Ho letto ieri la cronaca
di quanto è accaduto nel consiglio comunale della mia città quando è stato
proposto di fare un minuto di silenzio per commemorare in modo istituzionale
quella giornata.
Dopo di che sono
successe le solite gazzarre dovute al fatto che i nostri politici sanno fare
poco di buono, ma eccellono nella incapacità di fare comunicazione e così si
lanciano in discussioni su cose che non si sono mai premurati di studiarsi e
tanto meno di divulgare ai cittadini.
Eppure la legge
istitutiva della giornata della memoria è brevissima (2 articoli) e chiarissima
: si commemora “il ricordo dello sterminio e delle persecuzioni del popolo
ebraico e dei deportati militari e
politici italiani nei campi nazisti”.
Quindi si fa memoria
sulle leggi razziali e le persecuzioni del popolo ebraico e dei deportati
italiani nei campi nazisti e si ricordano tutti coloro che a queste cose si
sono opposti a rischio o a prezzo della loro vita.
E’ una legge ormai di
tredici anni fa (31 luglio 2000) ed è stata scritta materialmente da un grande
intellettuale progressista Furio Colombo.
Ieri sul Fatto Quotidiano
Furio Colombo ne dava l’interpretazione autentica .
Colombo ne parla con
dispiacere proprio perché rileva che anche persone più che qualificate
intellettualmente e culturalmente ne parlano regolarmente a vanvera dimostrando
di non avere neanche mai letto il testo della legge istitutiva.
Colombo ricorda quindi
che nella discussione sia alla Camera che al Senato l’approvazione di quella
legge ha dovuto tardare per la netta
opposizione delle destre che volevano includere il ricordo delle vittime dei
comunisti : foibe e gulag.
Furio Colombo dice
ancora di essersi prodigato a spiegare allora ai colleghi che il senso della
legge era istituire il ricordo di fatti (leggi razziali e Sohà) dei quali noi
italiani siamo stati responsabili. Nel momento della discussione Colombo dice
di avere cercato di fare riflettere i colleghi sul fatto incontrovertibile che su
quegli stessi banchi sui quali erano seduti loro si erano trovati seduti altri
parlamentari italiani che le leggi razziale le avevano approvate all’unanimità.
Il senso della legge
secondo il suo estensore sta nelle parole “la persecuzione italiana dei
cittadini ebrei”.
Si commemora quindi una
colpa e una responsabilità incancellabili e irrimediabili del popolo italiano.
Non sono abituato a
fare queste cose ma mi sarei messo sull’attenti
in segno di omaggio quando l’altro ieri ho letto le parole che ha speso
in proposito la Cancelliera Federale Angela Merkel : “queste cose sono una
responsabilità di noi tedeschi e lo sarà per sempre”.
Altro che il ”riduzionismo”
che tutto concilia dei nostri politici.
I veri statisti si
prendono le loro responsabilità, non cercano scuse pietose con ragionamenti tipo : ma la colpa non era nostra
era di quegli altri.
Detto questo torniamo
alle obbiezioni di rito, emerse nel consiglio comunale, che citavo all’inizio.
Perché non includiamo
anche foibe e gulag? È stato detto.
E perché non i morti di
tutte le dittature?
E perché dimenticare le
vittime del razzismo che annegano nei barconi nel mediterraneo?
Avendo una parente
prossima armena, che per di più era giustamente molto orgogliosa di esserlo, mi
stupisce il fatto che si parla in queste occasioni di tutti, ma proprio di
tutti, e a nessuno viene mai in mente il genocidio armeno, che però sui libri
di storia c’è.
Comunque confesso che
io stesso non avevo mai letto prima il pur breve testo della legge istitutiva
del giorno della memoria.
Avendo anche avuto l’opportunità
di leggere l’interpretazione autentica del suo estensore, concordo pienamente
nella opportunità della sua “ratio legis”.
Ricordare e riconoscere
le responsabilità del popolo italiano, che ha tollerato quelle leggi.
Ricordare e onorare
contemporaneamente i pochi che hanno avuto allora il coraggio di opporvisi,
pagando duramente il proprio coraggio.
Le commemorazioni delle
altre vittime di dittature e di genocidi hanno diritto a un loro spazio, ma non
c’entrano con questa giornata della memoria, perché quelle atrocità non sono imputabili alla
responsabilità del popolo italiano.
Questa giornata è soprattutto
una presa di responsabilità che ci induca a vergognarci per non ricaderci.
Dicono niente i canti
razzisti delle curve di calcio?
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