martedì 29 gennaio 2013

Berlusconi e il fascismo dopo le esternazioni al binario 21





Su questo blog si è trattato anche a lungo di questo argomento  (fra gli ultimi vedi i post del 11/12/12 e del 31/11/12) .
Si era detto alla fine che siccome almeno i numeri  non mentono mai, sarebbe stato opportuno ragionare su quelli per vedere che una volta che  Monti  ha occupato in modo credibile lo spazio del  centro (10/15%), al Cavaliere non sarebbe rimasto che occupare lo spazio della destra – destra.
Si era detto con più precisione che lo spazio politico che rimaneva al Cav. era quello di un partito di tipo Lepenista, cioè para-fascista, che ovunque in Europa ha attualmente uno spazio fra il 10 e il 15%.
Questo spazio  in Italia era occupato ufficialmente dalla Lega; dalla destra fascista di Storace; e da quella detta ex fascista dei vari Alemanno, Gasparri ecc, a suo tempo confluiti nel Pdl, che quindi era già di suo e da anni un partito con un’anima lepenista  para- fascista.
Si era anche ricordato che quando lo scorso anno il partito del Cav. ha fatto per la prima volta qualcosa di simile ai congressi locali per eleggere gli organi direttivi territoriali, gli ex A.N. cioè i così detti ex fascisti, avevano pressoché sbancato,  occupando un numero posti dirigenziali ben al di là delle dimensioni, che si presumeva avesse la loro componente.
Quindi la base del Pdl, quando per la prima volta è stata chiamata a esprimersi, si è espressa  facendosi rappresentare dagli ex fascisti e quindi mostrando chiaramente e  in modo del tutto trasparente quale fosse l’orientamento della base del partito.
E allora cosa c’è da sorprendersi se il Cav. esprime i suo apprezzamento per Mussolini?
Mi è piaciuto molto il commento fatto in proposito da una persona più che qualificata per parlare di fascismo, donna Assunta Almirante.
Intervistata ieri da Repubblica ha detto di avere avuto occasione di parlare più volte col Cav. e di ritenere che non sia fascista, ma di avere ricavato l’impressione che lo stesso  provi nei riguardi del Duce una grande invidia.
Invidia significa fare questo ragionamento : lui c’è riuscito, io non ci riuscirò mai.
Questo è il problema del Cav. vorrebbe, ma sa di non essere adeguato.
Tutte le volte che ho parlato del Cav. ho sempre detto di essere convinto che l’uomo sia un freddo calcolatore, abilissimo nel tenere la scena per recitare la parte che si è studiata per bene, prima di recitarla.
Di conseguenza sono convinto che la scelta sciagurata e moralmente abietta di dire quello che ha detto alla commemorazione di tutti coloro che hanno fatto un viaggio di sola andata ai campi di sterminio dal binario 21 della Stazione Centrale di Milano, sia stata programmata e voluta per dare più risalto alla cosa e trarne il maggior vantaggio elettorale possibile.
Concordo pienamente con donna Assunta, al Cav del fascismo non importa nulla, come non gli importa nulla della democrazia, quello che gli interessa sono solo i volti dei simpatizzanti fascisti, ma ancora di  più di quelli  non  fascisti, ma “riduzionisti” sui mali del fascismo, per ragioni sentimentali.
L’uomo è molto più sottile di quello che appare e che recita portando quella  maschera da clown.
Fosse davvero un clown il Cav. non sarebbe pericoloso, ma quella da clown è una maschera che indossa per conquistare consensi, dietro c’è il freddo calcolatore.
Il gioco di raffinata psicologia cognitiva  che il Cav. porta avanti con successo da vent’anni è quello che recitava magistralmente il suo amico, non a caso, Mike Buongiorno : fare la parte del bonaccione che casca in  una sequela di  gaffe, per finta ignoranza, al fine di convincere gli italiani di essere uno di loro e quindi per convincerli a identificarsi con lui.
Il Cav. sa che la parte più anziana degli italiani è stata fascista, non per particolare convinzione ideologica, ma per convenienza o anche per puro entusiasmo giovanile verso le idee di patria ed onore.
