Ho sempre sostento che quando c’è qualcosa di spiacevole che ci colpisce
non serve a nulla guardare dall’altra parte. Al contrario la miglior difesa è
sempre l’attacco.
Il qualcosa di spiacevole è presto detto.
Il 27 febbraio scorso il leader del partito socialdemocratico tedesco,
verosimile nuovo cancelliere a novembre è sbottato dicendo sprezzantemente che
gli italiani avevano scelto alle elezioni di farsi governare da due clown
(Berlusconi, già detentore del titolo sulla stampa straniera da anni e Grillo,
new entry).
Quasi in contemporanea il più importante settimanale economico finanziario del
mondo l’Economist di orientamento liberista e quindi dell’opinione opposta a
quella del leader socialdemocratico tedesco riportava quello stesso bel pensierino
come titolo, apertamente derisorio e veramente molto poco british, per eccesso
di mala educazione.
Nel post precedente si era citato il NY Times che commentava anche lui l’esito
delle elezioni italiane con un editoriale molto più accademico e sottile,
scritto da due giovani politologi e ispirato proprio alla analisi della
filosofia politica che è sottesa alla scelte
elettorali.
Più profondo quell’editoriale ma non meno inquietante perché concludeva che
gli italiani in maggioranza finiscono per votare di pancia e così facendo votano
per quello che percepiscono come l’uomo forte del momento.
Ci risiamo, siamo ancora a quello che Umberto Eco, in un celebre saggio di
anni fa, aveva definito il “fascismo eterno”, cioè una filosofia politica di
fondo che perdura e che è sopravvissuta alla caduta del fascismo, perché al di
là degli abiti che può indossare il fascismo in un dato periodo storico, non
scompare perché è una categoria dello spirito.
Nello stesso filone di indagine o di lettura si inserisce l’altra clamorosa
novità di questi giorni, le storiche dimissioni del papa, di un papa debole e
mediocre, che ha fatto perdere alla sua chiesa otto anni, senza risolvere un
solo problema.
Fiumi di inchiostro , sdolcinate commozioni ritenute doverose per l’occasione
, ma sotto sotto un malcelato disprezzo per un debole che aveva accettato incautamente di
sedere su un trono riservato ai forti, anzi ai forti eroici, come sono definiti
i santi.
Si è detto e ripetuto più volte su questo blog che le neuroscienze hanno
ormai spiegato nei minimi particolari ,che per il solo fatto di essere umani
tutti condividiamo le medesime pulsioni inconsce, che portano alle zone
decisorie del cervello soluzioni immediate per consentirci di rispondere istantaneamente
a pericoli o problemi esterni, con pulsioni non controllabili appunti perché inconsce.
Per consentire l’immediatezza della risposta il cervello preleva in
archivio la soluzione adottata in un caso precedente nostro o acquisita
culturalmente da casi analoghi.
Cioè abbiamo dentro di noi tutti quanti un meccanismo praticamente
fisiologico che sta alla base del conservatorismo, del conformismo e del
perseverare nei pregiudizi.
Questo è il meccanismo che il subconscio ci offre come soluzione di prima
battuta.
Poi subentra il ragionamento, l’educazione eccetera ma solo se lo vogliamo
noi ed in seconda battuta.
E’ importante questa recente
acquisizione scientifica perché ci ha
chiarito che essere conservatori non è un peccato, è la nostra natura , che nel
meccanismo dell’evoluzione ha garantito la sopravvivenza della specie anche con
questo singolare meccanismo, siamo tutti conservatori per natura, in prima
battuta.
Il medesimo meccanismo inconscio come in tutte le specie animali ci porta a rispettare il maschio dominante e
da qui deriva la pulsione dell’affidarsi all’uomo forte in prima battuta.
Poi si può andare oltre.
Una considerazione inevitabile alla quale non possiamo sottrarci è che di questa fase
piuttosto infantile di affidamento all’uomo forte non ancora superata soffriamo oggi in
particolare noi italiani, anche se sentircelo dire in faccia ed in malo modo da
parecchio fastidio.
Andiamo in Germania. La cancelliera Angela Merkel è tutto l’incontrario
di una Margareth Tatcher, cioè è stata
scelta e riscelta per le sue caratteristiche di grigiore, di donna capace, ma
moderata in tutto.
Portiamoci in Francia, il presidente Hollande è notoriamente denominato nella
sua patria con un termine che si traduce in italiano con “budino” per indicare una
personalità molliccia.
Rajoy in Spagna è un moderato uomo grigio.
Nel Regno Unito Cameron è l’icona del grigiore ed è ora molto criticato
proprio per questo.
Fatto questo giro d’orizzonte forse ci riesce più comprensibile capire perché
i vicini ci considerano un po’ picchiatelli quanto votiamo personaggi alla
Berlusconi o Grillo.
Fatto sta che siamo rimasti solo noi,
che quando andiamo a votare ricorriamo ancora ai riferimenti del gallo e del
pollaio, gli altri si dimostrano un po’ più sofisticati, anche se nel loro passato
avevano sofferto dello stessa nostra malattia infantile.
Come mai.
Hanno due o tre cose importanti in
più rispetto a noi.
Informazione di migliore qualità , un processo educativo più rigoroso e
pensiero critico più diffuso.
Noi siamo l’unico paese occidentale sviluppato a soffrire di una libertà di
stampa limitata a causa di una concentrazione di media televisivi nelle mani di
un uomo solo al comando e di editori di carta stampata che non sono non editori
di mestiere.
Abbiamo un sistema di media da indottrinamento, non da informazione, questo
è un limite micidiale.
Se i cittadini non sono in grado di raccogliere informazioni obiettive e
pluraliste, votano di pancia, non c’è da meravigliarsi.
Abbiamo un sistema educativo buonista e straccione e questo è un altro
limite micidiale.
C’è in giro e soprattutto nella
classe dirigente troppa gente ignorante come le galline.
Il risultato è un deficit di pensiero critico, che è poi la stessa cosa del
votare per il gallo del paese.
Rifacciamoci il palato.
Ripensiamo ogni tanto all’invenzione della democrazia in quelle agorà della
Grecia di Pericle 450 anni prima di Cristo.
Ogni cittadino poteva andare ad ascoltare fior di filosofi, ma anche gente
qualunque ad esporre i propri punti di
vista.
Non facciamo però errori di valutazione clamorosi, non erano talk shaw
televisivi.
Non era teatro, era tutta testa, vinceva il ragionamento più solido, chi
andava a far teatro veniva cacciato a calci nel sedere.
Ed eravamo 2.500 anni fa.
Possiamo farcela.
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