lunedì 11 gennaio 2021

Carlo Rovelli : sette brevi lezioni di fisica – recensione

 





Aureo libretto di sole 62 pagine.

Uscito nel 2014 ma rimasto ineguagliabile.

E’ probabilmente un caso editoriale che un libro di fisica abbia venduto un milione di copie in 41 lingue diverse.

Ordinario di fisica teorica all’università di Marsiglia,Rovelli riesce a conciliare la direzione di gruppi di scienziati impegnati da anni in cosucce come la teoria della gravità a loop e la teoria delle stringhe, con un utilissimo lavoro di divulgazione scientifica.

Anche il popolo ha diritto di accedere al sapere, diciamocelo chiaro.

E questo è il primo di una serie di libri di questo autore scritto con questo preciso scopo.

Devo confessare di averlo comprato appena uscito e di avere letto allora solo la settima e ultima lezione, che si apre a una serie di considerazioni di natura filosofica, campo che mi è più congegnale.

Oggi, dopo avere affrontato la lettura di una serie di libri dedicati ad aggiornamenti sulle ultime acquisizioni della scienza e tecnologia moderne (bioingegneria,neuroscienze,sviluppi dell’ informatica eccetera) con autori come Harari e il suo Homo Deus, mi sono come sentito in colpa per non avere ancora ultimato la lettura di quel primo e fortunato libro di Rovelli e ho rimediato.

E’ stata un’ottima scelta.

Elenco i titoli delle prime sette lezioni :

-relatività generale di Albert Einstein

-meccanica quantistica

-cosmo

-particelle elementari

-gravità quantistica

-probabilità e calore dei buchi neri

-noi

Oh, non fatto l’elenco per il gusto sadico si terrorizzare il lettore, sarebbe stata una mossa controproducente per chi fa una recensione.

Al contrario volevo chiarire che il grande valore di questo breve saggio sta tutto nella grandissima abilità di un fisico teorico a costringersi a spiegare l’universo come è conosciuto dalla fisica moderna e come se ne tratta nelle università in modo che chiunque abbia una scolarizzazione da scuola dell ‘obbligo possa capire senza scervellarsi per niente.

Tutto qui, ma non è affatto poco.

C’ è quasi alla fine del libro un ragionamento che va veramente al cuore del problema e che è costruito più o meno in questo modo.

Quando parliamo della struttura della materia e dello spazio come di noi stessi, fatti di polvere di astri,non stiamo facendo come i nostri antenati che davanti al fuoco per millenni si sono scambiati racconti fantastici.

Noi quando facciamo scienza siamo come quegli stessi uomini che all’alba si mettevano in cammino per cacciare l’antilope e per far ciò cominciavano a cercare accuratamente le tracce lasciate sull’erba a sulla sabbia da quell’antilope.

Scrutavano la realtà che vedevano obiettivamente per trarne delle deduzioni di quello che non vedevano ancora obiettivamente.

Consapevoli del fatto che facendo quelle deduzioni potevano anche sbagliarsi e quindi pronti a cambiare orientamento se ne avessero avuto delle prove.

Ecco fra le narrazioni notturne davanti al fuoco e le deduzioni mattiniere davanti alle tracce delle antilopi c’è una differenza enorme.

Le prime sono pure fantasie.

Le seconde sono acquisizioni secondo il metodo scientifico, che richiede prove obiettive e sono sempre soggette ad essere smentite e superate se si trova un altra teoria più efficiente.

Credo che il messaggio che lascia Rovelli è esattamente questo.

Usate il discernimento.

Le fantasie, le narrazioni, lui non lo dice esplicitamente ma credo proprio di non tradirne il pensiero se aggiungessi le religioni, le composizioni artistiche, hanno una loro valenza di consolazione o di contemplazione della bellezza.

Non fidatevi delle credenze basate sul principio di autorità che proclamano presunte verità.

La verità non è mai esistita, esiste solo la probabilità.

La scienza è l’unica forma di conoscenza.

Il resto sono ciarlatanate.

Dicevo all’inizio aureo libretto per cominciare.

Poi se si rimane soddisfatti e interessati si potrà passare agli altri lavori più recenti dello stesso Rovelli.




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