Oggi le forze politiche determinanti in parlamento sono tre
PD,PDL,5Stelle e tutte tre della stessa consistenza intorno al 30% ciascuna.
Nel post di ieri si era visto che Bersani, messo alle
strette da una situazione senza precedenti ha portato il suo partito a
innovazioni mai viste prima.
Ma in tema di innovazioni Grillo è stato veramente come uno
tsunami che ha sconvolto tutto e tutto a rimesso in discussione, ha usufruito
di una occasione storica e l’ha saputa interpretare.
E’ però opinione comune che se non soddisferà le aspettative
dei suoi elettori il Movimento 5Stelle potrebbe disfarsi con la stessa velocità
con il quale è sorto, perché ha caratteristiche e debolezze particolari.
Una recente analisi del politologo statistico Ilvo Diamanti
ha infatti messo in evidenza che la natura composita e trasversale del 5Stelle
è molto più accentuata di quello che si pensava.
I suoi militanti provengono dal centro sinistra in
maggioranza, ma l’altra parte che proviene dal centro destra è molto più
consistente del previsto.
Se poi si va più a fondo per individuare gli orientamenti di
coloro che seguono la linea, per ora ortodossa, di intransigente non
collaborazione con i partiti esistenti e quelli di coloro che invece sono
orientati a giudicare le singole persone e quindi a distinguere senza posizioni
pregiudiziali, si scopre addirittura una divisione a metà.
Questa natura così composita dei militanti, che già ora si
comincia ad avvertire anche nei gruppi parlamentari non si vede come non possa
non convincere Grillo a spostarsi su posizioni meno fondamentaliste e più
realistiche.
E’ stato detto giustamente che l’ascesa del 5Stelle richiama
molto l’altrettanta improvvisa ascesa della Lega nei primi anni ’90, ma anche che
la Lega era
sostenuta da una identità politico –ideologica ben pronunciata , da un
radicamento territoriale forte, da un leader carismatico, circondato da un
gruppo dirigente coeso e visibile.
Per ora e per sua sfortuna il 5Stelle non dispone di nessuno
di questi quattro elementi, che sono indispensabili per far stare in piedi una
forza politica ,se non del leader carismatico, che però non essendo eletto è in
qualche modo dimezzato.
Grillo un programma ce l’ha ed è anche buono, però con i
limiti di genericità che hanno inevitabilmente tutti i programmi politici.
Grillo francamente non ha da offrire un sogno di simile
portata in positivo.
Tutto il suo programma potrebbe riassumersi nello slogan : a
casa tutti i vecchi politici e poi gestiremo noi il cambiamento con la
democrazia diretta sul web.
Va anche bene, ma non basta se non verrà al più presto
vestito di contenuti coerenti con una visione a lungo periodo, senza la quale
non c’è politica.
La democrazia diretta sulla rete ha dei limiti anche tecnici
che la fanno apparire una ingenuità a chi sulla rete ci vive, immaginiamoci poi
cosa può dire a quella purtroppo larga fetta di italiani che con la rete hanno
scarsi o nessun rapporto.
Ma i punti di debolezza non finiscono qui.
E’ evidente a tutti che diventa sempre più irritante, anche
ai suoi elettori, questo perdurante atteggiamento di Grillo continuamente
insultante, turpiloquiante, pregiudizialmente ostile alla stampa e soprattutto
l’atteggiamento del : noi puri gli altri tutti da buttar via.
Questo atteggiamento è già durato più del necessario e
assomiglia troppo all’arroganza berlusconiana per essere digerito dal suo
elettorato per definizione anti- berlusconiano.
Non può continuare poi il non chiarimento della posizione precisa di Grillo e ancor più di quella di Casaleggio, troppo potente per stare
nascosto nel partito che fa della trasparenza la sua bandiera, al punto da
pretendere che tutto avvenga in streaming, cioè visibile in trasmissione video
diretta sul web.
Quell’esercito di eletti sono stati eletti perché si
assumano le loro responsabilità nelle istituzioni.
Grillo non può illudersi di ripetere il giochetto due volte.
Cioè non può illudersi di stravincere in nuove elezioni,
lucrando sul vantaggio competitivo nei confronti degli altri partiti, perché il
gioco funziona solo se gli altri rimangono con le mani in mano senza rinnovarsi
e senza cambiare, ma le cose stanno andando diversamente, come abbiamo visto
anche per opera di un uomo della vecchia guardia come Bersani.
E in caso di nuove elezioni Grillo non troverebbe più il
vecchio Bersani ma un giovane Renzi, che
sul rottamare ed innovare qualcosa da dire e da fare di credibile ce l’ha già.
Sull’altro fronte, quello berlusconiano, d’accordo non
troverà nulla di nuovo, ma il vecchio è già abbastanza temibile, tanto che il
vecchio Caimano, in incredibile risalita, sta furbescamente cavalcando proprio
alcuni punti del programma 5Stelle come la messa in discussione di Euro e
connessa austerità nonché le famose tasse sulla casa ecc.
Se gli elettori di centro destra che hanno votato Grillo
tornassero a casa, votando con il porcellum, il Caimano tornato primo partito si
beccherebbe una bella maggioranza e addio sogni di gloria.
Grillo è disposto a rischiare prolungando il suo
intransigente rifiuto di distinguere tra gente di malaffare e persone per bene
?
Ora Greggio, Casaleggio e i gruppi parlamentari si devono
studiare e in velocità il modo di mostrare ai loro elettori un modo di
assunzione di immediata di responsabilità, perché se domani mattina la grande e
potentissima speculazione finanziaria si abbattesse sull’Italia il suo
repertorio di invettive contro tutti e quasi nulla a pro di qualcosa, avrebbe
di colpo la stessa forza delle pistole ad acqua nei giochi dei bambini.
Bisogna che si sveglino, da soli non potranno combinare un
bel nulla, devono trovare alleati fra le forze politiche che ci sono, il resto sono
favole e la gente sta per incavolarsi anche contro di loro, se vanno avanti a
dire di no a tutti e a tutto ,come se fossero cardinali del sant’uffizio.
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