lunedì 1 aprile 2013


Fra Grillo e il PD è urgente imparare a parlarsi


La democrazia rappresentativa è in fase di stanca un po’ dappertutto nel mondo e soprattutto in Occidente.
Può quindi essere che i nostri attuali contorcimenti politici e l’avanzata dei 5Stelle, alfieri di esperimenti di democrazia diretta, anziché  essere oggetto di scherno, possano essere i primi tentativi di qualcosa di nuovo utile a tutti per rivitalizzare istituzioni venerabili ma in crisi.
Deve essere chiaro però che nulla si risolve in politica contrapponendo concezioni diverse in modo fondamentalista.
E’ ora evidentissimo il fatto che la novità assoluta di Grillo ha causato una forte reazione di rigetto e di chiusura nel mondo politico tradizionale.
Tutti i mezzi di informazione gli sparano contro e tutti propongono come unica soluzione possibile il governissimo, con tutti dentro e i 5Stelle all’opposizione.
Il mondo politico tradizionale, che viene clonato come in una fotocopia da quello dei mezzi di informazione, concepisce la politica come trattativa nella quale alla fine dei conti ci si spartiscono i posti secondo il manuale Cencelli.
L’idea che una nuova forza politica butti all’aria questo tipo di tavolo, risulta quindi inconcepibile, e infatti si vedono politici e giornalisti sinceramente sconvolti dal fatto che i Grillini non si adeguino agli usi e costumi correnti.
Da parte loro i Grillini faticano anche loro a trovare una via di comunicazione appena decente con la politica tradizionale che vada oltre l’insulto o la chiusura totale.
La cosa non può durare perché nessuno in politica si può arroccare nella posizione di quello che possiede la verità assoluta salvo i talebani e i fascisti.
Di conseguenza i Grillini, pur essendo dei neofiti, devono adattarsi a prendere le misure di una delle leggi fondamentali della politica, che è quella che distingue la strategia dalla tattica.
Nella strategia si mettono i principi ispiratori da realizzare a lungo termine, nella tattica si mettono le cose da fare domani, con chi ci sta.
Di conseguenza non esiste nemmeno l’ipotesi di stare da soli in attesa di diventare il 100%, perché, lo ripeto, solo i talebani e i  fascisti ragionano in questo modo.
Individuare la misura nella quale si ritiene lecito cedere alla tattica, senza tradire sé stessi è l’arte della politica, che proprio per questo è cosa difficile e non adatta ai faciloni.
Hanno ragione i Grillini ad essere cauti nell’aprirsi a compromessi con i vecchi volponi.
Hanno ragione cioè quando dicono che l’elettore che sceglie il nuovo fa bene a fare un salto nel buio e comunque fa meglio di quegli elettori che hanno portato il paese allo sfascio perché per decenni hanno votato turandosi il naso per partiti divenuti  indecenti per evitare qualsiasi tipo di salto nel buio.
Quello è stato un errore catastrofico perché per eccesso di prudenza ha impedito lo sviluppo e l’ammodernamento del paese.
Per cambiare le cose bisogna avere coraggio e prendersi dei rischi per aprire strade nuove.
Ora però siamo in un incredibile impasse che non giova né al vecchio né al nuovo e per uscirne occorre imparare a parlarsi.
I Grillini  devono dimostrare maggiore rispetto del paese e delle istituzioni facendo le loro proposte nelle sedi  istituzionali non su blog e televisioni private.
Ieri l’altro Grillo a detto che si potrebbe andare domani in Parlamento ed abolire il sistema elettorale “porcellum” in una televisione privata.
L’idea va benissimo e rappresenta forse l’inizio di un lavoro serio, ma non va bene il metodo, quella proposta doveva farla in una sede istituzionale, perché ora si trova ad occupare le istituzioni in forze, non è più un attempato goliardo in campagna elettorale.
Travaglio sul suo giornale per la prima volta prende le distanze da grillo e  lo accusa di avere perso un’ autobus  cioè un’occasione storica che potrebbe anche non presentarsi più, quando Bersani era disposto a concedere più o meno qualsiasi cosa per allearsi col Pd per fare finire il berlusconismo una volta per tutte.
Poteva salvarsi la faccia chiedendo a Bersani la formazione di un governo tutto di alto profilo con un presidente alla Zagrebeski e non ha avuto il coraggio di farlo.
Ora rischierebbe di dovere sorbirsi anni di governissimo con la garanzia a Berlusconi di salvacondotto giudiziario.
Forse la trovata di Napolitano di formare una commissione di “saggi” che non convincono nessuno potrebbe essere una bella pensata solo se di fatto fosse un modo per prendere tempo e di fatto legittimare il governo Monti ad andare avanti in prorogatio a tempo indefinito.
Grillo che aveva da sempre visto questa soluzione come la sua prima scelta è ovviamente il più contento di tutti, ma Berlusca è su tutte le furie perché ha capito benissimo che la cosa è una foglia di fico per nascondere un’alleanza di fatto fra PD e i 5Stelle per far fuori proprio lui.
Farà quindi le barricate per contrastare una tale soluzione.
Vedo le cose con meno pessimismo di Travaglio, cioè tendo a pensare che Grillo abbia ancora modo di fare il suo gioco in parlamento con il Pd.
Certo però che il gioco è ogni giorno più difficile del giorno prima, perché o lo stesso Grillo impara a parlare da persona educata , consapevole e responsabile a quel Bersani dal quale ha assoluto bisogno dei voti del Pd o rischia il precipizio per sé e per il Pd che è più che mai sull’orlo di una crisi sistemica.
Il Pd se va con Berlusconi perde la faccia e l’elettorato, e Grillo lo sa, ma non può giocare sulla distruzione del PD perché se questo succedesse l’alternativa non sarebbe una improbabilissima vittoria elettorale totale dei 5Stelle, ma il perdurare in un governissimo di uno stanco berlusconismo, sempre più lepenista e cripto fascista.
Grillo forse non valuta abbastanza il fatto  che se questo berlusconismo si trovasse investito da un aggravarsi della crisi economica sarebbe spinto dal suo stesso elettorato verso atteggiamenti antidemocratici puri e semplici.
I nostri media, troppo occupati dalle nostre magagne, non hanno dato risalto alla vittoria clamorosa dei Lepenisti nelle elezioni suppletive del dipartimento dell’Oise a nord di Parigi dove il voto moderato e quello di protesta si sono uniti verso il para fascismo.
Se l’elettorato dei 5Stelle si trovasse a registrare una completa delusione, si correrebbero dei rischi ben seri anche da noi.
In Ungheria, paese comunitario,  c’è un governo para fascista, che imbavaglia la stampa e che è gode di una maggioranza di due terzi.
In Grecia ,paese comunitario ,estrema sinistra ed estrema destra sono in risalita.
Stiamo attenti perché il gioco si fa sempre più duro,  quando le crisi diventano serie la democrazia viene posta in secondo piano se qualche sirena credibile propone soluzioni semplici e immediate.

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