giovedì 16 giugno 2011

Pontida o no Pontida anche per Bossi è arrivata l’ora del tramonto

La Lega o le leghe locali (veneta ecc) hanno un forte radicamento territoriale e riusciranno a sopravvivere al declino del berlusconismo, ma Bossi non credo abbia un futuro perché ha condiviso le stesse anomalie di Berlusconi.
Il Pdl si è detto e ridetto è un partito di plastica, posticcio, la Lega al contrario si è radicata sul territorio copiando le strutture dei grandi partiti di massa tradizionali e quindi ha una sua solidità.
Condivide però col Pdl una anomalia gigantesca in quanto è gestita in modo verticistico- personalistico dal fondatore-padrone Umberto Bossi senza garantire alcuna democrazia interna o trasparenza delle decisioni.
La cosa non ha fatto molto lo scalpore che meriterebbe, ma negli anni Bossi ha buttato fuori dal partito dall’oggi al domani una vera marea di dirigenti anche altolocati e qualcuno anche di buon livello. Il dissenso è immediatamente punito. Il leghista tipo è il Senatore Borghezio che dice : Bossi non si discute né si interpreta, si ascolta e si segue.
Purtroppo questo è tutt’ora il nocciolo del Leghismo : è il già sentito e sgradevole “credere, obbedire, combattere”.
Ma ormai è chiaro anche alla base leghista che se non cambieranno il sistema non andranno più da nessuna parte.
Gian Antonio Stella ha riportato sul Corriere di ieri un elenco documentato delle balle del cavaliere sulla materia fondamentale della riduzione delle tasse (su persone fisiche e imprese), annunciata solennemente almeno quattro volte e mai attuata.
Bossi di annunci- balle in vent’anni ne ha fatti molti di più del Cavaliere (si veda il libro “Umberto Magno” di
Leonardo Facco che è molto ben documentato), è rimasto in sella, ma proprio perché ne ha già contate anche troppe il giochino non può durare a suo piacimento, ormai anche lui è contestato dalla base .
Gli statistici hanno confermato che ai recenti referendum se gli elettori del Pdl hanno “tradito” per il 20%, nella Lega di elettori che hanno disobbedito al capo ce ne sono stati addirittura per il 50%.
Con questo risultato l’era dei politici populisti cesaristi che avrebbero un “fiuto unico” per intercettare gli umori del paese è terminata miseramente.
Perché allora Bossi tarda a scaricare un Berlusconi ormai fantasma, rischiando di andare a bagno con lui?
Qualche analista dice che lo fa perché se rompesse l’alleanza sarebbe costretto a perdere il potere in regioni province e comuni di primaria importanza mettendo in crisi la sua classe dirigente locale, vero si e no perché se salta il berlusconismo ci sarebbe comunque da rifare i conti anche a livello locale.
Come in tutti i partiti a democrazia limitata ci sono anche oscure ragioni che potrebbero essere leggende metropolitane, ma potrebbero anche essere realtà.
Una dirigente espulsa ha affermato anni fa che quando la Lega era praticamente in bancarotta nel 94, Berlusconi ha tirato fuori i soldi necessari a rimetterla sui binari cautelandosi però acquistando addirittura la proprietà del logo del partito.
Sulla Stampa del 15 scorso Michele Brambilla ne tira fuori un’altra ancora più clamorosa quando riporta la voce secondo la quale quando fu stipulato l’accordo fra Berlusconi e Bossi nel 2001, Berlusconi si sarebbe cautelato pretendendo la firma di una specie di contratto che “Bossi avrebbe tutto l’interesse a non violare”.
Di che si tratta?
Finora capitava solo nel calcio, che se un allenatore se ne andava prima della scadenza del contratto doveva sottostare al pagamento di una salata penale, ma forse non ne abbiamo viste ancora abbastanza nella politica italiana.
Del resto consoliamoci, anche nel contratto più sacrale che esista come è il matrimonio oggi usano clausole dettagliate che prevedono cosa si farà (finanziariamente) in caso di esito non positivo.

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