Su questo blog si è trattato anche a lungo di questo
argomento (fra gli ultimi vedi i post del
11/12/12 e del 31/11/12) .
Si era detto alla fine che siccome almeno i
numeri non mentono mai, sarebbe stato
opportuno ragionare su quelli per vedere che una volta che Monti ha occupato in modo credibile lo spazio del centro (10/15%), al Cavaliere non sarebbe
rimasto che occupare lo spazio della destra – destra.
Si era detto con più precisione che lo spazio
politico che rimaneva al Cav. era quello di un partito di tipo Lepenista, cioè
para-fascista, che ovunque in Europa ha attualmente uno spazio fra il 10 e il
15%.
Questo spazio in Italia era occupato ufficialmente dalla
Lega; dalla destra fascista di Storace; e da quella detta ex fascista dei vari
Alemanno, Gasparri ecc, a suo tempo confluiti nel Pdl, che quindi era già di
suo e da anni un partito con un’anima lepenista
para- fascista.
Si era anche ricordato che quando lo scorso anno
il partito del Cav. ha fatto per la prima volta qualcosa di simile ai congressi
locali per eleggere gli organi direttivi territoriali, gli ex A.N. cioè i così
detti ex fascisti, avevano pressoché sbancato,
occupando un numero posti dirigenziali ben al di là delle dimensioni,
che si presumeva avesse la loro componente.
Quindi la base del Pdl, quando per la prima volta
è stata chiamata a esprimersi, si è espressa
facendosi rappresentare dagli ex fascisti e quindi mostrando chiaramente
e in modo del tutto trasparente quale
fosse l’orientamento della base del partito.
E allora cosa c’è da sorprendersi se il Cav.
esprime i suo apprezzamento per Mussolini?
Mi è piaciuto molto il commento fatto in proposito
da una persona più che qualificata per parlare di fascismo, donna Assunta
Almirante.
Intervistata ieri da Repubblica ha detto di avere
avuto occasione di parlare più volte col Cav. e di ritenere che non sia
fascista, ma di avere ricavato l’impressione che lo stesso provi nei riguardi del Duce una grande invidia.
Invidia significa fare questo ragionamento : lui
c’è riuscito, io non ci riuscirò mai.
Questo è il problema del Cav. vorrebbe, ma sa di
non essere adeguato.
Tutte le volte che ho parlato del Cav. ho sempre
detto di essere convinto che l’uomo sia un freddo calcolatore, abilissimo nel
tenere la scena per recitare la parte che si è studiata per bene, prima di
recitarla.
Di conseguenza sono convinto che la scelta
sciagurata e moralmente abietta di dire quello che ha detto alla commemorazione
di tutti coloro che hanno fatto un viaggio di sola andata ai campi di sterminio
dal binario 21 della Stazione Centrale di Milano, sia stata programmata e
voluta per dare più risalto alla cosa e trarne il maggior vantaggio elettorale
possibile.
Concordo pienamente con donna Assunta, al Cav del
fascismo non importa nulla, come non gli importa nulla della democrazia, quello
che gli interessa sono solo i volti dei simpatizzanti fascisti, ma ancora di più di quelli non fascisti,
ma “riduzionisti” sui mali del fascismo, per ragioni sentimentali.
L’uomo è molto più sottile di quello che appare e
che recita portando quella maschera da
clown.
Fosse davvero un clown il Cav. non sarebbe
pericoloso, ma quella da clown è una maschera che indossa per conquistare
consensi, dietro c’è il freddo calcolatore.
Il gioco di raffinata psicologia cognitiva che il Cav. porta avanti con successo da
vent’anni è quello che recitava magistralmente il suo amico, non a caso, Mike
Buongiorno : fare la parte del bonaccione che casca in una sequela di gaffe, per finta ignoranza, al fine di convincere
gli italiani di essere uno di loro e quindi per convincerli a identificarsi con
lui.
Il Cav. sa che la parte più anziana degli italiani
è stata fascista, non per particolare convinzione ideologica, ma per
convenienza o anche per puro entusiasmo giovanile verso le idee di patria ed
onore.
