martedì 16 aprile 2013

Quirinarie




Cercare di indovinare oggi chi sarà eletto al Quirinale da dopo domani in avanti è assolutamente tempo perso, sarebbe come a giocare al lotto.
Può essere di utilità invece ragionarci sopra, nel senso di cercare di vedere le ragioni per le quali certi candidati promettono poco o nulla ed altri invece sembrano quelli più adatti a ricoprire degnamente quel ruolo.
Per cominciare, dovrebbe essere scontato, ma purtroppo non lo è, escludere immediatamente gli esponenti della “casta”, cioè tutti gli esponenti delle nomenclature politiche di lungo corso, tutti corresponsabili della trentennale stagnazione del paese.
In effetti fa specie sentire ancora parlare seriamente dei D’Alema, Violante, Finocchiaro, Marini, Amato,Prodi.
Tutta gente che ha già dato e che non si è distinta per realizzazioni.
Se i partiti continuano a parlare di loro, allora è proprio vero che sono guidati da gente che non sa guardare altro che il proprio ombelico, come se al di fuori dalle gerarchie dei loro apparati non esistesse più nulla.
I milioni di voti che hanno perso alle ultime elezioni serviranno pure  a insegnare qualcosa.
Non sono voti finiti nel nulla, sono voti finiti a dare forma alla grande novità del Movimento 5Stelle.
Proprio per questo spaventa il fatto che anche questo Movimento nuovissimo sembri in parte contaminato alla sua base dall’incapacità di andare oltre alle vecchie nomenclature.
Mi riferisco ovviamente all’inspiegabile designazione fra i papabili scelti dai 5Stelle di Romano Prodi.
Come è possibile che la forza politica più euroscettica che c’è sul mercato indichi colui che ha spinto l’Italia nell’Euro per ragioni o pregiudizi ideologici –politici, trascurando del tutto le ragioni, che la sua elevata preparazione economica gli hanno sicuramente indicato come invalicabili se non andando  a cercare guai?
Prodi disponeva di tutti gli strumenti per sapere meglio degli altri che l’Italia non aveva una economia in grado di reggere una moneta unica insieme alla  Germania, come se si fosse potuto passare dall’oggi al domani dalla Lira al Marco.
Non poteva che essere una finzione con dei costi per noi insostenibili, non compensati dalla stabilità monetaria.
Con Prodi presidente che conserverà i propri pregiudizi e fisime pro Euro non si uscirebbe certo dalla crisi e si sarebbe condannati a un rincorrersi di manovre e di austerità.
Quella a favore di Prodi è un indicazione chiaramente “di pancia” perché Prodi è l’unico che abbia battuto Berlusconi alle elezioni, solo che dopo di quello non ha saputo fare assolutamente nulla di alternativo al berlusconismo e quindi non è stato migliore degli altri.
Il buon senso e la razionalità vorrebbe che ci si orientasse su una rosa di personalità d’alto livello scelte fuori dalla casta.
Zagrebeski, Rodotà, Imposimato per esempio, tre giuristi al massimo livello.
Ancora il buon senso vorrebbe che si superasse il moto sentimentale e un po’ infantile che porta alcuni a indicare i nomi di personaggi di altissimo livello morale o culturale, ma caratterizzati da una impegno professionale troppo “al limite” per essere adatti a quella carica.
Si pensi a Strada o a Fo.
Anche queste sarebbero scelte “di pancia”.
Forse è troppo chiedere ai vecchi marpioni dei vecchi partiti o agli inesperti giovani virgulti di fare un radicale sforzo di fantasia e andare oltre.
Butto là a titolo di esempio.
Si potrebbe scegliere fra  direttori di grossi giornali che abbiano dato prova di grande equilibrio e competenza come De Bortoli o Calabresi.
Si potrebbe scegliere un esponente del mondo scientifico con competenze anche gestionali come Remuzzi o Boncinelli.
Si potrebbe scegliere un eminente esponente della cultura umanistica in particolare fra gli esperti della conservazione dei beni culturali ed artistici come Carandini.
Visto la pessima prova di sé che hanno dato, quando sono arrivati in politica, lasciamo invece perdere economisti , banchieri e industriali.
Chiedere uno sforzo di fantasia a questa classe politica è forse pretendere troppo, ma non si sa mai.

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