martedì 11 settembre 2012

Scola da ragione a quanto scritto nel post precedente



Mi ha lasciato di stucco il titolo di una pagina del Corriere dell’8 settembre scorso nelle pagine di Milano che recitava testuale : “Editto di Costantino : Milano celebra 1700 anni di libertà religiosa”.
Foto di Scola e di una parte del testo dell’editto del 313.
Che la curia della città, una volta, ma credo anche ora, più moderna d’Italia celebri Costantino è molto, ma molto significativo.
Scola ha cercato in tutti  modo di mascherare la sua vera collocazione teologica e pratica, ma non ha resistito un gran che se ora sbotta con una iniziativa che ai più fra i fedeli rimasti sembrerà solo una normale rievocazione di eventi lontani, del resto familiare col cattolicesimo che ha duemila anni di storia.
Ma a chi ha qualche nozione di teologia e di  storia della chiesa, almeno per quanto riguarda il Concilio Vaticano II, questa è una bomba atomica.
Negli anni sessanta quando si è celebrato quel Concilio non eravamo ancora nell’era dei computer, ma sono certo che se si usassero oggi i computer per vedere quante volte appare nei verbali delle discussioni dei padri conciliari la voce “Costantino” si vedrebbe che questa risulterebbe una delle più ricorrenti.
Nel Vaticano II, tutti lo sanno, del resto, si era parlato molto di Costantino, ma il problema è che non si era affatto parlato di lui per celebrarlo, ma al contrario per porsi il proposito di rinnegare Costantino e tutto quello che ha significato per la chiesa : compromesso e asservimento al potere temporale, facendo della chiesa una istituzione compartecipe del potere in perfetta e radicale infedeltà rispetto alla lettera ed allo spirito del messaggio evangelico.
Potere, grande potere vuol dire gestione delle ricchezze, con tutto il seguito di miserie annesse e connesse.
Potere e ricchezze da sempre al servizio di una “casta” di gerarchi delle istituzioni ,si direbbe oggi , che nessun vantaggio hanno mai portato al popolo o al gregge dei fedeli.
Non annoierò il  lettore con le citazioni dei passi dei vangeli appropriati a confortare le affermazioni appena fatte perché è facilissimo andarsele a cercare e più facile ancora cercarsele nella memoria : dal cammello che non può passare per la cruna di un ago a tutto il resto.
Se poi ci volessimo concentrare un momento sulla grande simpatia che Gesù e il suo amico Giovanni Battista avevano riservato gli uomini gestori del potere dal grande sacerdote al re Erode ecc. invito il lettore a seguire lo stesso procedimento.
Spero che l’errore pacchiano del titolo sopra citato  del Corriere che associava all’editto di Costantino la libertà religiosa sia dovuto alla scarsa cultura religiosa e soprattutto storica di chi ha fatto quel titolo per il giornale e non sia invece un suggerimento proveniente dai coltissimi monsignori di curia, che per scrivere una cosa del genere dovrebbero essere in perfetta malafede.
Il titolo costituisce una falsificazione delle storia veramente ingiustificabile.
Innanzi tutto decenni si studi storici recenti hanno dimostrato che le feroci persecuzioni dei cristiani, che ricordiamo dal catechismo e dai libri di storia della nostra infanzia (per chi ha ora una certa età ovviamente) vanno ridimensionate in modo drastico sia per il numero dei maritiri sia per il fenomeno in sé che è stato tale solo in alcuni anni e che non era diretto affatto contro i contenuti di una particolare religione ma era la conseguenza di una non ottemperanza verificata e ripetuta a leggi allora in vigore, che avevano largo consenso nella religione civile dei romani.
Per secoli la propaganda cattolica ha presentato il mondo così detto “pagano” come un mondo dissoluto e culturalmente arretrato che osteggiava la venuta della civiltà cristiana, portatrice di luce di civiltà, in un mondo che ancora non era abbastanza civile.
Storicamente questa è solo una facile versione propagandistica ripatuta per secoli ma senza alcun fondamento nella realtà.
Gli studiosi dell’antichità hanno dimostrato, anche ricorrendo a moltissime testimonianze archeologiche (per esempio frasi scolpite nei  marmi che ci sono rimasti e che tutti possono vedere), che la Roma  imperiale era al culmine della civiltà, anche nel senso che etnie e religioni diversissime convivevano pacificamente.
In altre parole la Roma imperiale assomigliava molo al famosissimo “melting pot”, mescolanza dei diversi, delle attuali tanto celebrate New York o Londra.
Il nascente cristianesimo non era affatto la luce culturale che mancava.