E che di conseguenza con un effetto ”transfer” è
portato a identificare tutte le cose piacevoli della propria giovinezza con il
periodo storico, che hanno vissuto da giovani, cancellando automaticamente
dalla loro mente gli orrori e gli errori del medesimo periodo.
Tendono quindi inconsciamente ad assumere
posizioni “riduzioniste” a proposito degli errori del fascismo tipo : “Mussolini
ha fatto tanto bene, se solo non avesse fatto la guerra” oppure “è tutta colpa
di Hitler quel diavolo, noi italiani non siamo mai stati cattivi come i
nazisti, non ce l’avevamo con gli ebrei” eccetera eccetera.
Sono posizioni sentimentali, non razionali, la
ragione ci dice invece che il mito degli ” italiani brava gente” è smentito da
una documentazione storica difficilmente confutabile; che Mussolini è stato il
maestro di Hitler e non viceversa; che le riviste sulla razza superiore sono
state edite dal PNF ben prima delle leggi razziali, che non sono state affatto
imposte dai Nazisti, ma che erano autoctone nel fascismo italiano.
Mussolini ha fato il welfare? certamente che ne ha
messo le basi, come Hitler col riarmo ha ridato lavoro a tutti, ma questo che
vuol dire?
E’ in questi ragionamenti che si evidenzia
l’errore logico “riduzionista” quando l’inconscio distorce la ragione, le case
popolari o le bonifiche possono mai cancellare la schiavizzazione della
minoranza ebrea degli italiani? la loro distruzione fisica e razziale,
l’abbattimento delle istituzioni democratiche, i morti e i feriti delle guerre
sbagliate perché fatte contro le democrazie, che negli scopi di guerra avevano
guarda caso proprio l’istituzione del welfare e dell’uguaglianza dei cittadini
di fronte alla legge ?
C’era un errore di fondo un peccato originale nel
fascismo, che era insito nella sua natura : era nato col colpo di stato della
marcia su Roma e quindi sulla distruzione della democrazia, che non è un
optional ma è l’unica forma di vita
sociale che consenta alla persona umana di espletare la sua dignità.
Purtroppo questo meccanismo psicologico di
riduzionismo per ragioni sentimentali inconsce è comunissimo.
Ed è pericoloso
proprio perché essendo mosso da forze inconsce porta
le persone a errori clamorosi, che moltissimi non riescono a superare perché
ingannati dal loro subconscio.
Mi ha sempre colpito come esempio emblematico di
questo meccanismo perverso la posizione di un uomo di grandissima statura professionale e morale come è stato Indro
Montanelli.
Il meccanismo sopra descritto gli ha sempre
impedito di prendere una posizione netta contro l’uso dei gas praticato dalle
nostre truppe in Africa, dove aveva combattuto giovanissimo, così come tendeva
ad assumere una posizione riduzionista
in altre colpe del fascismo.
Così facendo, lui, il più anglosassone dei giornalisti italiani per cultura e
statura professionale ha finito per pagare quei giudizi sbagliati, perché aveva
dato retta al suo inconscio e non alla sua mente razionale, raccogliendo sul
più prestigioso giornale del mondo il NY Times un necrologio orribile, che
certo non si meritava, venendo descritto come se fosse stato un nostalgico ex
fascista.
Perché il Cav. si è esposto all’obbrobrio di
quelle dichiarazioni davanti al binario 21?
Perché la sua fredda mente razionale sa che gli
uomini si fanno fregare dal sentimento e dall’inconscio, quando si lasciano
guidare da quelle potentissime forze a
sproposito, soprattutto quando sono anziani e ha deciso di giocarsele a suo
favore.
Abietto? Forse, ma : à la guerre come à la guerre”,
la politica si fa anche così.
Purtroppo però un aspirante ducetto, che sa di non
essere all’altezza è ancora più pericoloso di un duce vero con tutti gli
attributi, perché è disposto a giocare usando veramente tutti i mezzi per sopperire ai suoi limiti
evidenti.
Lo si vede e forse ne vedremo anche di peggio in
questo prossimo caldissimo febbraio.
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