mercoledì 12 dicembre 2012

Con Berlusconi eravamo abituati all’”oggi lo dico e domani lo disdico”, adesso siamo arrivati al “qui lo dico e qui lo nego"







La lunga esternazione di Berlusconi alla annuale presentazione del libro di Vespa è stata abbastanza impressionante :
- l’incipit è stato un lunghissimo excursus storico per dire che la causa del fallimento dei suoi  governi precedenti starebbe stata nel fatto che in Italia il presidente del consiglio non conterebbe nulla e non potrebbe fare nulla, perché ahimè in questo disgraziato paese vige il dannato principio della divisione dei poteri.
Si scamperebbe a questa disgrazia solo se gli elettori si decidessero di dare la maggioranza assoluta al suo solo partito in modo che lui potrebbe così fare un’altra costituzione, che dia carta bianca al capo del governo;
Questo sistema istituzionale in Italia c’è già stato dal ’22 al ’45, ma Berlusconi non l’ha rilevato.
- poi la storia di questi vent’anni sarebbe consistita nella sua infruttuosa ma caparbia corte al giovane  Per Ferdinando Casini per fare un’unica grande casa dei moderati, ma alle sue profferte per  salvare la patria sarebbe sempre stato opposto uno sdegnoso rifiuto;
Rilevo che qui siamo al primo “qui lo dico e qui lo nego” perché appena prima aveva detto che non si può combinare nulla se un partito solo non dispone della maggioranza ed è costretto a imbarcare partitini centristi.
- poi viene finalmente il piatto forte. Il giorno prima il suo giornale e Libero, avevano titolato in prima pagina che il Financial Times aveva giudicato Monti un incapace come politico sostenendo così la linea dell’ultimo Berlusconi ,quello che si ripresenta con toni estremistici in chiave antieuropea e soprattutto anti-montiana, come avevamo riferito nel post precedente.
Ma “oggi lo dico e domani lo disdico” : Berlusconi rovescia il tavolo e incorona nientemeno che Monti e dice : se Monti accetta di presentarsi io mi ritiro.
Assorbito lo shock segue un balletto da seduta psichiatrica nel quale il “qui lo dico e qui lo nego” prosegue per mezzora quando Vespa introduce un giornalista del Corriere e uno della Stampa che cercano con le loro domande di far dire a Berlusconi una cosa appena appena coerente : si presenta o non si presenta?
A questo punto l’ospite di riguardo di Vespa forse si accorge  di avere dato a veder di trovarsi in uno stato cognitivo alterato e per tentare di uscire dal vicolo cieco nel quale si era cacciato ricorre nuovamente all’espediente del rivoltare il tavolo e allora che fa? “qui lo dico e qui lo nego” e incorona niente meno che Montezemolo : se Montezemolo si presenta mi ritiro.
Il pubblico chiamato a fare claque a senso unico arrivati questo punto non capendoci più niente non sa  che fare : applaudo o non applaudo?
-ma non finisce qui perché esce anche un Alfano in pole position per palazzo Chigi.

Mi fermo qui perché la cosa è stata veramente imbarazzante.
Siamo di fronte all’uomo che gli italiani avevano votato e rivotato per vent’anni e che nel novembre dell’anno scorso è stato costretto a lasciare di furia il suo posto perché i leader dei paesi partner europei rifiutarono addirittura il colloquio con un individuo che giudicavano completamente inaffidabile.
Oggi abbiamo capito meglio il perché
Il problema è che l’umiliazione che infligge B, al paese e a sé stesso alla fine ricade sugli italiani in generale e soprattutto quelli che all’estero o con l’estero lavorano o ci vivono o devono farci affari  per tirare avanti, loro sì, la baracca Italia.
Due giorni fa il giornale bavarese Süd  Deutsche Zeitung  annunciava il ritorno di Berlusconi addirittura con una sua foto incorniciata in un asse da water.
Ieri il Times riportava una vignetta di un B, nudo in diverse pose da satiro.
Non era mai stato riservato un trattamento di tale dileggio nemmeno ai personaggi più foschi della storia recente.

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