Alexis Tsipras sarà forse un venditore di fumo, ma almeno i Greci hanno
avuto il coraggio di cacciare i vecchi politici responsabili del disastro
attuale
Sarebbe bellissimo se la favola si avverasse e Tsipras riuscisse a
ridare dignità a un popolo che è stato ingannato per decenni da una classe
politica indegna e corrotta, che lui stesso aveva eletto e rieletto
cocciutamente.
La Grecia era il paese del Bengodi. Ce n'era per tutti.
I ricchi e sopratutto i ricchissimi armatori non dovevano disturbarsi a
pagare le tasse.
La classe media poteva vivere tranquilla nel pubblico impiego, che non
rifiutava un posto a nessuno.
Chi rimaneva ai margini era coperto da sussidi.
I governi, ai quali si alternavano sempre le stesse dinastie familiari,
provvedevano a falsificare i bilanci in modo che perfino le elefantiache
tecnocrazie di Bruxelles, nemmeno se ne accorgessero.
Avevano dei buchi di bilancio da far paura e ne dichiaravano meno della
metà.
Il favoloso clima mediterraneo e il possesso di beni culturali fra i
più prestigiosi del mondo attiravano turisti da ogni dove.
Ma a un certo momento il banco è saltato quando i creditori hanno fatto
due conti ed hanno visto che c'era sotto una falsificazione gigantesca.
I governi riconobbero allora
senza arrossire che in effetti i bilanci erano tutti falsi.
A questo punto, a Bruxelles avrebbero
tutti avuto voglia di prenderli a legnate, ma prima di tutto pensarono
realisticamente a portare a casa almeno una parte dei soldi prestatati incautamente
e quindi costrinsero la Grecia a sorbirsi le visite continue della Troika (Commissione UE, Fondo Monetario
Internazionale e BCE), che imposero le loro condizioni, dirette appunto a
riportarsi a casa capitale e interesse sopratutto per mettere in sicurezza le
banche europee.
Dell'avvenire dei Greci, chiaramente, non importava niente a nessuno,
diversamente non avrebbero imposto alcune delle misure più odiose, umilianti ed
economicamente assurde, come il taglio degli stipendi nel settore privato, che
ovviamente nulla c'entravano col debito
pubblico accumulato dal paese.
Tutto è stato fatto con la scure in mano : taglio della sanità pubblica,
fino a distruggerla ed a mettere la maggioranza della popolazione in condizione
di non avere più alcuna copertura.
Taglio con la scure nella pubblica amministrazione anche se qui c'era la necessità di arrivare a
un equilibrio, non a fare della macelleria sociale.
Scure pesante sul settore pensionistico.
Poi naturalmente,
privatizzazione selvaggia di quasi tutto.
E' singolare però, che i grossi capitali, cioè quelli degli armatori al
fresco dei forzieri svizzeri, non abbiano minimamente partecipato ai sacrifici
universali per il "salvataggio" del paese.
Cane non morde cane.
Il vecchio e scontato proverbio deve essere vero, se la tecnocrazia di
Bruxelles non ha trovato alcun mezzo per andare a cercare i soldi là dove
c'erano e sapeva benissimo che c'erano, cioè nelle banche svizzere e non solo.
Arrivati al disastro prima finanziario, poi economico e sociale, il
popolo greco ha subito l'intollerabile ed alla fine si è ribellato e ha votato
Tsipras, ma anche in parte i neonazisti di alba Dorata, dimostrando a che punti
può condurre l'esasperazione.
Che il popolo greco abbia preso coscienza del fatto che il disastro
c'era, che i politici al governo (Nuova Democrazia) erano i successori della
classe politica che il disastro l'aveva confezionato nei decenni precedenti e
che quindi per ridare dignità al paese prima di tutto era necessario cacciare i
vecchi incapaci e corrotti è buona cosa, anzi è la premessa indispensabile, per
venirne fuori.
Il giovane e pimpante ingegnere Alexis Tsipras ora ha un compito
terribilmente difficile, perchè non si governa con le buone intenzioni, e purtroppo,
l' aritmetica sarà astratta e poco attraente, ma rimane l'unica dea di
riferimento, che non inganna per definizione.
E l'aritmetica è assolutamente contro Tsipras.
Hanno calcolato, che per realizzare le cose che ha promesso di dare al
popolo in campagna elettorale ci vogliono 11 miliardi di Euro, mentre nelle
casse dello stato ce ne sono solo 4, in gran parte già impegnati.
Morale della favola, per dare qualcosa adesso Tsipras è costretto ad
andare a chiedere soldi a prestito.
Tutti sappiamo che se andiamo in banca a chiedere soldi ci chiedono
garanzie e i predecessori di Tsipras hanno già messo ipoteche su quasi tutto.
Per di più Tsipras è stato eletto sulla promessa al suo popolo di
rifiutarsi di pagare tutto
il debito pregresso.
Quindi in pratica Tsipras non è nelle condizioni nemmeno di andare a
chiedere ulteriori prestiti, ma tutt’al più di andare a chiedere soldi in
regalo per ragioni umanitarie.
Gli facciamo tutti gli auguri e gli esprimiamo tutta la possibile
simpatia, ma realisticamente non si può non pensare che la sua missione rischi
molto di essere quella di fare l'esecutore fallimentare del suo paese.
Al di là delle belle parole, è
chiaro che chi comanda oggi in Europa e cioè il governo tedesco, non si sente
di andare contro a quello che pensa la stragrande maggioranza del suo popolo, e
cioè che non vedono la ragione di accollarsi i debiti di chi ha agito per anni
in modo così scriteriato, come i
Greci,mentre loro in pochi anni hanno pagato di tasca propria per portare
la ex Germania dell’Est, in condizioni
da Grecia, al medesimo livello della Germania Ovest, paese più sviluppato
d’Europa.
Non riesco quindi a non pensare che la Germania abbia già deciso di
lasciare affondare la Grecia lasciandola al suo destino fuori dall'Euro, dal
momento che cinicamente, ma dal loro punto di vista, saggiamente le banche
tedesche si erano già da tempo liberate dai titoli greci.
Il cerino acceso del debito greco rimarrebbe così in mano alla BCE, che
però ha tanti soldi in forziere da poter tranquillamente spegnerlo mettendolo fra
le altre perdite nelle pieghe del suo gigantesco bilancio.
Ovviamente la contropartita per i Greci, sarebbe immediatamente quella
di non vedere più fun Euro di prestito per i prossimi dieci anni.
Tsipras sarà costretto in questo caso a guardare agli Sceicchi, alla
Russia, addirittura al nemico storico turco ,ma sopratutto alla Cina, il più
grande investitore del pianeta.
Magari anche negli Usa, i forzieri strapieni degli evangelici sono
pronti ad accogliere eventuali convertiti, provenienti dall’Ortodossia.
Il caso più vicino nel tempo di default di uno stato è quello
dell’Argentina.
Non è stato uno scherzo, ma in quel paese, enormemente più grosso della Grecia, c’erano beni da esportare
per rimettere in moto l’economia, in
qualche anno.
In Grecia non c’è quasi nulla da
esportare.
Non la vedo bene.