Siamo alle solite : comincia la stagione delle tasse che ci
regala la fregatura del 730 precompilato
Renzi viene
accettato ormai più per stanchezza che per entusiasmo, ma non può permettersi
di eccedere in manifestazioni di puro populismo, come è la presa in giro del
730 precompilato.
Avere i
capelli bianchi procura diverse conseguenze spiacevoli ,ma almeno consente di avere archiviata nella memoria
una documentazione più vasta di quella a disposizione dei più giovani.
Ebbene nella
mia memoria è archiviato visivamente il “modulo Vanoni”, cioè l’antenato del
730, che arrivava con precisione svizzera nelle cassette della posta di tutti
gli italiani dalla fine degli anni ’50 in poi insieme alle prime rondini.
Di
conseguenza quando si è cominciato a parlare del 730 precompilato, davo per
scontato che sarebbe tornato nelle cassette della posta, come si converrebbe in
un paese rispettoso del contribuente- cittadino.
Ma
figuriamoci, neanche per sogno, troppa grazia!
Quando mai
lo stato si pone al servizio del cittadino cercando di fargli almeno la .piccola
cortesia di recapitargli comodamente a casa il modulo della tassa sul reddito,
come pare si faccia nel resto del mondo sviluppato?
Niente da
fare.
I nostri
governanti, che infarciscono i loro discorsi di pessime citazioni inglesi
spesso usate a sproposito o con pronunce penose, fingono di non sapere che a
causa della loro insipienza il paese che governano non dispone di una “banda
larga” appena decente, cioè di una velocità dei servizi internet confrontabile
almeno con quella dei nostri cugini europei.
Fingono
ancora di non sapere che la percentuale di italiani che giornalmente accedono
al Web è la più bassa d’Europa.
E così
fingendo impongono a tutti l’uso del “730 precompilato” da scaricarsi
obbligatoriamente dal sito delle finanze, beninteso dopo essersi sobbarcata
l’abituale via crucis della richiesta del Pin.
Ma
attenzione del Pin delle finanze, che è ben diverso sa quello dell’Inps.
Il governo
infatti è ben consapevole del fatto che la maggior parte degli italiani sono
persone d’età, abituali “smanettoni” che fanno gare di velocità nell’uso della
tastiera del PC, come un tempo nelle
scuole per “ragiunat” e “segretarie
d’azienda” si facevano le gare di velocità
nella scrittura commerciale abbreviata denominata stenografia.
Ora, che
l’idea del 730 precompilato fosse una forma di “presa per i fondelli” del
contribuente era bastanza intuitivo, perché non si vede come l’amministrazione
finanziaria possa conoscere in anticipo le spese che il contribuente ha accumulato l’anno precedente e che possono essere
detratte.
Quindi era
dato per scontato che quel modulo avrebbe avuto precompilato solo il
frontespizio, contenente in pratica solo i dato del Cud, cioè dei redditi da
lavoro dipendente o da pensione dell’anno
precedente.
Caspita!, ma
almeno , pur essendo un mezzo servizio, mal pensato all’origine, uno si
aspettava che il famoso modulo comparisse
nella cassetta della posta.
Invece no.
Invece i
poveri commercialisti ,già imbufaliti delle novità portate, della demenziale
stagione fiscale dell’anno precedente (Tari, Tasi Ici e via dicendo) , ora dovranno comunicare agli
sconcertati clienti, che per poter fare il loro lavoro abituale, i clienti
medesimi si dovranno presentare presso il loro studio per firmare una delega
formale al commercialista medesimo che
lo autorizzi a scaricare il 730 precompilato dal sito delle finanze per conto
del cliente.
Pura perdita
di tempo e il tempo è notoriamente denaro.
Una corvè in
più significa conto più salato da pagare
per il contribuente sia che si rechi dal commercialista di fiducia, sia che si
rechi a un Caf dei sindacati.
Conclusione
: più burocrazia, più tempo perso, più soldi da pagare.
E le tasse
di fatto aumentano invece che diminuire.
Un
capolavoro di insipienza.
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