga a concelebrare i punti
salienti dell’unica bibbia e d’altro canto gli ebrei più provveduti facessero
altrettanto in alcune celebrazioni cattoliche legate all’antico testamento?
Non possiamo con realismo trascurare il fatto che
il libro nero del cattolicesimo porta fra i fatti più nefandi e vergognosi
secoli di persecuzione degli ebrei e che Hitler sia stato solo l’esecutore
materiale di un antisemitismo certo non inventato ed alimentato nei secoli da
lui.
La Shoah ha lasciato ferite proporzionali alla
enormità di quella nefandezza.
Alcuni anni fa sono apparsi in libreria il libro
di Elkan e del Rabbino Toaff ed altri dello stesso tipo, utili almeno
per fornire al lettore i concetti basilari dei due universi culturali e quindi
consentire un dialogo non solo a livello di addetti ai lavori.
Ricordo di
avere apprezzato molto quelle opere ma di
esser sobbalzato sulla sedia leggendo alcune affermazioni del rabbino
Toaff sul cattolicesimo che rilevavano buchi inaspettati nella sua cultura in
materia, che non avrei mai previsto in una persona di tale livello culturale.
Avevo dovuto concludere che le ferite del passato
erano state tanto profonde da indurre uomini di tale levatura a considerare che non valesse tanto la pena di
approfondire lo studio della storia
della chiesa e della sua teologia.
Il passato pesa, ma è ineluttabilmente passato.
Il clima culturale e pratico della globalizzazione,
da tempo in atto nel mondo, non può che indurre tutti a una nuova apertura fra le
culture e le religioni, che ne sono un aspetto almeno storicamente pesantissimo.
Ho sempre condiviso i sogni di quelle anime grandi,
che pensavano fosse da tempo giunto il
momento di costruire templi multi religiosi.
Ne cito uno per tutti, quel grande intellettuale
laico ma di grande spiritualità religiosa, che era stato Dag Hammarskjoeld, segretario
generale dell’Onu dal ’53 al ’61, perito in un misterioso incidente aereo, come
Mattei e altri grandi che avevano dato
fastidio, che nel suo pese natale aveva fatto costruire un tempio multi-religioso
perché trovava che fosse ormai più sensato un tipo di culto ecumenico che non
uno rivolto a una sola denominazione.
E’ ben noto che le gerarchie di tutte le fedi aborrono
questo discorso soprattutto per ragioni di potere.
Speriamo di arrivarci prima che la secolarizzazioni
conduca alla chiusura di tutte le chiese, sinagoghe e moschee ecc. per mancanza
di gente “pensante”, come diceva Martini.
Nessun commento:
Posta un commento