domenica 30 settembre 2012

50 anni fa la cultura moderna ha corso i 100 metri




Ieri un articolo dell’Observer, uno dei giornali inglesi di maggiore qualità, titolava : ottobre 1962 : il mese nel quale nacque la cultura moderna.
Mi era sembrato esagerato, ma leggendolo mi sono stupito di come siamo portati a dimenticarci così presto delle cose passate, anche delle più vicine.
Quegli anni 60 sono stati veramente formidabili, tanto più se li rivisitiamo in questa nostra epoca di stagnazione, incertezza e conseguente paura del futuro.
In politica appariva l’astro nascente del giovane Kennedy dopo gli anni grigi di Eisenhower.
Era l’innovazione e il cambiamento al potere.
Il primo studente afro americano riesce a iscriversi ad una università americana.
Riletto oggi quell’avvenimento, quando il primo presidente nero sta per riconquistare il suo secondo mandato sembra di rileggere la storia di un altro pianeta.
Iniziavano gli anni della decolonizzazione, cioè dell’indipendenza del così detto terzo mondo, una svolta storica gigantesca che ha cambiato la storia del mondo.
Non ci sarebbe oggi la  globalizzazione se il mondo in via di sviluppo non fosse   stato affrancato allora dal dominio coloniale europeo.
Nelson Mandela veniva messo in galera da chi voleva fare girare la storia al contrario, ma in realtà gli ha dato l’opportunità di spendere mezza vita da recluso a studiare da statista per costruire il Sud Africa libero e prospero di oggi.
Krusciov con il suo populismo estremo ha portato il mondo sull’orlo dell’abisso con la crisi dei missili di Cuba, ma poi ritirandosi ha dimostrato l’inferiorità intrinseca del sistema comunista sovietico.
Da allora però essendo stati a un passo dalla fine del mondo la gente ha capito che la minaccia nucleare andava disinnescata e il mondo si avviò su  quella strada, cominciando a distruggere gli arsenali nucleari delle superpotenze.
Al comunismo sovietico nel suo fanatismo paranoico non rimaneva che la difesa a oltranza alzando il muro di Berlino per evitare che la gente dell’Est apprendesse che all’Ovest capitalistico si stava enormemente meglio che nel loro comunismo, così mal realizzato.
Papa Giovanni dava alla sua chiesa in decadenza a causa dei primi sintomi della secolarizzazione lo scossone del Vaticano II, confrontandosi per la prima  volta con la modernità e sembrava che tutto sarebbe cambiato.
Nel mondo giovanile scoppiano il femminismo e le istanze di libertà sessuale, con la scoperta della pillola contraccettiva, prodromi di cambiamenti sociali imponenti e inarrestabili.
Arrivano nel giro di poco tempo i Beatles, i Rolling Stones, Bob Dylan, Johan Baez rimasti cinquant’anni dopo pietre miliari di un nuovo modo di intendere la musica.
Marilyn Monroe si suicida rendendo così il suo mito immortale.
Appare nelle sale cinematografiche l’indimenticabile interpretazione di Lawrence d’Arabia, che  per la prima volta costringe il cittadino medio a confrontarsi con l’universo culturale arabo, destinato a diventare uno dei protagonisti del mondo futuro.
Inizia la fortunata serie dei film sull’agente segreto 007, il genere thriller in letteratura e nel cinema rimarrà da allora quello più gettonato per anni.
La scienza esplode mostrando alcune delle sue potenzialità più stravolgenti : il New York Times descrive per la prima volta quella strana macchina chiamata computer, che cambierà la vita di tutti noi come mai era successo prima.
L’uomo va sulla luna, la fantascienza viene superata dalla realtà.
Mai nella storia l’uomo aveva fatto tanto in così poco tempo.
Non è affatto male rivedersi quegli avvenimenti per riacquistare un po’ di fiducia nelle capacità umane di innovare e di costruirsi un futuro migliore.

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