Quando nel novembre 2011 ci siamo trovati sull’orlo
del fallimento un raro colpo di fantasia e di coraggio del nostro navigato
presidente della repubblica ha elaborato un piano non dico
extra-costituzionale, ma per lo meno laterale rispetto alla via maestra dello
scioglimento delle camere e delle elezioni anticipate.
Doveva togliere tutti quanti dall’imbarazzo di
essere sgovernati da un premier, che era sulle prime pagine dei giornali esteri
con il titolo imbarazzante di clown d’Europa.
E si è fatto ricorso ai “tecnici”, con un governo
nel quale effettivamente non compariva un solo esponetene di partito.
Questi tecnici però erano costretti ad appoggiarsi alla
“strana coalizione” dei partiti che c’erano già raccogliendo voti in un
parlamento che vedeva seduti fra i suoi banchi più di cento pregiudicati o
inquisiti e quindi questi “tecnici” avevano le mani abbastanza legate, poi per
di più ci hanno messo qualcosa del loro nel senso di licenziare provvedimenti
improvvisati, cosa non molto da tecnici.
La loro linea di politica economica non è certo stata
una grande scoperta, dato che si ispirava alle ricette liberiste già
esperimentate da Regan e dalla Tatcher un
bel po’ di anni fa causando quella che si era definita una “macelleria
sociale”.
Era insomma la politica tagliata addosso al blocco
sociale, che aveva eletto Berlusconi, con i cronici e irrisolti mali italiani :
corruzione capillare , diffusione delle mafie, distacco culturale dal mondo più
sviluppato, sudditanza alle corporazioni ed alle lobbies compreso il Vaticano.
E’ passato un anno di aumento delle tasse, di
riduzione dei servizi pubblici, di industrie che chiudono.
Siamo rimasti in Europa, ma è ben difficile
chiamare tutto questo un successo.
Ora finalmente abbiamo imboccato la via maestra
delle elezioni, che forse sarebbe stato
più opportuno prendere già un anno fa invece di insediare il “governo tecnico”.
E queste elezioni promettono delle novità
rilevanti.
Ne cito due :
- la presenza di una novità assoluta come il
Movimento 5 Stelle di Grillo, sostenuto da un esercito di giovani inesperti ma
puliti, che dovrebbe prendersi non meno del 15% che non è poco;
- poi la formazione di un centro unificato sotto
l’egida dell’Agenda Monti ispirato al Partito Popolare Europeo (in pratica
l’internazionale DC) che è ben lontano da quello che era stato ai tempi di De
Gasperi e di Adenauer ,se ha avuto lo stomaco di aprire le sue porte al partito
di B. che con la storia della Dc non ha proprio nulla a che fare.
In un paese come il nostro ingessato da vent’anni
non è male come insieme di novità, non è male per niente, soprattutto la prima.
Però per una serie di ragioni c’è il rischio che
queste novità non siano immediatamente risolutive, perché il nostro sistema
politico rischia di non riuscire a produrre per il dopo elezioni una
maggioranza in grado di governare.
Detto in quattro parole, il Movimento di Grillo
per ora aspira solo ad entrare in forza a farsi le ossa politiche in parlamento
per la prima volta e non ha ambizioni governative, mentre il centro di Monti
rischia di nascere gracilino gracilino per un fatto imprevisto.
Chi nei mesi scorsi aveva cominciato a parlarne ed
a lavorarci, dava per scontata una ipotesi verosimile in un paese sviluppato e
cioè che dopo che si era manifestata in tutta la sua latitudine la
inadeguatezza di Mr. B. come politico,
di fronte al nascere di un partito più credibile e di una certa dimensione che
occupasse lo spazio di una destra moderata, il partito personale di B. sarebbe franato e le sue
truppe in maggioranza sarebbero confluite nella nuova formazione.
E infatti per un certo periodo sembrava che le
cose stessero evolvendo in quella direzione con la marginalizzazione dello
stesso B.
E invece, contro ogni ragionevole previsione, il
malefico B., sia che disponga di una possibilità di ricatto sui suoi colonnelli
o caporali, sia che riesca ancora a promettere posti e cioè soldi ed essere
creduto, sia che i medesimi caporali siano di una tale caratura morale da
sentirsi realizzati solo nel ruolo di vassalli del barone, fatto sta che Mr. B. è riuscito a rientrare sulla scena ammaccato, invecchiato,
privato dell’appoggio dei poteri forti, ma mantenendo disgraziatamente ancora la
presa sul suo elettorato tipo : la casalinga di Voghera e gli anziani meno informati che ascoltano le
sue Tv dalla mattina alla sera e si bevono ogni sua mirabolante promessa.
In questo scenario Bersani riuscirà
presumibilmente a vincere le elezioni e ad avere la maggioranza assoluta alla
Camera con l’ausilio del meccanismo premiante del Porcellum, ma sempre
probabilmente dovrà ricorrere al Senato all’appoggio di Monti, che ha una
politica economica antitetica a quella richiesta dalla base di Bersani.
In poche parole si rischia nuovamente la palude.
Mi chiedevo quindi, se come ipotesi estrema, si
finisse in una nuova emergenza , visto che la ricetta “governo tecnico” è già
stata adottata, per evitare ulteriori inconcludenti elezioni e impedire lo sfascio
un presidente della repubblica dove dovrebbe sbattere la testa?
Se la situazione sociale nel paese peggiorasse alla
greca con disoccupati a manifestare nelle strade, Berlusconi con le sue tv e i
suoi soldi ormai nell’unico spazio che gli rimarrebbe e cioè quello di una
destra lepenista, cioè para – fascista e in mezzo un governo inconcludente, mi
pare che per accogliere la protesta e la reazione della gente contro una classe
politica incapace e corrotta (ripetiamolo siamo nel campo della ipotesi
peggiore che potesse verificarsi) il capo dello stato sarebbe nelle condizioni
di dover accedere a quel cenno a quella apertura che il Procuratore capo del
pool di Mani Pulite aveva appena delineato vent’anni fa : se in una situazione
di emergenza il paese dovesse chiamarci, la magistratura dovrebbe assumersi le
sue responsabilità.
E’ una ipotesi estrema, ma si dovesse mettere da
parte provvisoriamente ancora una volta i politici, se escludiamo di votarci ai
preti o ai carabinieri, per le evidenti ragioni che lo sconsiglierebbero,
rimarrebbe solo la magistratura.
Un bell’incubo per il Sig. B., da non dormirci la
notte.
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