Cercare di indovinare oggi chi sarà eletto al Quirinale da
dopo domani in avanti è assolutamente tempo perso, sarebbe come a giocare al
lotto.
Può essere di utilità invece ragionarci sopra, nel senso di
cercare di vedere le ragioni per le quali certi candidati promettono poco o
nulla ed altri invece sembrano quelli più adatti a ricoprire degnamente quel
ruolo.
Per cominciare, dovrebbe essere scontato, ma purtroppo non
lo è, escludere immediatamente gli esponenti della “casta”, cioè tutti gli
esponenti delle nomenclature politiche di lungo corso, tutti corresponsabili
della trentennale stagnazione del paese.
In effetti fa specie sentire ancora parlare seriamente dei D’Alema,
Violante, Finocchiaro, Marini, Amato,Prodi.
Tutta gente che ha già dato e che non si è distinta per
realizzazioni.
Se i partiti continuano a parlare di loro, allora è proprio vero
che sono guidati da gente che non sa guardare altro che il proprio ombelico,
come se al di fuori dalle gerarchie dei loro apparati non esistesse più nulla.
I milioni di voti che hanno perso alle ultime elezioni serviranno
pure a insegnare qualcosa.
Non sono voti finiti nel nulla, sono voti finiti a dare
forma alla grande novità del Movimento 5Stelle.
Proprio per questo spaventa il fatto che anche questo Movimento
nuovissimo sembri in parte contaminato alla sua base dall’incapacità di andare
oltre alle vecchie nomenclature.
Mi riferisco ovviamente all’inspiegabile designazione fra i
papabili scelti dai 5Stelle di Romano Prodi.
Come è possibile che la forza politica più euroscettica che
c’è sul mercato indichi colui che ha spinto l’Italia nell’Euro per ragioni o pregiudizi
ideologici –politici, trascurando del tutto le ragioni, che la sua elevata
preparazione economica gli hanno sicuramente indicato come invalicabili se non
andando a cercare guai?
Prodi disponeva di tutti gli strumenti per sapere meglio
degli altri che l’Italia non aveva una economia in grado di reggere una moneta unica
insieme alla Germania, come se si fosse potuto
passare dall’oggi al domani dalla Lira al Marco.
Non poteva che essere una finzione con dei costi per noi
insostenibili, non compensati dalla stabilità monetaria.
Con Prodi presidente che conserverà i propri pregiudizi e
fisime pro Euro non si uscirebbe certo dalla crisi e si sarebbe condannati a un
rincorrersi di manovre e di austerità.
Quella a favore di Prodi è un indicazione chiaramente “di
pancia” perché Prodi è l’unico che abbia battuto Berlusconi alle elezioni, solo
che dopo di quello non ha saputo fare assolutamente nulla di alternativo al
berlusconismo e quindi non è stato migliore degli altri.
Il buon senso e la razionalità vorrebbe che ci si orientasse
su una rosa di personalità d’alto livello scelte fuori dalla casta.
Zagrebeski, Rodotà, Imposimato per esempio, tre giuristi al
massimo livello.
Ancora il buon senso vorrebbe che si superasse il moto
sentimentale e un po’ infantile che porta alcuni a indicare i nomi di personaggi
di altissimo livello morale o culturale, ma caratterizzati da una impegno professionale
troppo “al limite” per essere adatti a quella carica.
Si pensi a Strada o a Fo.
Anche queste sarebbero scelte “di pancia”.
Forse è troppo chiedere ai vecchi marpioni dei vecchi
partiti o agli inesperti giovani virgulti di fare un radicale sforzo di
fantasia e andare oltre.
Butto là a titolo di esempio.
Si potrebbe scegliere fra direttori di grossi giornali che abbiano dato prova
di grande equilibrio e competenza come De Bortoli o Calabresi.
Si potrebbe scegliere un esponente del mondo scientifico con
competenze anche gestionali come Remuzzi o Boncinelli.
Si potrebbe scegliere un eminente esponente della cultura
umanistica in particolare fra gli esperti della conservazione dei beni
culturali ed artistici come Carandini.
Visto la pessima prova di sé che hanno dato, quando sono
arrivati in politica, lasciamo invece perdere economisti , banchieri e
industriali.
Chiedere uno sforzo di fantasia a questa classe politica è
forse pretendere troppo, ma non si sa mai.
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