lunedì 14 gennaio 2013

Gabanelli, Santoro, Travaglio che bel pasticcio che avete combinato: B. era finito fuori scena ed oggi corre da protagonista





La sinistra soffre da sempre di una malattia che sembra incurabile : narcisismo e arroganza intellettuale.
Ci sono dei dotti saggi sull’argomento, alcuni scritti anche da intellettuali della sinistra, dotati di senso critico.
Però quando si passa dall’accademia alla realtà la cosa fa ancora più impressione.
Perché non sembra vero che persone così professionalmente dotate si lascino cadere in tranelli perfino infantili.
Ha cominciato la Gabanelli con una puntata di Report con la quale usando contro la sinistra , cioè contro sé stessa, la clava del famoso masochista sinsitrorso  Tafazzi ha distrutto la reputazione del povero Di Pietro e nessuno ha capito chi glielo avesse  fatto fare o a che pro lo avesse fatto.
Così un partito che era parte costituente del centro -  sinistra (l’Italia dei Valori) e che ha veleggiato per anni fra il 5 e il 7 per cento è finito all’1 e si è praticamente  dissolto.
Autentica follia politica.
Poco dopo hanno seguito la procedura tafazzista Santoro e Travaglio proprio loro che sono stati per anni le punte di diamante dei polemisti di sinistra contro il berlusconismo e che per questo hanno dovuto pagare  costi personali anche pesanti, costituiti da onerose querele per il secondo e da teatrali cacciate dalla Rai per il primo.
Non voglio pensare che si siano lasciti andare proprio loro  a seguire  la filosofia berlusconiana anteponendo l’interesse personale di una trasmissione che si annunciava con uno share da fare impallidire tutti i primati alle radicate e ben note convinzioni ideologiche personali.
Penso piuttosto che abbia prevalso in loro  la sopracitata malattia infantile della sinistra cioè la sindrome compulsiva da narcisismo e soprattutto da arroganza intellettuale .
I due erano convinti di essere così bravi per definizione da essere in grado perfettamente di mettere Berlusconi, se avesse fatto l’errore di andare  nella loro  trasmissione,  nel tritacarne del loro abituale processo all’avversario.
Eppure non erano affatto dilettanti.
Eppure sapevano benissimo che l’unica cosa che B. sa fare bene, anzi benissimo è l’uomo di televisione, il super intrattenitore, l’uomo da cabaret, il venditore della propria immagine.
Sono doti naturali sulle  quali il nostro ha lavorato fin dalla giovinezza affinando un talento naturale.
Le gag e le battute gli vengono naturali.
Da professionista del settore, anzi da primo professionista del settore alle doti naturali sa aggiungere poi la meticolosa preparazione  che fa la differenza vera fra il professionista serio e il dilettante.
Loro lo sapevano benissimo perché ne avevano parlato e scritto mille volte.
Ma si sono fatti fregare dalla presunzione e dall’arroganza.
Hanno fatto l’errore di dargli la scena in veste di protagonista e lui ha recitato da prima donna come fa da vent’anni.
Gli argomenti erano sempre quelli, modesti, vecchi triti e ritriti, c’era poco da esaltarsi, ma quel poco era quello che a lui bastava per uscire dall’angolo.
Tenere la scena onorevolmente per due ore con uno share impressionante a  casa degli arci-nemici era proprio quello che B. aveva bisogno per vitalizzare e catalizzare i suoi che si erano dispersi in mille rivoli ormai rassegnati  al fatto che per lui tutt’al più ci sarebbe stato da celebrare il funerale politico.
Dopo la trasmissione tutti schierati in fila per due ordinati e coperti hanno ritrovato il loro ducetto       di sempre, modesto fin che si vuole, ma siamo in Italia e in confronto agli altri contendenti cosa volete pretendere, questo almeno comanda , gli altri gli vanni dietro e gli avversari gli sa sbeffeggiare mica male.
Attenzione a non prendere sottogamba una considerazione così elementare, perché in politica questa cosa conta più di una libreria di scienza politica.
Se al posto di B. ci fosse stato un Bersani a giocare in casa con le sue parabole da civiltà contadina del tacchino sul tetto e del passerotto in mano quale sarebbe stato lo share?
E se ci fosse stato Monti col sua esortazione a un sobrio relax ci sarebbe stato come minimo l’effetto camomilla, non l’impennata dello share.
Berlusconi purtroppo anche con le sue intemperanze sessuali se gli si da l’opportunità di tenere il teleschermo suscita negli italiani l’”effetto gallo”.
E non è il caso di ricordare che, siamo sicuramente arretrati, ma  finora la cosa ha funzionato, anche se dal ventennio fascista a quello berlusconiano la fregatura per il popolo semplicione è stata assicurata dal gallo di turno.
Manca ancora un mese e mezzo alle elezioni ma cavolate così macroscopiche inducono a pensare male.
Sarebbe una follia per il centro sinistra perdere elezioni già vinte sulla carta.

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