mercoledì 1 aprile 2015

Siamo alle solite : comincia la stagione delle tasse che ci regala la fregatura del 730 precompilato




Renzi viene accettato ormai più per stanchezza che per entusiasmo, ma non può permettersi di eccedere in manifestazioni di puro populismo, come è la presa in giro del 730 precompilato.
Avere i capelli bianchi procura diverse conseguenze spiacevoli ,ma almeno  consente di avere archiviata nella memoria una documentazione più vasta di quella a disposizione dei più giovani.
Ebbene nella mia memoria è archiviato visivamente il “modulo Vanoni”, cioè l’antenato del 730, che arrivava con precisione svizzera nelle cassette della posta di tutti gli italiani dalla fine degli anni ’50 in poi insieme alle prime rondini.
Di conseguenza quando si è cominciato a parlare del 730 precompilato, davo per scontato che sarebbe tornato nelle cassette della posta, come si converrebbe in un paese rispettoso del contribuente- cittadino.
Ma figuriamoci, neanche per sogno, troppa grazia!
Quando mai lo stato si pone al servizio del cittadino cercando di fargli almeno la .piccola cortesia di recapitargli comodamente a casa il modulo della tassa sul reddito, come pare si faccia nel resto del mondo sviluppato?
Niente da fare.
I nostri governanti, che infarciscono i loro discorsi di pessime citazioni inglesi spesso usate a sproposito o con pronunce penose, fingono di non sapere che a causa della loro insipienza il paese che governano non dispone di una “banda larga” appena decente, cioè di una velocità dei servizi internet confrontabile almeno con quella dei nostri cugini europei.
Fingono ancora di non sapere che la percentuale di italiani che giornalmente accedono al Web è la più bassa d’Europa.
E così fingendo impongono a tutti l’uso del “730 precompilato” da scaricarsi obbligatoriamente dal sito delle finanze, beninteso dopo essersi sobbarcata l’abituale via crucis della richiesta del Pin.
Ma attenzione del Pin delle finanze, che è ben diverso sa quello dell’Inps.
Il governo infatti è ben consapevole del fatto che la maggior parte degli italiani sono persone d’età, abituali “smanettoni” che fanno gare di velocità nell’uso della tastiera del  PC, come un tempo nelle scuole per “ragiunat”  e “segretarie d’azienda” si facevano le gare di velocità  nella scrittura commerciale abbreviata denominata stenografia.
Ora, che l’idea del 730 precompilato fosse una forma di “presa per i fondelli” del contribuente era bastanza intuitivo, perché non si vede come l’amministrazione finanziaria possa conoscere in anticipo le  spese che il contribuente ha accumulato  l’anno precedente e che possono essere detratte.
Quindi era dato per scontato che quel modulo avrebbe avuto precompilato solo il frontespizio, contenente in pratica solo i dato del Cud, cioè dei redditi da lavoro dipendente  o da pensione dell’anno precedente.
Caspita!, ma almeno , pur essendo un mezzo servizio, mal pensato all’origine, uno si aspettava che  il famoso modulo comparisse nella cassetta della posta.
Invece no.
Invece i poveri commercialisti ,già imbufaliti delle novità portate, della demenziale stagione fiscale dell’anno precedente (Tari, Tasi Ici  e via dicendo) , ora dovranno comunicare agli sconcertati clienti, che per poter fare il loro lavoro abituale, i clienti medesimi si dovranno presentare presso il loro studio per firmare una delega formale  al commercialista medesimo che lo autorizzi a scaricare il 730 precompilato dal sito delle finanze per conto del cliente.
Pura perdita di tempo e il tempo è notoriamente denaro.
Una corvè in più  significa conto più salato da pagare per il contribuente sia che si rechi dal commercialista di fiducia, sia che si rechi a un Caf  dei sindacati.
Conclusione : più burocrazia, più tempo perso, più soldi da pagare.
E le tasse di fatto aumentano invece che diminuire.
Un capolavoro di insipienza.


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