mercoledì 7 agosto 2013

Duce!duce! gridava il popolo berlusconiano, sotto palazzo Grazioli, domenica scorsa,ma per chi non vuole sentire non hanno detto niente



Peccato che i berluscones siano prevalentemente nella fascia di età del loro capo, peccato perché  le statistiche dicono ,che in quella fascia l’uso delle moderne tecnologie è minima.
Se le usassero  avrebbero difficoltà a  bersi la inverosimile propaganda ,dopo la condanna definitiva del loro capo, che esce dalla loro parte politica, perché con un Pc e un collegamento internet  ci si schiariscono le idee  in tre secondi.
Cominciamo allora con il link  (http://tv.ilfattoquotidiano.it/2013/08/05/berlusconi-fan-duce-duce-e-al-fatto-gomez-e-travaglio-mondezza-mangio-cuore/241646/dove si può tranquillamente vedere il filmato che riprende il  comizio del gran capo, sotto casa sua  e la relativa manifestazione.
Le grida duce! Duce! e le braccia alzate nel saluto romano sono lì documentate dal video.
Seconda osservazione , una delle così dette amazoni, con incarico governativo, ha dichiarato che alla manifestazione “eravamo in 300.000”.
Ora dalla foto di Palazzo Grazioli in Via del Plebiscito 102, Roma, messa sotto al titolo, è assolutamente evidente, che gli organizzatori hanno scelto giustamente un posto simbolico per loro, ma abbastanza angusto da potere evitare figuracce, nel caso di scarsa partecipazione.
Con un po’ di soldi, che alla politica non mancano e una decina di pullman, qualche centinaio di persone, spesate per partecipare e girare per Roma, non è certo difficile trovarle anche in agosto.
Siamo abituati alle cifre assurde, sparate da partiti e sindacati,  dopo le loro manifestazioni, ma l’aritmetica e la geometria non sono opinioni politiche : basta determinare l’area dove si svolge una manifestazione in metro quadri e moltiplicare quel numero per 3, massimo 4, che è il numero di persone massimo che può contenere un metro quadro e il gioco è fatto. Semplicissimo.
Mille per quella superficie minuscola è già un bel numero.
Ristabilite proporzioni e un minimo  di razionalità,  la prima cosa che non riesco a non dire è che finalmente i fatti mi danno ragione, nel senso che da anni scrivo su questo blog (23-11-2008; 10-6-2010;21-11-2011;29-1-13; 16-5-2013; 26-6-2013) ,che il berlusconismo ormai sopravvive solo come rappresentanza del modo di pensare “para- fascista”, come quello che sostiene Marine Lepen in Francia.
Se siamo arrivati ai seguaci, che quando Berlusconi si affaccia alla finestra, lo accolgono come abbiamo detto, qualcosa di vero in senso fattuale e non di commento ideologico pare che ci sia veramente.
Ma ancora non si può dirlo, non sta bene.
A questo proposito è sintomatico l’articolo di fondo scritto oggi dal pur coraggioso direttore di Repubblica, che non esita per esempio a contraddire  il fondatore  azionista del suo giornale, Eugenio Scalfari, quando deborda nelle sue prediche a difesa di Napolitano e della stabilità del governo Letta.
Mauro analizza le argomentazioni sostenute da Berlusconi e seguaci, per chiedere di cassare di fatto le sentenze avverse invocando un salvacondotto giudiziario.
Giustamente mette in evidenza il fatto, che non  chiedono il salvacondotto giudiziario perché Berlusconi è un politico, (sarebbe insostenibile), ma perché Berlusconi sarebbe “diverso”, “speciale”, “insostituibile”, dotato di un carisma perenne.
E’ la invocata specificità –diversità che regge tutto.
Correttamente Mauro cita poi l’atteggiamento di D’Annunzio a Fiume o la teorizzazione di Carl Schmitt dello “stato d’eccezione” che invoca il leader rivoluzionario, che si pone in contrasto allo stato costituzionale stabilito perché ha la forza di costruirne un altro, modellato su un altro sistema di diritto.
Per intenderci, Schmitt è ora rivalutato per altre sue teorizzazioni, ma è stato pur sempre il presidente dei giuristi nazisti, rischiando per questo il processo di Norimberga.
Cioè Mauro sottolinea il fatto che i ragionamenti avanzati in questi giorni dai berluscones  hanno un loro significato, solo se si riferissero, non a un politico europeo contemporaneo, ma a un leader rivoluzionario, che si appresta appunto a demolire uno stato, per costruirne un altro di altro tipo.
Non ci sono ovviamente le proporzioni, perché una persona dotata di senno possa, immaginare Berlusconi in quella veste e quindi come qualificare gli atteggiamenti sopra descritti?
Mauro li definisce come segnali di assolutismo, autoritarismo, bonapartismo.
Ce n’è abbastanza, ma è veramente strano che ancora non si riesca a pronunciare la parolina : “fascismo” o almeno “para- fascismo”, come più correttamente si definisce l’ispirazione dei movimenti neo-fascisti, nell’Europa di oggi di tipo Lepenista.
Perché avere paura delle parole, un certo termine, quando un termine ci vuole, ci vuole.

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