Il nascente cristianesimo era un corpus di credenze che un furbo e spregiudicato imperatore, che di cristiano non ha  mai avuto nulla (anche il fatto del presunto battesimo all’ultimo momento “in articulo mortis” appare poco verosimile) e che si era ricoperto di delitti orribili anche nel solo ambito  familiare, aveva scommesso che potesse in quel momento giovargli.
Costantino aveva giudicato la situazione sociale di Roma come caratterizzata da un eccessivo pluralismo, che a suo giudizio avrebbe potuto creare anarchia e indebolire l’autorità imperiale e fece una spregiudicata scommessa politica (si noti bene politica) : che il nuovo cristianesimo avrebbe potuto essere un buon collante per tenere insieme le istituzioni, come nuova “religione civile”.
Se io riconsco loro come religione, e loro che stanno per diventare la religione prevalente riconoscono me come l’autorità civile alla quale il popolo deve essere sottomesso, ammantando questo riconscimento con il simbolismo addirittura sacrale della religione , per me il gioco è fatto. Cosa ci guadagnagno o ci perdono loro, non sono affari miei.
Questo si ritiene sia stato il ragionamento di Costantino per emettere il famoso editto di Milano del 313.
Politica, pura politica e politica scaltra e funzionale ai suoi disegni.
Come pura politica è stata la successiva convocazione da parte dell’imperatore del  Concilio di Nicea nel 325 nel quale è stata deliberata niente di meno che la dottrina della Santissima Trinità a maggioranza fra i vescovi, sposando non si sa fino a che punto liberamente, la linea scelta dall’imperatore, che seguiva solo ed esclusivamente (non essendo affatto cristiano, questo è certissimo) sue finalità politiche.
Purtroppo non si dispone di fonti sufficenti per conoscere veramente quali siano stati i “lavori” di quel concilio ,in mancanza  gli storici non possono fare altro che presumere che la scelta dell’imperatore sia stata quella a favore della definizione della Trinità perché riteneva che avrebbe causato le minori divisioni possibili e quindi avrebbe salvaguardato la sua strategia politica.
Che sul merito delle definizioni dogmatiche non fosse nemmeno interessato è più che verosimile.
Ora affermare che Costantino avesse portato con l’editto di Milano la libertà religiosa è una falsificazione addirittura pacchiana della storia perché nella Roma imperiale la libertà religiosa c’era di già ed era la norma consolidata dalla sua storia.
I cristiani hanno abboccato all’amo di Costantino che vedendoli avanzare ad un tale ritmo da potere farlo scommettere a favore loro come i probabili titolari della religione prevalente, propose loro lo scambio : voi accettate l’autorità imperiale, anzi voi benedite e sacralizzate la mia autorità imperiale e io vi riconosco libertà di culto pubblico e privato.
Ma Diocleziano qualche decennio prima perché aveva perseguitato i cristiani?
Tutti sappiamo perché non riconoscevano la sua autorità, che era invece sacralmente riconosciuta dalla religione civile di Roma e non volevano rendergli il culto “civile” dovuto all’imperatore, che,  da quando mondo è mondo, voleva avere le spalle coperte non solo dalle spade dei pretoriani ma anche da un riconoscimento “sacrale” della legittimità del suo potere.
Ci penserà San Paolo con il famosissimo passo fondamento del pensiero reazionario-totalitario di tutti i tempi “omnis autoritas a deo”.
Sono stati i cristiani a riconscere Costantino o è stato Costantino a riconoscere i cristiani?
La propaganda cattolica ha per secoli battuto la grancassa sulla seconda parte della frase, fino a formare infinite generazioni di persone convintissime che la storia fosse andata così.
La verità storia è stata probabilmente un’altra ancora. Sono stati tutti e due a fare un patto, riconosciuto di reciproco interesse.
Nel concilio Vaticano II si era addivenuti alla convinzione, allora   maggioritaria, che per i cristiani non fosse stato un buon “concordato”, come non erano stati buoni i concordati quelli che sarebbero venuti nei secoli successivi  ,che fossero verbali consuetudinari o scritti.
Chiaramente Scola la pensa diversamente e non lo nasconde.
Parlare di Costantino fautore della libertà religiosa però è una cosa indegna se si pensa che il suo successore Teodosio nel 380 con l’editto di  Tessalonica proclamò il cristianesimo unica religione e obbligatoria nell’impero con conseguente abolizione di tutti gli altri culti con relative persecuzione dei non cristiani e abbattimento di loro templi.
Ma che bella libertà religiosa!
Scola con questa uscita ha dato ragione a quanto avevo scritto nel post precedente.
Ormai non c’è più spazio in questa chiesa per chi celebra Costantino e chi lo considera l’inizio di tutti i mali.
Dovrebbero essere onesti con sé stessi e separarsi.

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