venerdì 2 gennaio 2015

Papa Francesco sta imponendo un cristianesimo francescano sì nel sociale, ma anche tradizionale e populista in altri ambiti come bioetica e famiglia



Devo confessare che per capire cosa fa papa Francesco, oltre a leggerne ovviamente discorsi ecc. ho trovato di estremo interesse seguire quello che riportano i siti del cattolicesimo tradizionalista o ultra tradizionalista.
In quei siti vedo tutto lo sconcerto, che suscita questo papa a causa della personalità sofisticata e sottile che si trovano di fronte.
E' ovvio che la prima cosa che hanno capito era il fatto che la scelta a favore della "chiesa dei poveri" fatta già cinquant'anni fa dal concilio Vaticano II sarebbe stato la costante di questo pontificato e quindi si sono chiusi a riccio sapendo che le conseguenze ovvie di quella scelta sarebbero stati devastanti per l'enorme potere gestito dalla curia romana, con tutte le degenerazioni riguardanti abusi sessuali e di ostentazione di vite perse nel lusso più indecente, finanziate con una corruzione dilagante.
Si sono quindi preparati a contrastare questa  linea cercando di mettere insieme i pareri dei pochi economisti che ci tengono a definirsi cattolici oltre a quelli della "finanza bianca" che non  versa in particolare buona fama nè buona salute.
Hanno quindi preparato una linea di contrasto basata sul concetto che le idee sociali del papa sarebbero incompatibili con una "sana" economia e quindi sarebbero mal viste dal mondo degli economisti.
Compito obiettivamente difficile sia perchè gli ambienti cattolici che negli ultimi decenni avevano con successo tentato per la prima volta di "sdoganare"  la linea economica liberista e cioè in primis alcuni dirigenti di CL , Compagnia delle Opere  ecc.  si sono squalificati da soli con comportamenti tutt'ora al vaglio della magistratura, sia perchè gli "economisti" in senso lato non godono certo di buona stampa nè reputazione dopo la verificata incapacità di prevedere la devastante crisi economica tutt'ora in atto e dopo la misera discesa in politica di uno dei suoi esponenti più noti.
Certo che questo papa sul piano sociale sta assumendo delle posizioni che nemmeno gli esangui partitini dell'ultra sinistra sanno più presentare e difendere con argomentazioni credibili.
Sentire un papa che da  un'aula dei barocchi e austeri palazzi vaticani cita due o tre volte i movimenti dei "cartoneros", i recuperanti che lavorano nelle discariche delle favelas del terzo mondo per sbarcare il lunario in uno dei modi più faticosi e antipatici è una novità assoluta.
Ancora più assoluta la novità di un papa che quegli ambienti li ha frequentati e li conosce direttamente e non attraverso gli appunti dei segretari o le analisi sociologiche.
Nel ricco occidente, in crisi, ma sempre molto benestante, ci siamo messi tutti la coscienza a posto considerando che tutto sommato le aree di povertà si starebbero riducendo e che nei paesi in via di sviluppo stanno progressivamente crescendo di numero i ceti medi i ricchi e gli ultra ricchi.
Vero se guardiamo alla tendenza a lungo periodo.
Falso se pensiamo che questa tendenza non nasconda un'altra tendenza, estremamente pericolosa,  diretta all'aumento che appare incontenibile delle disuguaglianze, con effetti destabilizzanti sulla tenuta del "patto sociale".
Falso se trascuriamo le sofferenze intollerabili di masse ancora enormi che vivono con o sotto il famoso dollaro al giorno.
Questo papa ha fatto una scelta di campo a loro favore, non c'è dubbio.
E proprio non vale il pensierino piccolo-borghese, diffusissimo nelle nostre società secondo il quale ci si tira fuori pensando e dicendoci : ma che colpa abbiamo noi se ci sono i poveri e gli esclusi, non è colpa nostra.
La dottrina sociale della chiesa ha sempre detto tutt'altro, affermando sì la legittimità del diritto di proprietà privata, ma mettendo tali e tanti paletti all'esercizio pratico di tale diritto da farlo seriamente traballare.
Il recente discorso tenuto nell'ottobre scorso da papa Francesco ai Movimenti Popolari è talmente forte da fare veramente riflettere sulla possibilità di un equilibrio fra perseguimento del bene pubblico e difesa della proprietà privata.
La sua polemica ricorrente sulla "società dello scarto", viene declinato in modo da mettere in crisi la filosofia stessa sulla quale si basa il sistema capitalistico, se non "corretto" da pesi e contrappesi.
