venerdì 30 agosto 2013

Ultimo capolavoro di insipienza del PD : decretare la finta abolizione dell’imu




Hanno regalato a Berlusconi lo slogan per la prossima campagna elettorale e si sono accollati tutto il peso dell’esborso corrispondente dell’Imu, che i contribuenti pagheranno  con la nuova denominazione di Service Tax, ad elezioni avvenute.
Quando gli elettori avranno già ringraziato Berlusconi per il regalino, molto temporaneo, giusto il tempo di prendere qualche milione di voti di gente disinformata, ma che andrà a votare magari anche con entusiasmo.
Naturalmente nessuno si prende la briga di ricordare agli italiani che la promessa berlusconiana fatta alle scorse elezioni non è stata affatto mantenuta, perché era stata pubblicizzata con l’assegno per la restituzione di quanto pagato nel 2012, mandato in fax simile a casa della gente come efficacissima forma di propaganda elettorale.
Finito il racconto delle favole della politica, la realtà vera è ben altra :
- la Cassa integrazione Speciale (quella che si applica a coloro che erano già in cassa integrazione ordinaria, ma che hanno già trascorso il periodo previsto, senza poter ritornare  al lavoro) rimasta  senza copertura;
- da 4 a 6 milioni di senza lavoro e quindi senza né stipendio, né reddito, che significa un paese che non cresce e che si impoverisce progressivamente;
- 6 milioni di proprietari di case “a disposizione” (seconde case) che pagheranno di più;
- l’aumento dell’Iva ,che diverrà inevitabile, perché la sua abolizione è manco a dirlo, senza copertura.
E questi sarebbero i grandi risultati per i quali, secondo gli strateghi quirinalizi e i politici delle così dette grandi intese, sarebbe stato e sarebbe indispensabile sostenere questo ectoplasma che è il  governo Letta- Berlusconi.
Questa sarebbe la ricompensa offerta agli italiani per avere realizzato la così detta “pacificazione” nazionale, per altro prossima a saltare in qualsiasi momento a capriccio del pregiudicato leader maximo.
E con gli strateghi sopra citati, praticamente tutti , letteralmente tutti, gli editorialisti della grande stampa, a dimostrazione di quanto sia tenue e solo formale la libertà di stampa, se tutti suonano la stessa campana.
Naturalmente accompagnati dalle truppe dei TG televisivi, ormai ridotti a mezz’ora di più o meno scoperta propaganda berlusconiana.
Ma oggi chi parla più del conflitto di interessi e della necessità di togliere almeno due reti a Berlusconi per ricreare un minimo di equilibrio e un’opinione pubblica nel paese ?
E il giovane salvatore della patria in riscaldamento a bordo campo del PD, Matteo Renzi, che oggi ne dice una e domani sostiene il contrario, a dimostrazione della chiarezza delle sue idee e della sua articolata strategia, che fa?
Non ha ancora deciso.
E il PD, che fa? Fa la festa a Genova!
Si muove sempre regolarmente col piede sbagliato e al momento sbagliato.
Cosa c’è da festeggiare?
Ma forse c’è una unica notizia buona, forse il pio ciellino Mauro, ministro della difesa, dopo avere doverosamente ascoltato papa Francesco, non ci manderà in guerra in Siria.
Però aspettiamo che arrivi la telefonata di Obama a Letta e soprattutto al Quirinale, alla quale risponderanno di sicuro con piglio da statisti con un netto nì.
Piccolo segno di modernità del nostro paese, per ragioni diverse e contorte, ma almeno tutti e due i Presidenti Letta e Napolitano, parlano un inglese di buon livello, a differenza di quasi tutti i loro predecessori, Monti  Prodi e Ciampi esclusi.
Bastasse l’inglese….
E l’unica novità della politica italiana, Grillo  che fa?
Invita i senatori del 5 Stelle, che osano proporre line politiche diverse dalla sua  ad andarsene al più presto.
Pazzesco!
D’accordo, l’Italia non è l’Inghilterra, era già un paese di gracile democrazia quando è nato come stato unitario, poi si è subito vent’anni di arretramento col fascismo ed ora è ricascato in vent’anni di regime personale berlusconiano, formalmente democratico, sostanzialmente involutivo.
Ma se non si riesce a capire che democrazia significa prima di tutto avere partiti che sistematicamente uando  è quando elegge i suoiq
eleggono i loro dirigenti locali e nazionali ,votando su liste contrapposte e cioè scegliendo fra almeno due linee politiche, sostenute dai relativi rappresentanti, riconosciuti con pari dignità, saremo sempre con un piede dentro e uno fuori dalla democrazia , dall’Europa, dalla modernità e dal progresso.
Lo ripeterò fino alla noia, la democrazia non è andare a votare ogni tanti anni, questo  non basta, cioè non è nemmeno il minimo sufficiente e può addirittura non significare nulla in paesi nei quali si mandano a votare milioni di analfabeti.
Da noi il PDL non ha fatto congressi per anni e anni e non ha comunque mai avuto liste contrapposte a Berlusconi.
Pannella, Di Pietro quando c’era, Grillo sono stati fondatori di partiti personali.
A suo tempo il PCI aveva conservato per decenni il dogma del centralismo democratico, cioè di fatto non tollerava che venissero allo scoperto linee politiche in contrasto con quella giudicata ortodossa.
Così la democrazia non funziona, non può funzionare e  milioni di persone in Italia si sono abituate a tollerare formazioni politiche distorte e non democratiche nella sostanza, prendendole come buone e assolutamente normali.
Questo danno di fondo lo stiamo pagando anche oggi prendendo  per buoni politici che dovrebbero invece essere messi nelle condizioni di andare a lavorare per la prima volta nella loro vita.


Nessun commento: