Inutile stare qui a ripetere che il berlusconismo
si è retto per vent’anni soprattutto sulla pochezza degli avversari, che il
Cavaliere si è trovato davanti e sulla diffusissima corruzione del sistema
politico e civile italiano.
Occorre però riconoscere una abilità della persona
che per lui è stata fondamentale.
Infatti in un panorama politico così modesto,
comprendendo nella modestia generale, anche la stessa statura politica del
Cavaliere, costui è riuscito praticamente in vent’anni a non commettere mai dei
veri e propri errori.
In altre parole non ha quasi mai sbagliato una
mossa.
Ho però sempre sostenuto e ribadisco, che in tutti
questi anni nessuna delle grandi qualità che i giornaloni di opinione
sbandieravano a suo favore ha mai avuto alcuna consistenza nella realtà.
Forse a furia di ripetere le solite tiritere, ci
sì convinti col tempo che fossero vere.
Per esempio, che il personaggio sarebbe stato
dotato di un grande carisma.
Prendiamo infatti dalla storia recente i
personaggi, che sono stati considerati di grande carisma : da De Gaulle a
Kennedy, o fra più vicini nel tempo da Tony Blaire a Obama.
Ebbene, il raffronto con Berlusconi è obiettivamente del tutto
improponibile.
Altra leggenda metropolitana : si è detto e
ripetuto, che ci si sarebbe trovati davanti al grande comunicatore, forse
equivocando sul fatto, che, essendo proprietario dei maggiori media italiani, avrebbe
automaticamente dovuto per ciò stesso essere un grande mago della
comunicazione.
Ma anche qui, facciamo la prova del nove : se
confrontiamo i discorsetti o i monologhi televisivi del Cavaliere con i discorsi
epocali dei personaggi elencati sopra, ci accorgiamo subito di trovarci a
confrontare grandezze disomogenee fra di loro.
Si è parlato anche del grande industriale, che da
solo avrebbe costruito un impero.
Purtroppo però, una cosa è produrre un qualunque
bene reale, e un’altra è comprare vecchi filmetti americani per farli girare
sul circuito nazionale, come contenitori talmente stipati di lucrosa pubblicità,
da fare perdere qualsiasi senso alla “time line” della trama dei film, il tutto
poi in regime di concessioni pubbliche, acquisite tutti sappiamo come.
Come si era detto di lui che ci trovavamo di
fronte uno degli uomini più ricci del mondo, che avrebbe messo le abilità
acquisite a fare ricchezza a favore della politica e cioè del bene pubblico.
Qui siamo al limite del grottesco, essendo ormai
evidente anche alle pietre che l’uomo ha sempre
perseguito nella sua attività politica solo ed esclusivamente i suoi
interessi personali e aziendali.
Tra l’altro su questo argomento si era più volte affrontato su questo blog l’argomento di come altri e
ben più ricchi del cavaliere, abbiano saputo interpretare in modo ben più degno
il loro ruolo di super fortunati (19 maggio 2011 e 16 agosto 2013) investendo
somme ingenti per opere filantropiche.
Del resto le cancellerie internazionali hanno
unanimemente, salvo la Russia di Putin ,la
Libia di Gheddafi e l’ Uzbekistan di Nazarbayev, lo hanno definito un
personaggio farsesco del tutto inadatto ad assumere ruoli politici.
La storia da qui a poco darà il suo giudizio, che
non penso si possa discostare da quello sopra indicato.
Se c’è una reale qualità personale di questo
personaggio, questa è una grande capacità di lavoro, un carattere molto
determinato e caparbio, qualità tutte rilevanti, ma che come si sa possono
essere usate sia in senso positivo che negativo.
Ma qualunque siano i suoi meriti e demeriti, il
nocciolo del discorso è questo : in vent’anni quest’uomo, pur col vantaggio di
correre praticamente da solo, stante la modestia dei suoi avversari, per di più
quasi sempre pronti a condividere con lui affari, appalti e potere, di mosse non ne ha veramente sbagliate quasi
mai.
Ultimamente è stato ulteriormente avvantaggiato dal
costante appoggio riscosso dalla figura istituzionale, che avrebbe dovuto
essere l’arbitro e tutore imparziale dell’equilibrio
fra i poteri dello stato.
Evento penoso, del tutto inspiegabile e ingiustificabile,
incomprensibile, sconcertante, che contribuisce in modo devastante a diffondere
il discredito sulle istituzioni e sul sistema paese.
Non sono mai stato in passato portato a
condividere il pregiudizio ideologico contro i comunisti, ma certo il
comportamento attuale di questi ex mandarini comunisti si presenta alla storia
con elementi per un giudizio estremamente severo.
Forse la storia riconoscerà che democristiani ed
ex democristiani, pure portandosi sul groppone il peso di errori madornali e di
una moralità a fisarmonica, probabilmente, hanno sempre avuto un ben maggiore
senso dello stato, rispetto della cosa pubblica e delle istituzioni, anche per
merito degli ideali e della coerenza dei loro maggiori, per quanto siano stati
resi sbiaditi ed annebbiati dalla pochezza dei loro successori e liquidatori.
Ma veniamo alla cronaca.
Dopo la condanna definitiva di Berlusconi, il
personaggio è andato letteralmente in tilt, nel senso che sembra aver perso
completamente la lucidità di giudizio, che in passato l’ha sempre assistito.
Dopo mosse insignificante ed a vuoto, come il
cambio di nome del partito, per evocare un passato ritenuto migliore e penose
assemblee di solidarietà a comando, le vere mosse politiche sono state
disastrose.
Le dimissioni fatte sottoscrivere, si dice, su moduli
prestampati ai parlamentari, nominati col porcellum in barba all’art 67 della
costituzione, che vieta il vincolo di mandato e quelle estorte ai ministri.
Ambedue seguendo percorsi irrituali ed
istituzionalmente insensati e quindi per vie inspiegabili per chi si circonda
di uno stuolo di avvocati e consulenti super pagati.
Questa è la dimostrazione che ci troviamo davanti
a quello che gli psichiatri chiamano “stato di coscienza alterato” e che è
probabilmente la situazione attuale nella quale versa il Cavaliere.
Questa condizione alterata lo ha portato ad essere
vittima del primo scivolone, che probabilmente gli risulterà fatale.
Sembrava che tutto avrebbe seguito il solito consolidatissimo
copione e che cioè che all’ultimo momento sarebbe spuntato il tanto richiesto e
indecentissimo “salvacondotto giudiziario ad personam”.
E in pratica ci si era quasi arrivati con l’annuncio
di una possibile amnistia-indulto, gabbata per provvedimento per svuotare
parzialmente le carceri, ma in pratica fondamentale per stoppare le prossime
scadenze nei processi pendenti a carico del Cavaliere.
Eppure, non ostante questo ennesimo episodio di
svergognamento istituzionale, il Cavaliere ha deciso di rovesciare il tavolo.
E’ un atto, da parte sua, di pura follia, perché se
c’era una cosa, che doveva temere come la peste era appunto mettersi nelle
condizioni di consentire ai, anzi di obbligare i suoi pavidi compagni di
avventura a mettere insieme una nuova maggioranza senza di lui.
A questo punto, non vedo proprio come possa
sopravvivere.
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