C’è una locomotiva che corre gagliarda e che
potrebbe addirittura arrivare al 20%, è il Movimento 5 stelle di Grillo e
Casalegno, soli contro tutti.
Sbeffeggiati e osteggiati con tutti i mezzi dai
poteri forti e dai partiti tradizionali.
Indicati quotidianamente al pubblico ludibrio da
tutti i giornali.
Ignorati dalle televisioni , anche per la loro
scelta vincente di rifiutare di presentarsi ai talk show, in segno di disprezzo
per la politica ridotta a stanco teatrino e dei suoi teatranti.
Questa è la vera novità della campagna elettorale.
Dopo decenni “il novo” varcherà le soglie di
Camera e Senato con i piedi di giovani deputati e senatori giovanissimi e
pulitissimi (il certificato di carichi
pendenti è “condicio sine qua non” per essere candidati del M5S).
Questa è la buona notizia.
Purtroppo c’è anche quella cattiva, anzi orribile.
Il vecchio, il marcio, l’impresentabile non solo
rimonta ma realisticamente ha ormai buone chances di vittoria progredendo ogni
giorno di più a poderose bracciate,
sospinto dalla inanità dei suoi competitori.
Cos’ha fatto di così geniale il Cav. per risorgere
dalla tomba come un Lazzaro pieno di Viagra?
Ha fatto quello che avrebbero dovuto fare i suoi
avversari se non fossero delle quasi nullità.
Si è studiato attentamente una scaletta di “eventi
choc” e la rispetta andando a vendere gli eventi in scaletta , dove sa di
essere forte come ottimo piazzista : a tutte le televisioni e a tutte le ore
del giorno e della notte.
Lui, abilissimo a proporsi come il gallo, il maschio dominante.
Gli altri i capponi.
Sono vent’anni che gioca questa carta primitiva ma
vincente, dato che la specie umana si è molto evoluta ma fa ancora parte delle specie animale e quindi
nel subconscio ognuno di noi è ancora sensibile a richiami primitivi e
ancestrali, come questo.
Lui lo sa, gli altri ignorano.
Se dalla psicologia del profondo passiamo al concreto le cose stanno così : lui
tira fuori la restituzione dell’IMU, da farsi al primo consiglio dei ministri.
Gli altri ribattono a parole con voce chioccia ,in politichese decrepito.
Gridano al populismo, provvedimento irrealizzabile
perché troppo oneroso, promessa che non sarà mantenuta, ecc, ecc.
Intanto però, come si è detto nel blog precedente,
la gente si è già pregustata sotto gli occhi la visione mistica dei “cinquantoni”
da ritirarsi all’ufficio postale.
Ripeto che a
mio avviso, questa mossa del Cav. è stato un colpo mediatico –
comunicativo di una abilità senza pari.
Come si può pensare di contrapporre all’immagine
dei cinquantoni veri sotto il naso e quasi fra le mani, il nulla di vecchie parole
al vento?
Questa volta poi il Cav è stato baciato dalla
fortuna e ci mancava solo questo.
Si è ritrovato dalla sua l’esplosione dell’ennesimo
scandalo finanziario, per di più di proporzioni enormi e incredibilmente
targato PD, rosso fiammante doc delle regioni rosse.
I due colpi tirati contro PD e Centristi, guidati da gente politicamente vecchia, di
caratura modesta, chiaramente a corto di
idee né forti né deboli ha prodotto il panico vero e proprio.
Sarebbe quindi occorsa una risposta di calibro
mediatico almeno pari.
Di fronte a estremi mali, estremi rimedi.
Per controbattere, sperando in una reazione
efficace, avrebbero dovuto ricorrere a qualcosa di forte, di radicale, non alle
solite aspirine e camomille.
Che so io : l’abolizione delle province e delle
regioni.
L’abolizione di una camera.
Abolizione delle fondazioni bancarie.
L’abolizione della Cassazione.
L’uscita dall’€.
Un programma di lavori pubblici da 100 miliardi.
Anche solo una qualunque di queste cose.
E invece non hanno controbattuto con niente, e
hanno tirato avanti col solito brodino, come se avessero già tratto il meglio
dai loro deboli cervelli.
