domenica 29 settembre 2013

Un lontano tintinnar di manette ha indotto il Cavaliere a fare il primo, ma forse per lui, catastrofico scivolone



Inutile stare qui a ripetere che il berlusconismo si è retto per vent’anni soprattutto sulla pochezza degli avversari, che il Cavaliere si è trovato davanti e sulla diffusissima corruzione del sistema politico e civile italiano.
Occorre però riconoscere una abilità della persona che per lui è stata fondamentale.
Infatti in un panorama politico così modesto, comprendendo nella modestia generale, anche la stessa statura politica del Cavaliere, costui è riuscito praticamente in vent’anni a non commettere mai dei veri e propri errori.
In altre parole non ha quasi mai sbagliato una mossa.
Ho però sempre sostenuto e ribadisco, che in tutti questi anni nessuna delle grandi qualità che i giornaloni di opinione sbandieravano a suo favore ha mai avuto alcuna consistenza nella realtà.
Forse a furia di ripetere le solite tiritere, ci sì convinti col tempo che fossero vere.
Per esempio, che il personaggio sarebbe stato dotato di un grande carisma.
Prendiamo infatti dalla storia recente i personaggi, che sono stati considerati di grande carisma : da De Gaulle a Kennedy, o fra più vicini nel tempo da Tony Blaire a Obama.
Ebbene, il raffronto con  Berlusconi è obiettivamente del tutto improponibile.
Altra leggenda metropolitana : si è detto e ripetuto, che ci si sarebbe trovati davanti al grande comunicatore, forse equivocando sul fatto, che, essendo proprietario dei maggiori media italiani, avrebbe automaticamente dovuto per ciò stesso essere un grande mago della comunicazione.
Ma anche qui, facciamo la prova del nove : se confrontiamo i discorsetti o i monologhi televisivi del Cavaliere con i discorsi epocali dei personaggi elencati sopra, ci accorgiamo subito di trovarci a confrontare grandezze disomogenee fra di loro.
Si è parlato anche del grande industriale, che da solo avrebbe costruito un impero.
Purtroppo però, una cosa è produrre un qualunque bene reale, e un’altra è comprare vecchi filmetti americani per farli girare sul circuito nazionale, come contenitori talmente stipati di lucrosa pubblicità, da fare perdere qualsiasi senso alla “time line” della trama dei film, il tutto poi in regime di concessioni pubbliche, acquisite tutti sappiamo come.
Come si era detto di lui che ci trovavamo di fronte uno degli uomini più ricci del mondo, che avrebbe messo le abilità acquisite a fare ricchezza a favore della politica e cioè del bene pubblico.
Qui siamo al limite del grottesco, essendo ormai evidente anche alle pietre che l’uomo ha sempre  perseguito nella sua attività politica solo ed esclusivamente i suoi interessi personali e aziendali.
Tra l’altro su questo argomento si era più volte affrontato  su questo blog l’argomento di come altri e ben più ricchi del cavaliere, abbiano saputo interpretare in modo ben più degno il loro ruolo di super fortunati (19 maggio 2011 e 16 agosto 2013) investendo somme ingenti per opere filantropiche.
Del resto le cancellerie internazionali hanno unanimemente,  salvo la Russia di Putin ,la Libia di Gheddafi e l’ Uzbekistan di Nazarbayev, lo hanno definito un personaggio farsesco del tutto inadatto ad assumere ruoli politici.
La storia da qui a poco darà il suo giudizio, che non penso si possa discostare da quello sopra indicato.
Se c’è una reale qualità personale di questo personaggio, questa è una grande capacità di lavoro, un carattere molto determinato e caparbio, qualità tutte rilevanti, ma che come si sa possono essere usate sia in senso positivo che negativo.
Ma qualunque siano i suoi meriti e demeriti, il nocciolo del discorso è questo : in vent’anni quest’uomo, pur col vantaggio di correre praticamente da solo, stante la modestia dei suoi avversari, per di più quasi sempre pronti a condividere con lui affari, appalti e potere, di  mosse non ne ha veramente sbagliate quasi mai.
Ultimamente è stato ulteriormente avvantaggiato dal costante appoggio riscosso dalla figura istituzionale, che avrebbe dovuto essere l’arbitro e tutore  imparziale dell’equilibrio fra i poteri dello stato.
Evento penoso, del tutto inspiegabile e ingiustificabile, incomprensibile, sconcertante, che contribuisce in modo devastante a diffondere il discredito sulle istituzioni e sul sistema paese.
Non sono mai stato in passato portato a condividere il pregiudizio ideologico contro i comunisti, ma certo il comportamento attuale di questi ex mandarini comunisti si presenta alla storia con elementi per un giudizio estremamente severo.
Forse la storia riconoscerà che democristiani ed ex democristiani, pure portandosi sul groppone il peso di errori madornali e di una moralità a fisarmonica, probabilmente, hanno sempre avuto un ben maggiore senso dello stato, rispetto della cosa pubblica e delle istituzioni, anche per merito degli ideali e della coerenza dei loro maggiori, per quanto siano stati resi sbiaditi ed annebbiati dalla pochezza dei loro successori e liquidatori.
Ma veniamo alla cronaca.
Dopo la condanna definitiva di Berlusconi, il personaggio è andato letteralmente in tilt, nel senso che sembra aver perso completamente la lucidità di giudizio, che in passato l’ha sempre assistito.
Dopo mosse insignificante ed a vuoto, come il cambio di nome del partito, per evocare un passato ritenuto migliore e penose assemblee di solidarietà a comando, le vere mosse politiche sono state disastrose.
Le dimissioni fatte sottoscrivere, si dice, su moduli prestampati ai parlamentari, nominati col porcellum in barba all’art 67 della costituzione, che vieta il vincolo di mandato e quelle estorte ai ministri.
Ambedue seguendo percorsi irrituali ed istituzionalmente insensati e quindi per vie inspiegabili per chi si circonda di uno stuolo di avvocati e consulenti super pagati.
Questa è la dimostrazione che ci troviamo davanti a quello che gli psichiatri chiamano “stato di coscienza alterato” e che è probabilmente la situazione attuale nella quale versa il Cavaliere.
Questa condizione alterata lo ha portato ad essere vittima del primo scivolone, che probabilmente gli risulterà fatale.
Sembrava che tutto avrebbe seguito il solito consolidatissimo copione e che cioè che all’ultimo momento sarebbe spuntato il tanto richiesto e indecentissimo “salvacondotto giudiziario ad personam”.
E in pratica ci si era quasi arrivati con l’annuncio di una possibile amnistia-indulto, gabbata per provvedimento per svuotare parzialmente le carceri, ma in pratica fondamentale per stoppare le prossime scadenze nei processi pendenti a carico del Cavaliere.
Eppure, non ostante questo ennesimo episodio di svergognamento istituzionale, il Cavaliere ha deciso di rovesciare il tavolo.
E’ un atto, da parte sua, di pura follia, perché se c’era una cosa, che doveva temere come la peste era appunto mettersi nelle condizioni di consentire ai, anzi di obbligare i suoi pavidi compagni di avventura a mettere insieme una nuova maggioranza senza di lui.

A questo punto, non vedo proprio come possa sopravvivere.

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