venerdì 1 marzo 2013

C’è qualcosa di bacato nella filosofia politica di noi italiani





Ho sempre sostento che quando c’è qualcosa di spiacevole che ci colpisce non serve a nulla guardare dall’altra parte. Al contrario la miglior difesa è sempre l’attacco.
Il qualcosa di spiacevole è presto detto.
Il 27 febbraio scorso il leader del partito socialdemocratico tedesco, verosimile nuovo cancelliere a novembre è sbottato dicendo sprezzantemente che gli italiani avevano scelto alle elezioni di farsi governare da due clown (Berlusconi, già detentore del titolo sulla stampa straniera da anni e Grillo, new entry).
Quasi in contemporanea il più importante settimanale economico finanziario del mondo l’Economist di orientamento liberista e quindi dell’opinione opposta a quella del leader socialdemocratico tedesco riportava quello stesso bel pensierino come titolo, apertamente derisorio e veramente molto poco british, per eccesso di mala educazione.
Nel post precedente si era citato il NY Times che commentava anche lui l’esito delle elezioni italiane con un editoriale molto più accademico e sottile, scritto da due giovani politologi e ispirato proprio alla analisi della filosofia politica che è sottesa alla scelte  elettorali.
Più profondo quell’editoriale ma non meno inquietante perché concludeva che gli italiani in maggioranza finiscono per votare di pancia e così facendo votano per quello che percepiscono come l’uomo forte del momento.
Ci risiamo, siamo ancora a quello che Umberto Eco, in un celebre saggio di anni fa, aveva definito il “fascismo eterno”, cioè una filosofia politica di fondo che perdura e che è sopravvissuta alla caduta del fascismo, perché al di là degli abiti che può indossare il fascismo in un dato periodo storico, non scompare perché è una categoria dello spirito.
Nello stesso filone di indagine o di lettura si inserisce l’altra clamorosa novità di questi giorni, le storiche dimissioni del papa, di un papa debole e mediocre, che ha fatto perdere alla sua chiesa otto anni, senza risolvere un solo problema.
Fiumi di inchiostro , sdolcinate commozioni ritenute doverose per l’occasione , ma sotto sotto un malcelato disprezzo per un  debole che aveva accettato incautamente di sedere su un trono riservato ai forti, anzi ai forti eroici, come sono definiti i santi.
Si è detto e ripetuto più volte su questo blog che le neuroscienze hanno ormai spiegato nei minimi particolari ,che per il solo fatto di essere umani tutti condividiamo le medesime pulsioni inconsce, che portano alle zone decisorie del cervello soluzioni immediate per consentirci di rispondere istantaneamente a pericoli o problemi esterni, con pulsioni non controllabili  appunti perché inconsce.
Per consentire l’immediatezza della risposta il cervello preleva in archivio la soluzione adottata in un caso precedente nostro o acquisita culturalmente da casi analoghi.
Cioè abbiamo dentro di noi tutti quanti un meccanismo praticamente fisiologico che sta alla base del  conservatorismo, del conformismo e del perseverare nei pregiudizi.
Questo è il meccanismo che il subconscio ci offre come soluzione di prima battuta.
Poi subentra il ragionamento, l’educazione eccetera ma solo se lo vogliamo noi ed in seconda battuta.
E’ importante  questa recente acquisizione scientifica perché ci  ha chiarito che essere conservatori non è un peccato, è la nostra natura , che nel meccanismo dell’evoluzione ha garantito la sopravvivenza della specie anche con questo singolare meccanismo, siamo tutti conservatori per natura, in prima battuta.
Il medesimo meccanismo inconscio come in tutte le specie animali  ci porta a rispettare il maschio dominante e da qui deriva la pulsione dell’affidarsi all’uomo forte in prima battuta.
Poi si può andare oltre.
Una considerazione inevitabile alla quale non  possiamo sottrarci è che di questa fase piuttosto infantile di affidamento all’uomo forte  non ancora superata soffriamo oggi in particolare noi italiani, anche se sentircelo dire in faccia ed in malo modo da parecchio fastidio.
Andiamo in Germania. La cancelliera Angela Merkel è tutto l’incontrario di  una Margareth Tatcher, cioè è stata scelta e riscelta per le sue caratteristiche di grigiore, di donna capace, ma moderata in tutto.
Portiamoci in Francia, il presidente Hollande è notoriamente denominato nella sua patria con un termine che si traduce in italiano con “budino” per indicare una personalità molliccia.
Rajoy in Spagna è un moderato uomo grigio.
Nel Regno Unito Cameron è l’icona del grigiore ed è ora molto criticato proprio per questo.
Fatto questo giro d’orizzonte forse ci riesce più comprensibile capire perché i vicini ci considerano un po’ picchiatelli quanto votiamo personaggi alla Berlusconi o Grillo.
Fatto sta che  siamo rimasti solo noi, che quando andiamo a votare ricorriamo ancora ai riferimenti del gallo e del pollaio, gli altri si dimostrano un po’ più sofisticati, anche se nel loro passato avevano sofferto dello stessa nostra  malattia infantile.
Come mai.
Hanno due o tre cose importanti  in più rispetto a noi.
Informazione di migliore qualità , un processo educativo più rigoroso e pensiero critico più diffuso.
Noi siamo l’unico paese occidentale sviluppato a soffrire di una libertà di stampa limitata a causa di una concentrazione di media televisivi nelle mani di un uomo solo al comando e di editori di carta stampata che non sono non editori di mestiere.
Abbiamo un sistema di media da indottrinamento, non da informazione, questo è un limite micidiale.
Se i cittadini non sono in grado di raccogliere informazioni obiettive e pluraliste, votano di pancia, non c’è da meravigliarsi.
Abbiamo un sistema educativo buonista e straccione e questo è un altro limite micidiale.
C’è in giro e  soprattutto nella classe dirigente troppa gente ignorante come le galline.
Il risultato è un deficit di pensiero critico, che è poi la stessa cosa del votare per il gallo del paese.
Rifacciamoci il palato.
Ripensiamo ogni tanto all’invenzione della democrazia in quelle agorà della Grecia di Pericle 450 anni prima di Cristo.
Ogni cittadino poteva andare ad ascoltare fior di filosofi, ma anche gente qualunque  ad esporre i propri punti di vista.
Non facciamo però errori di valutazione clamorosi, non erano talk shaw televisivi.
Non era teatro, era tutta testa, vinceva il ragionamento più solido, chi andava a far teatro veniva cacciato a calci nel sedere.
Ed eravamo 2.500 anni fa.
Possiamo farcela.

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