La sinistra soffre da sempre di una malattia che
sembra incurabile : narcisismo e arroganza intellettuale.
Ci sono dei dotti saggi sull’argomento, alcuni
scritti anche da intellettuali della sinistra, dotati di senso critico.
Però quando si passa dall’accademia alla realtà la
cosa fa ancora più impressione.
Perché non sembra vero che persone così professionalmente
dotate si lascino cadere in tranelli perfino infantili.
Ha cominciato la Gabanelli con una puntata di
Report con la quale usando contro la sinistra , cioè contro sé stessa, la clava
del famoso masochista sinsitrorso Tafazzi
ha distrutto la reputazione del povero Di Pietro e nessuno ha capito chi glielo
avesse fatto fare o a che pro lo avesse
fatto.
Così un partito che era parte costituente del
centro - sinistra (l’Italia dei Valori) e
che ha veleggiato per anni fra il 5 e il 7 per cento è finito all’1 e si è
praticamente dissolto.
Autentica follia politica.
Poco dopo hanno seguito la procedura tafazzista
Santoro e Travaglio proprio loro che sono stati per anni le punte di diamante
dei polemisti di sinistra contro il berlusconismo e che per questo hanno dovuto
pagare costi personali anche pesanti,
costituiti da onerose querele per il secondo e da teatrali cacciate dalla Rai
per il primo.
Non voglio pensare che si siano lasciti andare proprio
loro a seguire la filosofia berlusconiana anteponendo l’interesse
personale di una trasmissione che si annunciava con uno share da fare
impallidire tutti i primati alle radicate e ben note convinzioni ideologiche
personali.
Penso piuttosto che abbia prevalso in loro la sopracitata malattia infantile della
sinistra cioè la sindrome compulsiva da narcisismo e soprattutto da arroganza
intellettuale .
I due erano convinti di essere così bravi per
definizione da essere in grado perfettamente di mettere Berlusconi, se avesse fatto
l’errore di andare nella loro trasmissione, nel tritacarne del loro abituale processo all’avversario.
Eppure non erano affatto dilettanti.
Eppure sapevano benissimo che l’unica cosa che B.
sa fare bene, anzi benissimo è l’uomo di televisione, il super intrattenitore,
l’uomo da cabaret, il venditore della propria immagine.
Sono doti naturali sulle quali il nostro ha lavorato fin dalla
giovinezza affinando un talento naturale.
Le gag e le battute gli vengono naturali.
Da professionista del settore, anzi da primo
professionista del settore alle doti naturali sa aggiungere poi la meticolosa preparazione che fa la differenza vera fra il
professionista serio e il dilettante.
Loro lo sapevano benissimo perché ne avevano
parlato e scritto mille volte.
Ma si sono fatti fregare dalla presunzione e dall’arroganza.
Hanno fatto l’errore di dargli la scena in veste
di protagonista e lui ha recitato da prima donna come fa da vent’anni.
Gli argomenti erano sempre quelli, modesti, vecchi
triti e ritriti, c’era poco da esaltarsi, ma quel poco era quello che a lui
bastava per uscire dall’angolo.
Tenere la scena onorevolmente per due ore con uno
share impressionante a casa degli arci-nemici
era proprio quello che B. aveva bisogno per vitalizzare e catalizzare i suoi
che si erano dispersi in mille rivoli ormai rassegnati al fatto che per lui tutt’al più ci sarebbe
stato da celebrare il funerale politico.
Dopo la trasmissione tutti schierati in fila per
due ordinati e coperti hanno ritrovato il loro ducetto di sempre, modesto fin che si vuole, ma
siamo in Italia e in confronto agli altri contendenti cosa volete pretendere,
questo almeno comanda , gli altri gli vanni dietro e gli avversari gli sa
sbeffeggiare mica male.
Attenzione a non prendere sottogamba una considerazione
così elementare, perché in politica questa cosa conta più di una libreria di
scienza politica.
Se al posto di B. ci fosse stato un Bersani a
giocare in casa con le sue parabole da civiltà contadina del tacchino sul tetto
e del passerotto in mano quale sarebbe stato lo share?
E se ci fosse stato Monti col sua esortazione a un
sobrio relax ci sarebbe stato come minimo l’effetto camomilla, non l’impennata
dello share.
Berlusconi purtroppo anche con le sue intemperanze
sessuali se gli si da l’opportunità di tenere il teleschermo suscita negli
italiani l’”effetto gallo”.
E non è il caso di ricordare che, siamo
sicuramente arretrati, ma finora la cosa
ha funzionato, anche se dal ventennio fascista a quello berlusconiano la
fregatura per il popolo semplicione è stata assicurata dal gallo di turno.
Manca ancora un mese e mezzo alle elezioni ma cavolate
così macroscopiche inducono a pensare male.
Sarebbe una follia per il centro sinistra perdere
elezioni già vinte sulla carta.
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