E che di conseguenza con un effetto ”transfer” è portato a identificare tutte le cose piacevoli della propria giovinezza con il periodo storico, che hanno vissuto da giovani, cancellando automaticamente dalla loro mente gli orrori e gli errori del medesimo periodo.
Tendono quindi inconsciamente ad assumere posizioni “riduzioniste” a proposito degli errori del fascismo tipo : “Mussolini ha fatto tanto bene, se solo non avesse fatto la guerra” oppure “è tutta colpa di Hitler quel diavolo, noi italiani non siamo mai stati cattivi come i nazisti, non ce l’avevamo con gli ebrei” eccetera eccetera.
Sono posizioni sentimentali, non razionali, la ragione ci dice invece che il mito degli ” italiani brava gente” è smentito da una documentazione storica difficilmente confutabile; che Mussolini è stato il maestro di Hitler e non viceversa; che le riviste sulla razza superiore sono state edite dal PNF ben prima delle leggi razziali, che non sono state affatto imposte dai Nazisti, ma che erano autoctone  nel fascismo italiano.
Mussolini ha fato il welfare? certamente che ne ha messo le basi, come Hitler col riarmo ha ridato lavoro a tutti, ma questo che vuol dire?
E’ in questi ragionamenti che si evidenzia l’errore logico “riduzionista” quando l’inconscio distorce la ragione, le case popolari o le bonifiche possono mai cancellare la schiavizzazione della minoranza ebrea degli italiani? la loro distruzione fisica e razziale, l’abbattimento delle istituzioni democratiche, i morti e i feriti delle guerre sbagliate perché fatte contro le democrazie, che negli scopi di guerra avevano guarda caso proprio l’istituzione del welfare e dell’uguaglianza dei cittadini di fronte alla legge ?
C’era un errore di fondo un peccato originale nel fascismo, che era insito nella sua natura : era nato col colpo di stato della marcia su Roma e quindi sulla distruzione della democrazia, che non è un optional  ma è l’unica forma di vita sociale che consenta alla persona umana di espletare la sua dignità.
Purtroppo questo meccanismo psicologico di riduzionismo per ragioni sentimentali inconsce è comunissimo.
Ed è pericoloso  proprio perché essendo mosso da forze inconsce   porta le persone a errori clamorosi, che moltissimi non riescono a superare perché ingannati dal loro subconscio.
Mi ha sempre colpito come esempio emblematico di questo meccanismo perverso la posizione di un uomo di grandissima statura  professionale e morale come è stato Indro Montanelli.
Il meccanismo sopra descritto gli ha sempre impedito di prendere una posizione netta contro l’uso dei gas praticato dalle nostre truppe in Africa, dove aveva combattuto giovanissimo, così come tendeva ad assumere una posizione  riduzionista in altre colpe del fascismo.
Così facendo, lui, il più anglosassone  dei giornalisti italiani per cultura e statura professionale ha finito per pagare quei giudizi sbagliati, perché aveva dato retta al suo inconscio e non alla sua mente razionale, raccogliendo sul più prestigioso giornale del mondo il NY Times un necrologio orribile, che certo non si meritava, venendo descritto come se fosse stato un nostalgico ex fascista.
Perché il Cav. si è esposto all’obbrobrio di quelle dichiarazioni davanti al binario 21?
Perché la sua fredda mente razionale sa che gli uomini si fanno fregare dal sentimento e dall’inconscio, quando si lasciano guidare da quelle potentissime forze  a sproposito, soprattutto quando sono anziani e ha deciso di giocarsele a suo favore.
Abietto? Forse, ma : à la guerre come à la guerre”, la politica si fa anche così.
Purtroppo però un aspirante ducetto, che sa di non essere all’altezza è ancora più pericoloso di un duce vero con tutti gli attributi, perché è disposto a giocare usando veramente  tutti i mezzi per sopperire ai suoi limiti evidenti.
Lo si vede e forse ne vedremo anche di peggio in questo prossimo caldissimo febbraio.

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