giovedì 7 febbraio 2013

A due settimane dal voto





C’è una locomotiva che corre gagliarda e che potrebbe addirittura arrivare al 20%, è il Movimento 5 stelle di Grillo e Casalegno, soli contro tutti.
Sbeffeggiati e osteggiati con tutti i mezzi dai poteri forti e dai  partiti tradizionali.
Indicati quotidianamente al pubblico ludibrio da tutti i giornali.
Ignorati dalle televisioni , anche per la loro scelta vincente di rifiutare di presentarsi ai talk show, in segno di disprezzo per la politica ridotta a stanco teatrino e dei suoi teatranti.
Questa è la vera novità della campagna elettorale.
Dopo decenni “il novo” varcherà le soglie di Camera e Senato con i piedi di giovani deputati e senatori giovanissimi e pulitissimi (il certificato di carichi  pendenti è “condicio sine qua non” per essere candidati del M5S).
Questa è la buona notizia.
Purtroppo c’è anche quella cattiva, anzi orribile.
Il vecchio, il marcio, l’impresentabile non solo rimonta ma realisticamente ha ormai buone chances di vittoria progredendo ogni giorno di  più a poderose bracciate, sospinto dalla inanità dei suoi competitori.
Cos’ha fatto di così geniale il Cav. per risorgere dalla tomba come un Lazzaro pieno di Viagra?
Ha fatto quello che avrebbero dovuto fare i suoi avversari se non fossero delle quasi nullità.
Si è studiato attentamente una scaletta di “eventi choc” e la rispetta andando a vendere gli eventi in scaletta , dove sa di essere forte come ottimo piazzista : a tutte le televisioni e a tutte le ore del giorno e  della notte.
Lui, abilissimo a proporsi come  il gallo, il maschio dominante.
Gli altri i capponi.
Sono vent’anni che gioca questa carta primitiva ma vincente, dato che la specie umana si è molto evoluta ma  fa ancora parte delle specie animale e quindi nel subconscio ognuno di noi è ancora sensibile a richiami primitivi e ancestrali, come questo.
Lui lo sa, gli altri ignorano.
Se dalla psicologia del profondo  passiamo al concreto le cose stanno così : lui tira fuori la restituzione dell’IMU, da farsi al primo consiglio dei ministri.
Gli altri ribattono a parole con voce  chioccia ,in politichese decrepito.
Gridano al populismo, provvedimento irrealizzabile perché troppo oneroso, promessa che non sarà mantenuta, ecc, ecc.
Intanto però, come si è detto nel blog precedente, la gente si è già  pregustata  sotto gli occhi la visione mistica dei “cinquantoni”  da ritirarsi all’ufficio postale.
Ripeto che a  mio avviso, questa mossa del Cav. è stato un colpo mediatico – comunicativo di una abilità senza pari.
Come si può pensare di contrapporre all’immagine dei cinquantoni veri sotto il naso e quasi fra le mani, il nulla di vecchie parole al vento?
Questa volta poi il Cav è stato baciato dalla fortuna e ci mancava solo questo.
Si è ritrovato dalla sua l’esplosione dell’ennesimo scandalo finanziario, per di più di proporzioni enormi e incredibilmente targato PD, rosso fiammante doc delle regioni rosse.
I due colpi tirati contro PD e Centristi,  guidati da gente politicamente vecchia, di caratura  modesta, chiaramente a corto di idee né forti né deboli ha prodotto il panico vero e proprio.
Sarebbe quindi occorsa una risposta di calibro mediatico almeno pari.
Di fronte a estremi mali, estremi rimedi.
Per controbattere, sperando in una reazione efficace, avrebbero dovuto ricorrere a qualcosa di forte, di radicale, non alle solite aspirine e camomille.
Che so io : l’abolizione delle province e delle regioni.
L’abolizione di una camera.
Abolizione delle fondazioni bancarie.
L’abolizione della Cassazione.
L’uscita dall’€.
Un programma di lavori pubblici  da 100 miliardi.
Anche solo una qualunque di queste cose.
E invece non hanno controbattuto con niente, e hanno tirato avanti col solito brodino, come se avessero già tratto il meglio dai loro deboli cervelli.
