Hanno regalato a Berlusconi lo slogan per la
prossima campagna elettorale e si sono accollati tutto il peso dell’esborso
corrispondente dell’Imu, che i contribuenti pagheranno con la nuova denominazione di Service Tax, ad
elezioni avvenute.
Quando gli elettori avranno già ringraziato
Berlusconi per il regalino, molto temporaneo, giusto il tempo di prendere
qualche milione di voti di gente disinformata, ma che andrà a votare magari
anche con entusiasmo.
Naturalmente nessuno si prende la briga di
ricordare agli italiani che la promessa berlusconiana fatta alle scorse
elezioni non è stata affatto mantenuta, perché era stata pubblicizzata con l’assegno
per la restituzione di quanto pagato nel 2012, mandato in fax simile a casa
della gente come efficacissima forma di propaganda elettorale.
Finito il racconto delle favole della politica, la
realtà vera è ben altra :
- la Cassa integrazione Speciale (quella che si
applica a coloro che erano già in cassa integrazione ordinaria, ma che hanno
già trascorso il periodo previsto, senza poter ritornare al lavoro) rimasta senza copertura;
- da 4 a 6 milioni di senza lavoro e quindi senza né
stipendio, né reddito, che significa un paese che non cresce e che si
impoverisce progressivamente;
- 6 milioni di proprietari di case “a disposizione”
(seconde case) che pagheranno di più;
- l’aumento dell’Iva ,che diverrà inevitabile, perché
la sua abolizione è manco a dirlo, senza copertura.
E questi sarebbero i grandi risultati per i quali,
secondo gli strateghi quirinalizi e i politici delle così dette grandi intese, sarebbe
stato e sarebbe indispensabile sostenere questo ectoplasma che è il governo Letta- Berlusconi.
Questa sarebbe la ricompensa offerta agli italiani
per avere realizzato la così detta “pacificazione” nazionale, per altro prossima
a saltare in qualsiasi momento a capriccio del pregiudicato leader maximo.
E con gli strateghi sopra citati, praticamente tutti
, letteralmente tutti, gli editorialisti della grande stampa, a dimostrazione
di quanto sia tenue e solo formale la libertà di stampa, se tutti suonano la
stessa campana.
Naturalmente accompagnati dalle truppe dei TG
televisivi, ormai ridotti a mezz’ora di più o meno scoperta propaganda
berlusconiana.
Ma oggi chi parla più del conflitto di interessi e
della necessità di togliere almeno due reti a Berlusconi per ricreare un minimo
di equilibrio e un’opinione pubblica nel paese ?
E il giovane salvatore della patria in
riscaldamento a bordo campo del PD, Matteo Renzi, che oggi ne dice una e domani
sostiene il contrario, a dimostrazione della chiarezza delle sue idee e della
sua articolata strategia, che fa?
Non ha ancora deciso.
E il PD, che fa? Fa la festa a Genova!
Si muove sempre regolarmente col piede sbagliato e
al momento sbagliato.
Cosa c’è da festeggiare?
Ma forse c’è una unica notizia buona, forse il pio
ciellino Mauro, ministro della difesa, dopo avere doverosamente ascoltato papa
Francesco, non ci manderà in guerra in Siria.
Però aspettiamo che arrivi la telefonata di Obama a
Letta e soprattutto al Quirinale, alla quale risponderanno di sicuro con piglio
da statisti con un netto nì.
Piccolo segno di modernità del nostro paese, per
ragioni diverse e contorte, ma almeno tutti e due i Presidenti Letta e
Napolitano, parlano un inglese di buon livello, a differenza di quasi tutti i
loro predecessori, Monti Prodi e Ciampi esclusi.
Bastasse l’inglese….
E l’unica novità della politica italiana, Grillo che fa?
Invita i senatori del 5 Stelle, che osano proporre
line politiche diverse dalla sua ad
andarsene al più presto.
Pazzesco!
D’accordo, l’Italia non è l’Inghilterra, era già un
paese di gracile democrazia quando è nato come stato unitario, poi si è subito
vent’anni di arretramento col fascismo ed ora è ricascato in vent’anni di
regime personale berlusconiano, formalmente democratico, sostanzialmente
involutivo.
Ma se non si riesce a capire che democrazia
significa prima di tutto avere partiti che sistematicamente
eleggono i loro dirigenti locali e nazionali ,votando
su liste contrapposte e cioè scegliendo fra almeno due linee politiche, sostenute
dai relativi rappresentanti, riconosciuti con pari dignità, saremo sempre con un
piede dentro e uno fuori dalla democrazia , dall’Europa, dalla modernità e dal
progresso.
Lo ripeterò fino alla noia, la democrazia non è
andare a votare ogni tanti anni, questo non basta, cioè non è nemmeno il minimo sufficiente
e può addirittura non significare nulla in paesi nei quali si mandano a votare
milioni di analfabeti.
Da noi il PDL non ha fatto congressi per anni e
anni e non ha comunque mai avuto liste contrapposte a Berlusconi.
Pannella, Di Pietro quando c’era, Grillo sono
stati fondatori di partiti personali.
A suo tempo il PCI aveva conservato per decenni il
dogma del centralismo democratico, cioè di fatto non tollerava che venissero
allo scoperto linee politiche in contrasto con quella giudicata ortodossa.
Così la democrazia non funziona, non può
funzionare e milioni di persone in
Italia si sono abituate a tollerare formazioni politiche distorte e non democratiche
nella sostanza, prendendole come buone e assolutamente normali.
Questo danno di fondo lo stiamo pagando anche oggi
prendendo per buoni politici che
dovrebbero invece essere messi nelle condizioni di andare a lavorare per la
prima volta nella loro vita.
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