venerdì 16 agosto 2013

In Italia e nel mondo ci sono tanti tipi di milionari. Se ne esaminiamo qualcuno, ci accorgiamo che gli Italiani infatuandosi di Berlusconi hanno fatto veramente una scelta al ribasso.




Ho visto giorni fa una trasmissione intitolata :”secret millionaire”, che parlava di un riccone americano ex immobiliarista di successo, che arrivato all’età della pensione con i figli già sistemati e dopo vere perso la moglie, viveva ovviamente, in una villa hollywoodiana di ordinanza sulla costa della California.
Uomo pensoso cerca di dare un senso alla sua vita che sia più alto rispetto a viaggi, party e partite  golf.
Abituato a intraprendere e a lottare tutti i giorni, non cerca modi di passare il tempo, ma di mettere a disposizione degli altri l’energia che ha accumulato negli anni precedenti.
Allora lascia nei cassetti e negli armadi gli abiti griffati, si veste da persona normale e comincia un suo viaggio missione nei quartieri più disastrati di Detroit, ex capitale industriale dell’automobile, come tutti sanno, oggi però sconvolta dalla crisi economica e con interi quartieri deserti e quindi incontrollabili, molti cittadini nella miseria economica e umana, molta mala vita.
Dopo avere girovagato per farsi un’idea individua in un quartiere una piccola organizzazione di volontariato, che lavora con lo stile degli “alcoolisti anonimi”, cioè non provvedendo solo aiuto materiale ove necessario, ma soprattutto parlando sistematicamente a piccoli gruppi, dove ognuno mette a disposizione la propria storia perché sia di aiuto anche agli altri e dove si cercano delle strategie per sopravvivere e possibilmente per venire fuori dalle situazioni più disastrate.
Partecipa a diverse riunioni di gruppo, ascolta molto ,condivide e cerca di dare una mano, cosa che prima di tutto consiste proprio nel venire a conoscenza e condividere umanamente i guai degli altri, che col solo condividere si sentono un po’ più leggeri.
Comincia quindi ad andare a casa di uno e dell’altro cercando di conoscere meglio alcune persone ed a queste cerca di aiutarle nell’immediato.
Fatta una conoscenza approfondita con quattro o cinque persone, messo a conoscenza dei loro molteplici guai e scoperto che si trattava di persone dotate di una notevole umanità e che solo la causalità ceca nelle vicende della vita, aveva colpito duramente, dopo un certo periodo si presenta per quello che è veramente : devi sapere che io ho lavorato duro, ma sono anche stato baciato dalla fortuna e sono diventato un milionario, ti ho conosciuto come una persona di grande spessore umano e quindi meritevole di un aiuto da parte di chi, come me è in grado di dartelo, eccoti quindi un piccolo assegno (di alcune decine di migliaia di dollari) per manifestarti la mia simpatia e aiutarti a venirne fuori.
Ecco, mi sono detto, c’è anche un altro modo di essere milionari.
Pochi giorni dopo casualmente tutti i mezzi di informazione parlano di Sergey Brin, cofondatore di Google, il motore di ricerca ormai diventato compagno di vita di chiunque metta le mani su un computer, cioè praticamente tutti noi.
L’uomo o meglio dato la sua età, il ragazzo, arrivato a sedere su un vistoso mucchietto di svariati miliardi di dollari (una ventina) decide che la quantità abnorme di denaro posseduta gli impone di restituirne una parte al resto dell’umanità, sotto forma di investimenti di interesse e ricadute sociali.
Investe quindi parecchio in studi sui minerali extraterrestri, possibili fonti di ricchezze impensate, ora che le risorse del pianeta si stanno riducendo e alcune si stanno prosciugando.
Investe parecchio in sistemi di guida automatizzata ( automobili che vanno senza guidatore) arrivando a risultati sorprendentemente positivi dopo avere condotto test di centinaia di migliaia di kilometri su prototipi fino a ipotizzare il possibile sbocco di veicoli utilizzabili da tutti per il 2017.
Acquista immobili in quantità industriale Los Alatos, in piena Silicon Valley  per affittarli a prezzi molto al di sotto dei prezzi di mercato a chi non può permettersi di pagare di più.
Finanzia infine il progetto, venuto agli onori della cronaca in questi giorni con il primo hamburger confezionato con carne clonata, cioè prodotta da colture di laboratorio.
Progetto di enorme portata etica e ambientalista, perché oltre a rendere non più necessaria l’uccisione di animali, supererebbe la necessità di allevarli consumando quantità folli di acqua, bene sempre più scarso e stopperebbe la emissione molto elevata dei biogas prodotti dagli animali medesimi.
Quando nella nostra società appiattita sul consumismo che produce come icona di sé stesso un numero sempre più elevato di obesi, tutta tesa a valutare come positivo e da seguire, ciò che appare e non ciò che è, con la conseguenza di esibire la propria volgarità al potere,  si sente parlare di cosa sanno fare questo tipo di milionari, capaci di pensare agli altri, alla scienza ed al bello, sembra di intravedere la possibilità di un nuovo rinascimento.
Nel post del 19 maggio 2011 si era trattato lo stesso argomento citando i maxy investimenti in opere sociali da parte del notissimo milionario Bill Gates (il più ricco del mondo in classifica da più tempo), con scopo tra l’altro di convincere gli africani che col l’ aiuto della sua Ong. è possibile sconfiggere la piaga della malaria.
Il magnate americano David W. Packard ha provveduto al restauro di Ercolano a sue spese.
L’italiano Diego Della Valle si è accollato le spese per realizzare un progetto di restauro del Colosseo.
Warren Buffett, il più famoso gestore di fondi del mondo, con il sopra citato, Bill Gates ha addirittura fondato un sodalizio il “The Giving Pledge” (dare l’impegno) per riunire  81 miliardari del mondo, al momento della fondazione, a impegnarsi pubblicamente per dare almeno la metà del loro patrimonio accumulato, per  la realizzazione di progetti filantropici.
Al mese scorso il numero degli aderenti è salito a 113, che hanno sottoscritto l’impegno, con in gioco cifre enormi.
L’elenco dei filantropi è molto lungo.
C’è gente che il loro lavoro o semplicemente la fortuna ha dotato di un mucchio di soldi e che sostanzialmente si sentono a disagio nei confronti di tutti gli altri e che quindi si impegnano in una gamma di donazioni che va dalle opere di carità tradizionali al finanziamento di progetti scientifici, alla difesa dell’ambiente, al sostegno di progetti di arte o di cultura.
Amici italiani, infatuati di Silvio Berlusconi, pensateci su, fatevi un esame di coscienza, si può anche scegliere di meglio.



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