Sono cent’anni che fanno politica e non hanno
ancora studiato nemmeno i rudimenti.
Quando fra le forze politiche c’è la bella copia che incarna un programma e un’altra
scadente che incarna lo stesso programma, la gente sceglie la bella copia
d’istinto.
Se in Italia, come purtroppo ancora parrebbe, c’è una maggioranza che non vuole cambiare
nulla degli equilibri attuali di fondo, questa maggioranza si sceglie la bella copia, che sostiene il suo programma e vota il Cav., tralasciando le imitazioni cioè il Cav, con il loden (Monti)
o quello al lambrusco (Bersani).
I programmi sono assolutamente gli stessi : avanti col liberismo esasperato,
ridurre il welfare, rimanere nell’€ a qualsiasi costo, sostituire quanto più
pubblico possibile col privato.
Cioè non fare nulla di serio per dare un lavoro a
chi non ce l’ha, o l’ha appena perso, o
rischia di perderlo.
Non fare nulla per frenare la scivolata della
classe media verso il basso.
Gli avversari non hanno un barlume di idea e non
hanno nemmeno una scaletta.
Il Cav. ha le idee ed ha la scaletta, cioè la “genialata”
della restituzione dell’Imu è solo la
prima battuta , ora ne arriveranno altre come il pagamento dei fornitori dello
stato con bot o btp.
Spero di no, ma messe le cose così ora il Cav rischia veramente di vincere sull’incapacità
degli altri.
La partita
la sta giocando solo lui, gli altri sono lì attoniti a guardarlo.
Lui è il protagonista da settimane, gli altri
seguono.
Meriterebbero di essere fregati, se i rischi non
fossero così forti.
Facciamo che il Cav. vinca, come a questo punto
sinceramente meriterebbe, se fosse una partita di calcio.
Che succede? Succede che a breve in Europa tutti
quelli che contano verrebbero presi da incontenibili movimenti di pancia e
questo potrebbe non interessarci se rimanesse un fatto privato, ma non è così,
perché essendo quelli che contano, la cosa causerebbe immediati e violenti
movimenti di borsa sui titoli di stato italiani e si ritornerebbe allo stesso
punto della cacciata del Cav. nel novembre 2011.
Ma questa volta se il nostro ritornasse al potere a furor di
popolo sarebbe come se il popolo italiano avesse scritto in costituzione non il
pareggio di bilancio ma il motto “la Merkel è una culona etc.”.
A questo punto le responsabilità del Cav.
(leggerezza, comportamenti clowneschi, irresponsabilità nel dire e disdire continuamente,
inaffidabilità certificata ecc.) verrebbero ascritti non più a lui, ma ad un
popolo.
Ed allora sarebbero guai pesantissimi perché tutti i nodi verrebbero al pettine in
un colpo solo.
Ci chiederebbero subito il conto di tutti i nostri vizi nazionali, che non
siamo stati mai stati capaci di vincere, in forma di disprezzo pubblico e di
cambiali da firmare.
Bancarotta.
Ci sarebbe da vendere il Colosseo, in parole
povere, e tornare ai tempi della dominazione spagnola.
Nei pochi posti
di lavoro rimasti saremmo comandati da amministratori delegati che parleranno tutte
le lingue ma non la nostra.
Gli immigrati a casa e noi ai loro posti, addetti
ai lavori più umili se si vuole sbarcare il lunario.
Il botto della caduta dell’Italia si trascinerebbe
dietro il dissolvimento della UE.
Non sarebbe uno scherzo nemmeno per i paesi del
Nord, ma quanto sarebbero incavolati con noi terroni d’Europa se andassimo a
rompere il giocattolo.
Terribile.
E allora estremi rimedi.
Per chi ha coraggio votare M5S,e via verso il
futuro (scelta consigliabile).
Per chi ne ha meno rivotare il pallido Bersani,
che non farà nulla, ma almeno a Berlino
lo riceveranno con tutti gli onori.
Poi però bisognerebbe darsi da fare per cercare di
vitalizzare queste pappe molle, aiutando Renzi per esempio.
Ma la priorità assoluta è quella di strappare il
timone dalle mani del comandante Schettino in arrivo.
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