giovedì 21 gennaio 2021

Alberto Forchielli : fuoco e fiamme – recensione

 



 

Ho sentito parlare Forchielli anni fa credo su Radio 24 e subito ho capito di trovarmi davanti un personaggio assolutamente singolare.

Innanzitutto per il linguaggio colorito di chiara derivazione goliardica.

Poi per gli argomenti nei quali verteva la sua expertise che sono precipuamente le economie asiatiche e cinese in particolare, delle quali si parlava già molto, ma si conosceva veramente poco.

Da quello che Forchielli diceva era chiaro che non parlava per sentito dire ma che allora in Asia ci viveva.

Era chiaro che stravedeva per le potenzialità di sviluppo di quelle regioni del mondo.

Non aveva torto.

Leggendo i suoi libri e questo in particolare ho appreso che oggi il suo giudizio sul gigante cinese è più calibrato tenendo conto del fatto che gli anni dei balzi spettacolari del Pil cinese difficilmente continueranno anche se quel paese ha già superato l’America in settori strategici.

Quali indicatori più strategici della percentuale del Pil investita in ricerca o il brutale numero dei brevetti?

Ecco però ho appreso non soltanto che questo simpatico imprenditore,economista,goliardone aveva preso a suo tempo un master alla Business School di Harvard ma anche che lo stesso dichiara di avere una casa alla quale tiene molto a Boston e di frequentare da sempre il mitico Massachusetts Institute of Technology e la Singularity University degli ancora più mitici futurologi Raymon Kurzweill e Peter H. Diamandis.

Lo stesso Forchielli consiglia la lettura dei best seller di Diamandis : “Abbondanza :il futuro è migliore di quanto che pensiate” e “The Future is Faster Than You Think”.

Questo libro del quale parliamo non dice di più dei libri che sugli argomenti “futuristi” come Intelligenza artificiale ,robotica, editing genetico, biotecnologia e via di seguito fino al transumanesimo che abbiamo già ritrovato nelle precedenti recensioni dei libri sui medesimi argomenti su questo stesso blog.

Il “valore aggiunto” di questo libro se così si può dire è dato dalla personalissima zampata finta-goliardica che Forchielli mette in tutto quello che fa.

Quando poi gli scappa un accenno alla politica italiana è evidente l’immane sforzo che deve fare per non lasciarsi uscire la sequela di parolacce che il solo pensiero dei nostri politici gli induce a produrre mentalmente.

Ecco non ostante la coloritura del personaggio va detto che Forchielli è alla fin fine più cauto nelle valutazioni sul futuro di Kurzweill o di Harari, nel senso che è ben attento a valutare quanto l’immane e velocissimo passo del progresso tecnologico dovrà lasciare nelle mani e nel cervello degli umani, se pure “aumentati” in tutte le loro funzioni fino alla inevitabile commistione di biologico e dispositivi meccanici-tecnologici che avverrà nel nostro stesso corpo tramite l’impiego delle nanotecnologie.

Teniamo conto però che l’attività di divulgatore-analista che Forchielli porta avanti da tempo è esplicitamente indirizzata anche a dare delle dritte precise ai giovani, perchè si informino per tempo.

Forchielli è bene dirlo subito non è un particolare estimatore del liceo classico e delle ben note motivazioni che sono pronti a sfornare i suoi fan.

Al contrario la sua frequentazione con un Asia spaventosamente meritocratica e ultra selettiva lo induce a predicare in continuazione la assoluta necessità di privilegiare gli indirizzi di studi scientifici, matematica in testa.

Ai giovani dice che per i volenterosi c’è posto a patto che non perdano troppo tempo tanto per cominciare sbagliando scuola superiore e poi facoltà universitaria.

Va bene l’estero ma solo se la scelta è mirata e consapevole seguendo le tabelle delle migliori università del mondo che sono pubbliche e facilmente reperibili sul web.

Per chi non lo sapesse e per essere chiari come è chiaro lui, il libro più mirato che ha scritto sull’argomento ha l’aulico titolo “Muovete il culo : lettera ai giovani perché facciano la rivoluzione…”

Forchielli, come Diamandis è al fondo un ottimista, che dall’analisi delle delle enormi potenzialità che il futuro vicino ci prospetta, da economista vede bene i rischi derivanti dai lavori che spariranno proprio a causa dell’automazione e della digitalizzazione di gran parte dei processi produttivi, ma vede anche il panorama vastissimo dei lavori radicalmente nuovi che i medesimi avanzamenti e cambiamenti porteranno con sé.






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