lunedì 24 dicembre 2012

Il Prof. Monti, l’uomo del “vorrei ma non posso”





Onore al merito : ha riportato in Europa un paese che il suo predecessore B. aveva gettato in Africa, bene, che gli diano una medaglia e infatti lo hanno fatto senatore a vita, va bene così.
Ma fuori di quello il politico Monti si è dimostrato molto limitato.
Già accettare di governare sulla base di una maggioranza politicamente impossibile, cioè tutti dentro salvo Lega e Di Pietro è stato da parte sua un azzardo esagerato.
Come si fa a pensare di poter combinare qualcosa  governando con le mani legate da mezza camera piena per oltre metà di berlusconidi rappresentanti del peggio del paese dalle cosche alle caste alle corporazioni ai piduisti con conigliette e coniglietti del cerchio magico del capo il tutto condito in salsa vaticana marca Cl?
E infatti non c’è riuscito, se non per fare tre cose che avrebbe fatto chiunque su pressione della UE.
Tutto è cominciato con il tentativo al limite del ridicolo delle liberalizzazioni limitate a taxi e farmacie e subito approdato a uno scontro frontale con le rispettive corporazioni medioevali che regolarmente hanno vinto la partita e non si è liberalizzato un bel niente.
Con  l’altro tentativo velleitario di modernizzare i paese librandolo dalla camicia di forza degli ordini professionali organizzati a corporazione figuriamoci come poteva andare a finire.
Il paese che ha quattro volte gli avvocati della Francia ha subito visto la forza di quella corporazione, dopo un anno la grande riforma della professione forense ha partorito l’obbligo di pagare i praticanti la metà di una domestica, brillantissimo.
L’abolizione delle provincie ha scatenato le solite lotte di campanile per non approdare regolarmente a nulla.
Gli unici provvedimenti che sono passati a suon di volti di fiducia sono stati quelli fiscali che tra l’altro erano niente  altro che la prosecuzione della politica di Tremonti dei tagli lineari con conseguenze catastrofiche sulla vita degli italiani e col blocco dello sviluppo.
Unica vera riforma del governo Monti è stata quella delle pensioni anche se l’incredibile creazione degli esodati ha ridimensionato radicalmente le capacità tecniche dei tecnici.
Si è finiti poi nel ridicolo quando si è partiti decisi ad  approvare una legge anticorruzione in un parlamento pieno di berlusconidi, che si erano già  mangiati anche le gambe dei tavoli, in bona compagnia con i tangheri di Sesto San Giovanni tanto vicini al buon Bersani.
Si è ancora velleitariamente tentato almeno di ridurre i privilegi della casta dei politici e nuovamente il risultato è stato zero.
Sul piano della difesa della laicità dello stato, diritti civili, contenimento dei privilegi del Vaticano sempre meno tollerati dalla gente, Monti è stato uno dei governi più proni al bacio della ciabatta, unica concessione perché imposta dalla UE l’Imu pagata dalle strutture profit della chiesa , ma con mille limitazioni e condonando tutta l’evasione passata.
Addirittura il governo ha presentato un ultimissimo appello, destinato fortunatamente al fallimento, sulle sanzioni minacciate dalla UE concernenti la legge 40 “fecondazione assistita” che limita i diritti umani e civili degli italiani, per accondiscendere alle fobie fondamentaliste del Vaticano.
Alla fin fine Monti è stato la prosecuzione della politica di favore verso i più ricchi a spese del ceto medio che B. avrebbe fatto se fosse stato capace di fare qualcosa oltre che lottare per favorire  le sue imprese e tenersi fuori dalla galera.
Poca cosa, molto poca cosa.
Ed ora?
Perché mai gli Italiani dovrebbero premiarlo votandolo come fosse il salvatore della patria?
La sua alleanza con il decrepito  partito liberal cattolico di Casini e associati non mi sembra una gran scelta politica.

