Fra Grillo e il PD è urgente imparare a
parlarsi
La democrazia
rappresentativa è in fase di stanca un po’ dappertutto nel mondo e soprattutto
in Occidente.
Può quindi essere che i
nostri attuali contorcimenti politici e l’avanzata dei 5Stelle, alfieri di
esperimenti di democrazia diretta, anziché
essere oggetto di scherno, possano essere i primi tentativi di qualcosa
di nuovo utile a tutti per rivitalizzare istituzioni venerabili ma in crisi.
Deve essere chiaro però
che nulla si risolve in politica contrapponendo concezioni diverse in modo
fondamentalista.
E’ ora evidentissimo il
fatto che la novità assoluta di Grillo ha causato una forte reazione di rigetto
e di chiusura nel mondo politico tradizionale.
Tutti i mezzi di
informazione gli sparano contro e tutti propongono come unica soluzione
possibile il governissimo, con tutti dentro e i 5Stelle all’opposizione.
Il mondo politico
tradizionale, che viene clonato come in una fotocopia da quello dei mezzi di
informazione, concepisce la politica come trattativa nella quale alla fine dei
conti ci si spartiscono i posti secondo il manuale Cencelli.
L’idea che una nuova
forza politica butti all’aria questo tipo di tavolo, risulta quindi inconcepibile,
e infatti si vedono politici e giornalisti sinceramente sconvolti dal fatto che
i Grillini non si adeguino agli usi e costumi correnti.
Da parte loro i
Grillini faticano anche loro a trovare una via di comunicazione appena decente
con la politica tradizionale che vada oltre l’insulto o la chiusura totale.
La cosa non può durare
perché nessuno in politica si può arroccare nella posizione di quello che
possiede la verità assoluta salvo i talebani e i fascisti.
Di conseguenza i
Grillini, pur essendo dei neofiti, devono adattarsi a prendere le misure di una
delle leggi fondamentali della politica, che è quella che distingue la
strategia dalla tattica.
Nella strategia si
mettono i principi ispiratori da realizzare a lungo termine, nella tattica si
mettono le cose da fare domani, con chi ci sta.
Di conseguenza non esiste
nemmeno l’ipotesi di stare da soli in attesa di diventare il 100%, perché, lo
ripeto, solo i talebani e i fascisti
ragionano in questo modo.
Individuare la misura
nella quale si ritiene lecito cedere alla tattica, senza tradire sé stessi è
l’arte della politica, che proprio per questo è cosa difficile e non adatta ai
faciloni.
Hanno ragione i
Grillini ad essere cauti nell’aprirsi a compromessi con i vecchi volponi.
Hanno ragione cioè quando
dicono che l’elettore che sceglie il nuovo fa bene a fare un salto nel buio e
comunque fa meglio di quegli elettori che hanno portato il paese allo sfascio
perché per decenni hanno votato turandosi il naso per partiti divenuti indecenti per evitare qualsiasi tipo di salto
nel buio.
Quello è stato un
errore catastrofico perché per eccesso di prudenza ha impedito lo sviluppo e
l’ammodernamento del paese.
Per cambiare le cose
bisogna avere coraggio e prendersi dei rischi per aprire strade nuove.
Ora però siamo in un
incredibile impasse che non giova né al vecchio né al nuovo e per uscirne
occorre imparare a parlarsi.
I Grillini devono dimostrare maggiore rispetto del paese
e delle istituzioni facendo le loro proposte nelle sedi istituzionali non su blog e televisioni
private.
Ieri l’altro Grillo a
detto che si potrebbe andare domani in Parlamento ed abolire il sistema
elettorale “porcellum” in una televisione privata.
L’idea va benissimo e
rappresenta forse l’inizio di un lavoro serio, ma non va bene il metodo, quella
proposta doveva farla in una sede istituzionale, perché ora si trova ad
occupare le istituzioni in forze, non è più un attempato goliardo in campagna
elettorale.
Travaglio sul suo
giornale per la prima volta prende le distanze da grillo e lo accusa di avere perso un’ autobus cioè un’occasione storica che potrebbe anche
non presentarsi più, quando Bersani era disposto a concedere più o meno qualsiasi
cosa per allearsi col Pd per fare finire il berlusconismo una volta per tutte.
Poteva salvarsi la
faccia chiedendo a Bersani la formazione di un governo tutto di alto profilo
con un presidente alla Zagrebeski e non ha avuto il coraggio di farlo.
Ora rischierebbe di
dovere sorbirsi anni di governissimo con la garanzia a Berlusconi di
salvacondotto giudiziario.
Forse la trovata di
Napolitano di formare una commissione di “saggi” che non convincono nessuno potrebbe
essere una bella pensata solo se di fatto fosse un modo per prendere tempo e di
fatto legittimare il governo Monti ad andare avanti in prorogatio a tempo
indefinito.
Grillo che aveva da
sempre visto questa soluzione come la sua prima scelta è ovviamente il più contento
di tutti, ma Berlusca è su tutte le furie perché ha capito benissimo che la
cosa è una foglia di fico per nascondere un’alleanza di fatto fra PD e i 5Stelle
per far fuori proprio lui.
Farà quindi le barricate
per contrastare una tale soluzione.
Vedo le cose con meno
pessimismo di Travaglio, cioè tendo a pensare che Grillo abbia ancora modo di
fare il suo gioco in parlamento con il Pd.
Certo però che il gioco
è ogni giorno più difficile del giorno prima, perché o lo stesso Grillo impara
a parlare da persona educata , consapevole e responsabile a quel Bersani dal
quale ha assoluto bisogno dei voti del Pd o rischia il precipizio per sé e per
il Pd che è più che mai sull’orlo di una crisi sistemica.
Il Pd se va con
Berlusconi perde la faccia e l’elettorato, e Grillo lo sa, ma non può giocare
sulla distruzione del PD perché se questo succedesse l’alternativa non sarebbe
una improbabilissima vittoria elettorale totale dei 5Stelle, ma il perdurare in
un governissimo di uno stanco berlusconismo, sempre più lepenista e cripto
fascista.
Grillo forse non valuta
abbastanza il fatto che se questo berlusconismo
si trovasse investito da un aggravarsi della crisi economica sarebbe spinto dal
suo stesso elettorato verso atteggiamenti antidemocratici puri e semplici.
I nostri media, troppo
occupati dalle nostre magagne, non hanno dato risalto alla vittoria clamorosa dei
Lepenisti nelle elezioni suppletive del dipartimento dell’Oise a nord di Parigi
dove il voto moderato e quello di protesta si sono uniti verso il para
fascismo.
Se l’elettorato dei
5Stelle si trovasse a registrare una completa delusione, si correrebbero dei
rischi ben seri anche da noi.
In Ungheria, paese
comunitario, c’è un governo para
fascista, che imbavaglia la stampa e che è gode di una maggioranza di due terzi.
In Grecia ,paese
comunitario ,estrema sinistra ed estrema destra sono in risalita.
Stiamo attenti perché il
gioco si fa sempre più duro, quando le
crisi diventano serie la democrazia viene posta in secondo piano se qualche
sirena credibile propone soluzioni semplici e immediate.
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