O, se vogliamo dirla in modo più tecnico, è del tutto evidente che le teorie liberiste oggi imperanti e tradotte in pratica con le politiche economiche di austerità non trovano il minimo appoggio nella dottrina sociale declinata da papa Francesco.
E' curioso rilevare che i siti che riportano il pensiero di chi si oppone alla linea di papa Francesco non gli abbiano mai dato del comunista, forse perchè pensano che la sua linea medesima sia anche peggio del comunismo secondo il loro punto  di vista, in quanto chiaramente non ispirata neanche lontanamente alle elucubrazioni dei teorici del comunismo storico, ma discendente direttamente dal messaggio evangelico puro e semplice.
E' anche curioso rilevare che in quegli ambienti si pensava di dovere fronteggiare un pericolo transitorio e fugace.
I papi vanno e vengono, si pensava, ma la curia resta.
Questo papa a un certo momento verrà percepito come un populista spicciolo e questo lo seppellirà, si pensava anche.
Ma sopratutto si pensava che non ce l'avrebbe mai fatta a mettersi muro contro muro verso ai potentati della curia.
E invece è successo e le figure più rappresentative del tradizionalismo o dell'utra- tradizionalismo  stanno cadendo come i birilli, una dopo l'altra.
Per reagire adesso hanno tirato fuori, vendendole subdolamente come raccolte dei pensieri e della vita del papa alcuni libretti o servizi televisivi nei quali si rivangano gli screzi che l'allora Padre Jorge Bergoglio aveva dovuto subire dai superiori locali della Compagnia di Gesù alla quale appartiene per sue presunte tendenze ad usare metodi autoritari, come se la compagnia medesima non fosse stata concepita dal suo fondatore che era un militare di professione, su un canovaccio organizzativo di tipo militaresco.
Ma che ha sconcertato i suoi avversari è il suo punto di vista che non è affatto euro- centrico e nemmeno filo occidentale, ma è al contrario tutto incentrato sul mondo emergente, che rappresenta i due terzi dell'umanità.
Non a caso trapela dallo staff che si è scelto un  suo fortissimo impegno a trovare una via di dialogo con l'immenso  gigante asiatico : la Cina.
I popoli dei paesi emergenti fanno riferimento a culture molto diverse fra di loro, mas ia che ci troviamo di fronte all'etica sociale confuciana, sia che si faccia riferimento alle culture latino-americane, troviamo un forte radicamento dell'idea di famiglia tradizionale.
Ecco allora le posizioni chiaramente tradizionaliste espresse da papa Francesco sui temi bioetici , sulla benedizione degli alti tassi di natalità, sulla riproposizione della famiglia tradizionale, che sono fatti propri dal papa per parlare preferenzialmente a quelle culture e non in quanto difese dal tradizionalismo clericale europeo.
E' una scelta strategica, che si capisce chiaramente, ma che non può non provocare sconcerto e delusione in tutt'altri campi qui in Europa.
Per un europeo con basi culturali di scolarizzazione medio- elevata che vive nel suo tempo, un papa che esalta le famiglie numerose o numerosissime è un irresponsabile.
Per il medesimo europeo un papa che ripete i soliti limiti invalicabili su eutanasia, aborto,regolazione delle nascite, morale sessuale, diritti dei gay eccetera è uno che sta suicidando la sua chiesa, perchè questi discorsi sono del tutto al di fuori del sentire con temporaneo.
Purtroppo le cose stanno così.
Papa Francesco fa una scelta strategica pensando che la sua chiesa possa sopravvivere solo riferendosi alle praterie ancora suscettibili di possibile espansione nel mondo in via di sviluppo, ma così facendo da per scontato che le chiese in Europa chiuderanno, come hanno già chiuso nel nord Europa e in buona parte dell'Est europeo.
Conciliare le due cose non mi sembra possibile.
Il sentiero è strettissimo.
Forse c'è una sola via d'uscita ed è quella che il papa potrebbe percorrere facendo praticare alla chiesa il francescanesimo originale in senso spirituale.
Trascurare palazzi, istituzioni, dogmatica e fare riferimento al messaggio evangelico originario.
Difficilissimo, non impossibile, ma quasi impossibile.
Continuo a pensare che anche se riuscisse potrebbe essere troppo tardi, ormai il mondi si è cercato altri riferimenti.
Ma potrei ovviamente anche sbagliarmi.

Se riuscisse sarebbe bellissimo.

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