L’unica cosa  positiva è che ora tutto è finalmente in movimento.
Obiettivamente però l’inizio della campagna elettorale si svolge in una confusione sovrana.
Nessuna sorpresa per il circo di B. che è sempre la solita minestrina pluri- riscaldata  servita da un vecchio clown sempre più penoso.
Quello che sorprende è che da subito non tornano i conti.
I sondaggisti danno grosso modo : 35 a Bersani; 7 a Vendola; altrettanto ai neonati arancioni di Ingroia, De Magistris, Di Pietro, Landini; 15 a B. e fascisti associati; 15 a Monti e centro liberal cattolici associati; 7 alla Lega; 15 al Movimento 5 Stelle; 35 astenuti ed arriviamo alla bellezza di 136 invece che  100.
Qualcuno bara clamorosamente.
Mi sbaglierò ma che ha sbagliato clamorosamente i conti è proprio lui il tecnico bocconiano.
Che spettacolo la sua conferenza stampa di accettazione – non accettazione.
L’unica cosa che la gente ha capito è che si passava dal clima delle grossolane barzellette da caserma di B. al sottile umorismo dei consigli di facoltà delle cosi dette università di eccellenza, dove noblesse obblige, però ahimè temo che il popolo non capisca queste sottigliezze e tanto meno le apprezzi, non si può passare da un estremo all’altro di colpo.
B. ha esagerato considerando il suo popolo una massa di semi- deficenti ai quali le devi sparare grosse se no non capiscono o non si divertono, ma l’aplomb oxfordiano di Monti è una doccia troppo fredda, o riesce in poche settimane a riscaldarla o nessuno lo seguirà.

Non  facile infine dare un giudizio sull’ “agenda Monti” , che finalmente è stata resa nota.
C’è per due terzi quello che uno si aspetterebbe da Monti : Europa; priorità al risanamento di bilancio come dagli impegni presi in sede europea; continuazione nel tempo della spending revue; liberalizzazioni ; istruzione e ricerca ; difesa della riforma delle pensioni e della politica sindacale cara a Marchionne; apertura alla globalizzazione.
Questo è l’elenco della spesa di Monti che tutti conoscevano già e qui il problema non è nell’elenco in sé ma nella capacità di realizzarlo e il primo anno di governo non è stato un gran che.
Leggendo l’Agenda fino a questo punto viene da dire : se è tutto qui..
Ma inaspettatamente nell’ultimo paragrafo c’è il peperoncino che nei primi paragrafi era del tutto assente.
E’ il capitolo che farà scoppiare il fegato a B., c’è proprio tutto senza sconti e senza lacune :
ripristino del reato di falso in bilancio; allungamento dei termini di prescrizione: legge sul conflitto di interessi. Molto, molto bene.
Con queste righe Monti si è condannato a subire lanci di fango (per essere gentiluomini) quotidiani dalle catapulte della corazzata Mediaset Mondadori.
Non sarà un bello spettacolo, ma onore a Monti, ci  vuole coraggio a sfidare senza ambiguità i metodi primitivi , grossolani e con l’uso di qualsiasi mezzo di B.
Però Monti è Monti e la sua politica economica come è delineata nell’ agenda è o almeno dovrebbe essere del tutto alternativa a quella di una qualsiasi sinistra se pure moderata.
La priorità assoluta per una qualsiasi forza di sinistra non può che essere lavoro, lavoro e lavoro con qualsiasi mezzo, compresi lavori pubblici a debito, se non si ci fosse altra possibilità.
Nel caso che i gruppi che si richiamano a Monti non finiscano in un flop clamoroso, cosa che francamente non mi sembra possibile escludere, non sarà semplice per niente concordare un programma di governo Bersani- Monti.
Questa brava gente sembra non rendersi conto che i primi mesi del 2013 saranno mesi di imprese che chiudono e di gente che potrebbe anche reagire male alle maialate del vecchio satiro o alle dotte battute del professore così piene di understatement alla maniera inglese.

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