mercoledì 28 agosto 2013

E’ difficile da credere, ma avranno ancora una volta la faccia tosta di salvare Berlusconi



La dirigenza del PD è andata avanti per mesi dopo le elezioni nel caos più completo , dando a vedere di non avere alcuna linea politica.
Poi, probabilmente a seguito  della rivolta della base e dei quadri delle province , Epifani aveva dato l’impressione di poter esprimere una linea condivisa, senza essere contraddetto : il Pd non salverà Berlusconi.
Ma è durata lo spazio di un mattino.
E infatti il 27 scorso c’è stata l’esternazione di Violante a favore dell’ennesimo salvataggio, servendosi dell’espediente del ricorso alla Consulta sulla legge Severino (la così detta legge anticorruzione, che lo staff di duecento avvocatoni del Berlusca non era riuscito a capire che si sarebbe applicata anche contro il loro munifico cliente).
A ulteriore sostegno è arrivata in quasi contemporanea l’esternazione di un sempre più irriconoscibile Monti, divenuto improvvisamente a favore della grazia.
Si tratta di espedienti giuridici assolutamente senza fondamento giuridico, ma ai politici  poco importa, se non il fatto che sulle sedie che contano rimangano gli stessi titolari.
Monti con l’ingresso in politica ha autodistrutto la sua reputazione, ma Violante non è uno qualunque, è invece un autorevole esponente della  nomenclatura storica del PCI, non è uno che esterna l’idea brillante che gli è venuta nel corso di una profonda meditazione.
E questo è il guaio, perché significa che chi ha dettato la linea non è il povero Epifani, ma il solito baffetto D’Alema, il vero capo occulto della congrega.
Questi d’abitudine una ne dice e una ne disdice senza arrossirne minimamente.
Richiama un altro.
E infatti D’Alema è da sempre  il più autorevole supporter di Berlusconi, uno tiene su l’altro.
E quindi prepariamoci spiritualmente ad assistere alla solita porcata : i giudici sotto accusa e i ladri al potere.
E’ chiaro che dietro a queste esternazioni non c’è nessun disegno politico, degno di questo nome.
Non continuino a insultare le nostre intelligenze invocando lo spread, l’esigenza della pacificazione nazionale e simili idiozie, invocate assolutamente a sproposito.
In un paese civile chi è condannato in via definitiva va in galera e basta, diversamente salta il patto sociale e nessuno è più garantito da nessuna regola.
Non è politica questa, ma la continuazione della solita debordante corruzione italica, che mette prima di tutto il vantaggio pigro e conformista di continuare nella divisione delle spoglie.
La gente si chiede, ma possibile che nessuno sia capace di opporsi? Eppure ci sono nella politica che conta anche persone che godevano della stima e della fiducia della gente.
A questo punto  a pensar male non si fa peccato : probabilmente non ne escono perché non possono uscirne per la semplice ragione che si sono resi ricattabili, forse senza nemmeno renderse conto del tutto.
Ma la legge è implacabile : basta sedersi alla mangiatoia anche una sola volta e ci si gioca la propria libertà  e indipendenza e poi non si può più uscirne.
Peggio che nella mafia.


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