mercoledì 26 dicembre 2012

Intellettuali, andate ai concerti rock, vedrete che in questi riti c’è molto da studiare e da imparare





Ho visto la sera di Natale il concertone rock  “l’Italia per l’Emilia” al quale hanno partecipato i più noti musicisti italiani.
Confesso di essere fra quelli che davano per scontato che fosse accettabile l’esistenza di un solo tipo di musica, quella detta colta e di avere quindi trascurato per decenni di interessarmi dell’altra faccia della luna.
Ieri mi sono accorto di avere fatto in questo modo una cosa che il mio pensiero critico bolla come poco intelligente, perché dettata da pregiudizio e non da conoscenza.
E’ un lungo periodo che per le mie ricerche studio le motivazioni delle credenze religiose con gli strumenti   dell’antropologia, della psicologia cognitiva e della biologia evoluzionistica.
A prima vista potrebbe sembrare una osservazione eccentrica inserire i concerti rock in questi filoni di pensiero, ma dopo due ore di concertone sono stato costretto a chiedermi come mai i mostri sacri di quelle discipline vadano nelle parti più remote del mondo sopportando anche sacrifici personali notevoli per studiare i comportamenti e le credenze delle etnie meno conosciute e non si occupano abbastanza di realtà eclatanti che stanno appena fuori dalla porta di casa, come i concerti rock, appunto.
Fatto sta che in quel concertone ho trovato molte risposte ai quesiti che mi ponevo negli studi che ho sopra accennato.
Perché i giovani oggi praticamente non vanno più in chiesa?
E perché dovrebbero andarci se hanno a disposizione riti così efficaci , così coinvolgenti, tali da surclassare quelli clericali?
Premetto che alla vigila di Natale ho assistito nella cattedrale della mia città ad un buon concerto (di autori classici) ed all’inizio della tradizionale messa di Natale di mezza notte.
La sera successiva ho assistito al concerto rock e quindi i confronti si combinavano  da soli nella mia mente.
In cattedrale, chiesa abbastanza occupata, ma di sicuro non gremita.
Pubblico anziano e maturo, quasi nessun giovane.
Al concerto rock una folla immensa di 150.000 giovani.
Un allestimento, una coreografia, una sceneggiatura da brivido, ormai queste manifestazioni sono a livello hollywoodiano .
Un palco di dimensioni incredibili con ai lati da due immensi schermi, luci studiate e usate in modo molto efficace, dando effetti notevoli ma senza infastidire, audio di incredibile qualità non ostante il livello adeguato a uno spazio corrispondente a più di quello di uno stadio.
Costumi di scena – paramenti liturgici ridotti al minimo e usati solo dalle star per dare ovvia continuità a quelli caratterizzanti la loro immagine.
Renato Zero con il solito vestito classico nero per esempio, Jovannotti col solito cappellino, ma senza strafare e gli altri in jeans e t-shirt come tutto il pubblico, in questo senso tutto sobrio.
Al confronto i paramenti liturgici clericali, che illudendosi di aggiornarsi con poco sforzo oggi scimmiottano i disegni moderni rischiano veramente di cadere nel ridicolo.
Ma il rito vero e proprio del concerto rock è tutto nella sostanza, gli artifici tecnici ci sono eccome ma sono laterali.
E la sostanza c’è, è innegabile, è palpabile in quel coinvolgimento totale.
Il cantante – celebrante propone le sue musiche, che il pubblico già conosce , probabilmente ama, ed apprezza ancora  di più dal vivo.
Le parole delle canzoni – inni sacri sono conosciute bene a memoria dai presenti, che le cantano insieme al cantante.
Ogni tanto il cantante – celebrante pronuncia aperte invocazioni al dio – natura – tutto – assoluto con una valenza liturgica rituale evidentissima tipo : “ed ora fatelo sapere al cielo!” e 300.000 braccia si alzano  ondeggiando al ritmo della musica mentre i riflettori passano avanti e indietro facendo un effetto onda di notevole impatto : il tutto nel buio assoluto e nell’immensità piatta della bassa emiliana.
Formidabile.
Come tutte le altre attività artistiche la musica è attività spirituale per eccellenza.
Le neuroscienze oggi hanno dimostrato scientificamente che il neonato (cioè una persona alla quale non è ancora stato trasmesso il patrimonio culturale, che la storia evolutiva della specie ha acquisito) possiede di suo la capacità di distinguere chiaramente un accordo da una dissonanza, ha già in sé i fondamenti logici della sintassi e un livello fondamentale di orientamento al giudizio morale.
La cosa più rilevante è che la musica in particolare è letteralmente costruita con il linguaggio matematico e la matematica è l’unico dio del quale è dimostrabile l’esistenza, nel senso che è sia il linguaggio del cosmo, del tutto e contemporaneamente di noi  stessi.
Quando le scritture dicono “dio è in noi” non rivelano altro che quello che la scienza moderna e in particolare le neuroscienze sono in grado oggi di dimostrare.
La musica di conseguenza è una attività spirituale per eccellenza che consente il colloquio contemporaneamente con  la parte più significativa del nostro essere, e con il tutto-natura-assoluto.
Tutto questo in un concerto rock è evidente  in senso esistenziale nella plastica identificazione cantante- celebrante, partecipanti al concerto- rito, uniti nella evocazione del sé  che colloquia con gli altri e la natura – tutto – assoluto.
Se poi aggiungiamo che nel caso particolare il concertone era dedicato alla raccolta di fondi per i comuni terremotati dell’Emilia, cioè era finalizzato ad un’azione di solidarietà umana, il confronto surclassa veramente  le liturgie clericali.
Per completezza di trattazione devo aggiungere che le discipline citate all’inizio individuano fra le credenze fondamentali a base delle religioni queste due :
- la credenza nel fatto che la divinità sarebbe in grado di conoscere e di registrare le nostre “informazioni strategiche” archiviandole in un immenso “data base” che userà per giudicarci  punendo i cattivi e premiando i bravi;
- il fondamento pratico contrattualistico a base di qualunque religione cioè la credenza che al fine di alleviare o dare senso alle angosce della morte e delle avversità sia conveniente instaurare con la divinità una contrattazione : io ti faccio offerte e seguo i riti prescritti, tu mi proteggi dalle avversità e mi aiuti dei bisogni.
Questi due elementi comuni praticamente a tutte le religioni, è vero, non   sono rintracciabili nei concerti rock, che quindi a rigore non sarebbero assimilabili a manifestazioni religiose in senso formale, ma perché?
A me sembra soprattutto perché le analisi di sociologia religiosa hanno dimostrato che la quasi totalità dei giovani non riconosce più quelle due credenze giudicandole razionalmente non sostenibili.
Difficile dare loro torto.

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