Il governo Letta è
appena partito, ma che non sarebbe andato da nessuna parte lo si è capito
subito.
Provvedimenti assunti
ancora nessuno.
Anzi, ogni giorno un
passo indietro sulla via della stabilità, perché quasi ogni giorno appare una
proposta di leggi finalizzata a risolvere i problemi privatissimi della
Cavaliere e relativa corte: indulti, amnistia, intercettazioni, associazione
mafiosa, ecc, ecc.
I media dalla tv ai
grandi giornali hanno ingannato i loro spettatori –lettori proponendo il
pensiero unico secondo il quale l’unica soluzione politica possibile avrebbe dovuto
essere il governissimo o “governo di
scopo”.
Il governo di scopo lo
abbiamo avuto, ma quali sarebbero gli scopi concordati, nessuno si è degnato di
dircelo ed ancora meno ci è stato detto con quali priorità erano stati messi in
scaletta gli scopi medesimi.
Tanto che viene sempre
più di sospetto, che non sia stato firmato nessun patto, con nessuna scaletta.
E che il patto vero sia
stato: al Pdl il salvacondotto giudiziario per il Cavaliere, e al PD abbastanza
sedie da placare i 1000 leaderini, tanto da evitare l’immediato sfarinamento di
quel partito.
Intanto il senso di
vuoto, di precarietà, di ansia e di sfiducia per il futuro aumentano.
Obiettivamente, nessuno
si aspettava niente di più dal Pdl, dal momento che le uniche speranze per quel
partito sarebbero le seconde file, che però hanno scelto in più occasioni di
essere conigli sottomessi fino a quando il capo se sarà andato di sua volontà.
Il PD porta la
responsabilità peggiore del disastro attuale.
Ha commesso l’ errore
fatale da suicidio, inchinandosi agli astrusi e irreali disegni del vecchio Presidente,
accettando quello che assolutamente non poteva accettare, cioè l’alleanza con
Berlusconi.
Letta non ha voluto
capire, che l’alleanza, oltre ad essere considerata di per sé ributtante dalla
sua base e dai suoi elettori, era anche squilibrata fin dalla nascita, non
essendo ragionevole mettersi nelle condizioni di accettare il perenne diritto
di veto o meglio “diritto di staccare la spina” in qualsiasi momento a un
Berlusconi braccato dai tribunali.
Quale arma si è
riservato Letta da giocare contro le minacce giornaliere di crisi di governo da
parte di Berlusconi?
Pare solo nient’altro
che una telefonata a Silvio o allo zio Gianni da parte del Quirinale.
È veramente un pochino
tendente al nulla.
Sebbene abile, Letta,
come tutta la corte degli ex giovani del
Pd riesce solo in tatticismi che nascondono
la totale assenza di una strategia a lungo periodo, basata su un qualunque
pensiero.
Alla prova dei fatti,
questi di leaderini si sono rivelati tutti quanti figli culturali e spirituali
del compianto Belzebù Andreotti.
Unica loro idea: il
potere per il potere, non per fare qualcosa di determinato nel quale si siano
riposti degli ideali.
Quel partito si sta
disfacendo, perdendo la faccia di giorno in giorno.
L’unico che ancora
galleggia, ma che non si materializza mai, è il giovane Renzi.
Che ha però ha un
difettuccio : per pescare a destra e a manca continua a non decidersi a dire da
che parte pende e così facendo finisce per porsi anche lui come un politichino
tutta tattica e niente strategie.
Né più né meno degli altri.
Anche lui appare sempre
di più il figlioccio di Belzebù per cronica mancanza di spina dorsale e di
coraggio.
Questo PD che è l’ultimo
partito storico italiano sembra destinato all’estinzione.
Di questo c’è ben poco
da rallegrarsi, perché il Movimento cinque stelle non sembra avere ancora la
consistenza necessaria per inglobarsi la gran parte dell’elettorato di sinistra.
E il vuoto in politica
è un disastro passeggero che di solito viene riempito dei peggiori.
Sarebbe il momento di
mettere insieme non quel penoso comitato di saggi affrettatamente affastellato
dal Presidente per prendere tempo, ma un vero comitato di salute pubblica, che comprenda i più volonterosi e generosi della società
civile, che ci sono, ma che non hanno visibilità e se ne stanno defilati ognuno
nel suo studio.
Che si mettano insieme
e si rendano visibili.
Grillo ha dimostrato la
potenza e l’efficacia delle rete di Internet, ebbene che la usino.
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