venerdì 3 maggio 2013

Il Governo Letta ha tre giorni ma fa già pena. Se va avanti così la democrazia rischia.




Il governo delle larghe intese, che gran parte degli italiani considera il governo dell’inciucio con l’impresentabile Berlusconi, il responsabile del declino italiano, è sembrato a prima vista che fosse stato  assemblato in modo furbo da un abile nipotino della balena bianca, quale è Enrico Letta.
Purtroppo però l’elenco dei sottosegretari è un tale concentrato di personaggi decotti o impresentabili ,che basta quello a far capire che questa classe politica non ha ancora capito cosa sta bollendo in pentola nel paese reale.
Come se non bastasse sono arrivati subito due micidiali ultimatum del domatore del circo, l’aulico Berlusca : l’abolizione dell’ Imu subito e senza storie  ,come fosse la priorità assoluta e la bicamerale per rifare la costituzione ,che deve essere presieduta beninteso dal PDL e cioè sempre dal solito domatore.
Letta è stato incauto a non voler capire che fare un governo ,che di fatto è presieduto da Berlusconi era una follia.
Se andrà avanti così ,come è probabile, sarà uno spettacolo penoso quello che dovremo sorbirci, e pericolosissimo  in una situazione sociale, come quella attuale ,nella quale la rabbia sociale potrebbe esplodere ormai in qualsiasi momento.
Non pare che nemmeno l’opinione pubblica si sia resa conto appieno, che se i dati ufficiali certificano una disoccupazione giovanile al 40% come media nazionale, questo significa che al sud si viaggia intorno a un 60% e queste sono cifre che fotografano un disastro che è già in atto.
Non parliamo di quanto indica la Caritas sull’aumento esponenziale della povertà fra ceti che solo poco tempo fa erano classe media.
Licenziati, esodati, cassintegrati, partite IVA in perdita cronica sono un esercito già ora e sta crescendo a vista d’occhio.
La gente, queste cose le soffre, le sa per esperienza o se le sente raccontare e poi vede in televisione il solito teatrino di politici ,che saranno anche stati scelti in parte con le primarie, ma che vengono avvertiti come lontanissimi dai problemi reali del paese.
Un governo già nato male e una opposizione, che per ora non è in grado di rappresentare una alternativa credibile di governo sono elementi, che indeboliscono di per sè la democrazia.
Purtroppo l’elenco di quello che non va non è ancora finito perché va valutato un’altro elemento importante oltre al marasma economico, sociale e politico.
Si tratta del fatto che da oltre un anno stiamo sperimentando e per di più con insuccesso, forme politiche che sono già di emergenza.
Era di emergenza il ricorso al “governo dei tecnici” e non dei politici di Mario Monti; è di emergenza il ricorso al “governo delle larghe intese” attuale, è di emergenza la rielezione alla massima carica dello stato di un presidente parecchio anziano ,per la prima volta nella storia trattenuto per  un secondo mandato, ed è di emergenza il modo con il quale il medesimo presidente ha gestito il suo ruolo in questi ultimi anni cioè tirando fuori ed al limite tutti i possibili elementi da repubblica presidenziale, che la nostra costituzione consente.
Formalmente non siamo ancora usciti dal quadro costituzionale, ma siamo già da tempo al limite estremo.
La costituzione dei paesi democratici non prevede, che in caso di impasse politico totale si possa ricorrere a un commissario straordinario.
Giustamente non è considerato compatibile con gli ordinamenti democratici, per la semplice ragione che la democrazia è una macchina dotata di marcia indietro, mentre le dittature la marcia indietro non ce l’hanno, quando ci sono non ci si esce con un voto che non c’è più o che è truccato.
Gli antichi romani in questi casi ricorrevano al “dictator”, ma come suona male per fortuna questa parola oggi.
Non c’è nella storia un solo caso di dittatura salvabile ad una analisi storico- razionale, ma si sa che ci si può cascare ugualmente.
Alle scorse elezioni ci siamo giocati forse l’ultima carta, quella di Grillo.
Grillo è realmente il nuovo non compromesso col passato.
Temo però che gli manchi una cosa purtroppo essenziale : il tempo.
Grillo sembra non aver capito che vanno anche bene tutte le cose che propone, va bene il suo personale politico giovane,nuovo e pulito.
Purtroppo però oggi la situazione è drammatica, quando il paese è pieno di disoccupati non c’è il tempo materiale per fare campi scuola per le matricole, occorre incidere subito perché può saltare tutto.
Le carte nell’ambito della democrazia ce le  siamo giocate tutte, abbiamo detto, ma non è vero, perché in realtà le abbiamo giocate tutte meno una.
Quella che la costituzione attuale indica come la strada maestra.
La costituzione attuale infatti prevede come unico strumento in caso di impasse politico il ricorso al voto ad oltranza.
Il Presidente attuale, incensato da tutti i media, come se fossimo già sotto a un regime a pensiero unico, ha ritenuto di non farvi ricorso,assumendosi una grave responsabilità.
E’ assurdo però pensare di rischiare il caos dopo una serie di espedienti di emergenza,senza almeno provare ad imboccare la strada maestra.
Se andiamo avanti così la democrazia deperisce , perde credibilità ed a un certo punto non viene più avvertita come indispensabile.
Andare a votare ora ? ripetono i nostri tromboni negli editoriali di tutti indistintamente i giornali,salvo quello di Travaglio,  ma cosa ne sarebbe del PD ?
E chi se ne frega del PD, sarebbe trattato come si è meritato, il paese è più importante del PD.
Vincerebbe Berlusconi.
Forse, è possibile, ma non è affatto certo  e se fosse anche così, meglio  che si prenda direttamente le sue responsabilità l’originale, che l’imitazione mascherata dalle foglie di fico col governicchio Letta.
Questa è la democrazia, se la vogliamo ancora e la vogliamo a oltranza.

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