Sono cent’anni che fanno politica e non hanno ancora studiato nemmeno i rudimenti.
Quando fra le forze politiche c’è la bella  copia che incarna un programma e un’altra scadente che incarna lo stesso programma, la gente sceglie la bella copia d’istinto.
Se in Italia, come purtroppo ancora parrebbe,  c’è una maggioranza che non vuole cambiare nulla degli equilibri attuali di fondo,  questa maggioranza si sceglie la bella copia,  che sostiene il  suo programma  e vota il Cav., tralasciando  le imitazioni cioè il Cav, con il loden (Monti) o quello al lambrusco (Bersani).
I programmi sono assolutamente  gli stessi : avanti col liberismo esasperato, ridurre il welfare, rimanere nell’€ a qualsiasi costo, sostituire quanto più pubblico possibile col privato.
Cioè non fare nulla di serio per dare un lavoro a chi non ce l’ha, o l’ha  appena perso, o rischia di perderlo.
Non fare nulla per frenare la scivolata della classe media verso il basso.
Gli avversari non hanno un barlume di idea e non hanno nemmeno una scaletta.
Il Cav. ha le idee ed ha la scaletta, cioè la “genialata” della restituzione  dell’Imu è solo la prima battuta , ora ne arriveranno altre come il pagamento dei fornitori dello stato con bot o btp.
Spero di no, ma messe le cose così  ora il Cav  rischia veramente di vincere sull’incapacità degli altri.
La partita  la sta giocando solo lui, gli altri sono lì attoniti a guardarlo.
Lui è il protagonista da settimane, gli altri seguono.
Meriterebbero di essere fregati, se i rischi non fossero così forti.
Facciamo che il Cav. vinca, come a questo punto sinceramente meriterebbe, se fosse una partita di calcio.
Che succede? Succede che a breve in Europa tutti quelli che contano verrebbero presi da incontenibili movimenti di pancia e questo potrebbe non interessarci se rimanesse un fatto privato, ma non è così, perché essendo quelli che contano, la cosa causerebbe immediati e violenti movimenti di borsa sui titoli di stato italiani e si ritornerebbe allo stesso punto della cacciata del Cav. nel novembre 2011.
Ma questa volta  se il nostro ritornasse al potere a furor di popolo sarebbe come se il popolo italiano avesse scritto in costituzione non il pareggio di bilancio ma il motto “la Merkel è una culona etc.”.
A questo punto le responsabilità del Cav. (leggerezza, comportamenti clowneschi, irresponsabilità nel dire e disdire continuamente, inaffidabilità certificata ecc.) verrebbero ascritti non più a lui, ma ad un popolo.
Ed allora sarebbero guai pesantissimi  perché tutti i nodi verrebbero al pettine in un colpo solo.
Ci chiederebbero subito il conto  di tutti i nostri vizi nazionali, che non siamo stati mai stati capaci di vincere, in forma di disprezzo pubblico e di cambiali da firmare.
Bancarotta.
Ci sarebbe da vendere il Colosseo, in parole povere, e tornare ai tempi della dominazione spagnola.
Nei  pochi posti di lavoro rimasti  saremmo comandati da  amministratori delegati che parleranno tutte le lingue ma non la nostra.
Gli immigrati a casa e noi ai loro posti, addetti ai lavori più umili se si vuole sbarcare il lunario.
Il botto della caduta dell’Italia si trascinerebbe dietro il dissolvimento della UE.
Non sarebbe uno scherzo nemmeno per i paesi del Nord, ma quanto sarebbero incavolati con noi terroni d’Europa se andassimo a rompere il giocattolo.
Terribile.
E allora estremi rimedi.
Per chi ha coraggio votare M5S,e via verso il futuro (scelta consigliabile).
Per chi ne ha meno rivotare il pallido Bersani, che non farà nulla, ma almeno  a Berlino lo riceveranno con tutti gli onori.
Poi però bisognerebbe darsi da fare per cercare di vitalizzare queste pappe molle, aiutando Renzi per esempio.
Ma la priorità assoluta è quella di strappare il timone dalle mani del comandante Schettino in arrivo.

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