venerdì 9 gennaio 2015

Charlie Hebdo : ennesima strage nel nome di Dio, ma non si può dirlo



L'Europa colpita al cuore dalla strage dei vignettisti francesi di Charlie Hebdo finalmente si spaventa e riflette su temi che si dibattono da decenni nei circoli culturali, ma che non hanno mai raggiunto il grande pubblico, anche per l'impreparazione e l'incapacità della politica di affrontarli.
"Scontro di civiltà", "guerra di religione", "terrorismo in nome di dio", erano tutte espressioni giudicate impronunciabili dal pensiero unico, che predicava " multiculturalismo", "distinguere bene l'Islamismo radicale dall'islam moderato", "aprire le porte a tutti gli immigrati" eccetera.
L'ignoranza è sempre una colpa, ma l'ignoranza, che si manifesta nelle classi politiche europee lo è ancora di più perché il principio della rappresentanza, sul quale si fonda la democrazia, presuppone una delega da parte del cittadino, che si occupa d'altro, al rappresentante eletto perché si documenti per affrontare al meglio i problemi della società e dello stato.
Purtroppo la classe politica italiana sembra eccellere in impreparazione e non conoscenza del problema anche in questa serissima circostanza della minaccia islamica al nostro modo di vita.
Nella giornata della strage, la televisione di stato, espressione della classe politica ha denunciato nuovamente la propria pochezza non dedicando nemmeno uno speciale all'avvenimento.
Lo ha fatto La7 e lo ha fatto bene, dimostrando ancora una volta, che le qualità professionali dove ci sono, come nella direzione di Mentana, vengono fuori evidenti ogni volta che si presenti l'occasione.
Lo speciale della 7, presentava due soli politici:  Matteo Salvini e Lia Quartapelle, deputata del Pd e mancata ministro degli esteri, per una provvidenziale impuntatura di Re Giorgio.
La prestazione della Quartapelle ,in quella occasione,  ha dimostrato per l'ennesima volta che mettere insieme un governo di ragazzotti sgomitanti, anche se dotati di vistosi master e titoli accademici, che la Quartapelle  può vantare abbondantemente, non ostante la sua giovanissima età, come ha fatto Renzi non è sufficiente per dare all'Italia il governo che meriterebbe.
Non basta provenire, come la Quartapelle, dall'ottimo incubatore di esperti di politica estera, come è l'Ispi di Milano, per gestire politiche, oggi estremamente complesse.
Come non basta la passione politica, che la Quartapelle pure  ha dimostrato di avere in modo perfino eccessivo, per elaborare e portare avanti politiche efficaci.
Purtroppo la tesi esposta dalla pur qualificata esponente renziana  non era niente di più della solita solfa buonista : non facciamo il gioco dei tagliagole, distinguiamo  fra islamici radicali e moderati e poi sopratutto non diciamo la bestemmia, secondo la quale ,ci sarebbe terrorismo fondato su una religione.
Personalmente ritengo pericolosissimo che si continuino a rimestare queste poverissime tesi, perché quello che è successo a Parigi, a due passi da Pace de la Bastille, ha toccato volutamente dei simboli fondamentali,
sui quali si fonda la nostra civiltà e la nostra cultura.
Gli ignoranti ed approssimativi disgraziati islamisti, che hanno sparato su vignettisti, poliziotti e portinai ,pur nella loro ignoranza e nel loro oscurantistico fanatismo religioso, sapevano di sparare al cuore dell'Occidente, che sta nella filosofia illuminista.
Sparavano a Voltaire, perché se la redazione di Charlie Hebdo avesse voluto scegliersi un'immagine ,un icona, che la rappresentasse  avrebbe senza il minimo dubbio scelto il sorriso sarcastico di Voltaire, scomparso 11 anni prima della rivoluzione, della quale fu il padre, dimostrando così cosa significhi la forza del pensiero.
Questo è il punto che va colto.
Non basta dire e scrivere "io sono Charlie" come oggi stanno facendo tutti.
Prima di tutto bisogna capire chi è Charlie.
Prima di tutto occorre sapere che Charlie Hebdo conduceva innanzi tutto una convinta battaglia contro l'oscurantismo religioso, contro la tendenza intrinseca di tutte le religioni a contrastare la ragione e la scienza, a presentare i propri miti fondativi ed i dogmi derivati, come l'unica verità, assoluta e definitiva.
Di conseguenza, Charlie Hebdo picchiava duro non solo contro l'oscurantismo islamico, ma anche contro quello cattolico e quello di tutte le altre confessioni,  contrastandolo, in nome della ragione e della scienza, basata sul pensiero critico e quindi intrinsecamente contraria a qualsiasi religione basata su un pensiero dogmatico.
Quelli di Charlie sapevano bene che il cattolicesimo aveva nei secoli tratto dai sui libri di riferimento la fonte per mettere in atto le peggiori carneficine della storia, perpetrate in nome di dio.
Ma sapevano anche bene, che la chiesa cattolica, i conti con l'illuminismo ed il pensiero moderno, aveva cercato da tempo di farli e addirittura, dall'illuminismo aveva tratto parecchi principi,fondativi del pensiero moderno,  facendoli propri, come ad esempio la dichiarazione dei diritti umani.
Non è poco, anzi è fondamentale.
La Chiesa ha da tempo riconosciuto, che quanto riportato nella Bibbia non è da intendersi come di valore storico, ma solo come  metafora.
Questo riconoscimento porta tra l'altro a inattivare la potenzialità negativa dei numerosissimi passi dell'Esodo e sopratutto dei Re che incitano al massacro nel nome di dio.
Così come, questo riconoscimento ha potuto togliere di imbarazzo la chiesa laddove nella Bibbia si sparano castronate storicamente evidenti.
La chiesa ha capito che per sopravvivere doveva venire a patti col mondo moderno, anche rinunciando a principi che fino al giorno prima proclamava come non negoziabili.
Il mondo islamico ,invece, è lontanissimo anche solo da iniziare questo cammino diretto verso una lettura ermeneutica e critica del Corano.
E' quindi doveroso, stando così le cose, fare sapere alla gente quali sono i versetti del Corano che incitano non alla misericordia, ma all'assassinio di chi si macchierebbe di "blasfemia" cioè di rappresentazione o di critica di Hallà o di Maometto o del Corano.
E prendere atto del fatto obiettivo e facilissimamente  dimostrabile che a quel precetto sono tenuti sia i così detti islamici moderati che i così detti islamici radicali.
La religione islamica, fino a quando non intraprenderà un cammino di lettura ermeneutica e critica dei suoi testi è un incitamento all'annullamento di chi non è credente musulmano ed è diretta a islamizzare il mondo, cioè a non tollerare altra religione dell'Islam.
Se si negano queste evidenze ci si prende in giro o peggio si ignora di cosa si sta parlando o si è in mala fede.
Malissimo quindi ha fatto l'esponente renziana, sopra citata a sostenere tesi fuorvianti,e culturalmente debolissime,  facendole passare per illuminate.
Non è vero che si fa il gioco dei tagliagole quando si dice che per l'Islam è doveroso tagliare la gola ai "kafir", ai non credenti, anzi al contrario.
Guai se di fatto ci "sottomettiamo".
Questo sarebbe il peggiore tradimento alle idee degli eroi di Charlie Hebdo : la ragione non va sottomessa mai a niente ed a nessuno.


Nessun commento: