Ho visto la sera di Natale il concertone rock “l’Italia per l’Emilia” al quale hanno
partecipato i più noti musicisti italiani.
Confesso di essere fra quelli che davano per
scontato che fosse accettabile l’esistenza di un solo tipo di musica, quella
detta colta e di avere quindi trascurato per decenni di interessarmi dell’altra
faccia della luna.
Ieri mi sono accorto di avere fatto in questo modo
una cosa che il mio pensiero critico bolla come poco intelligente, perché dettata
da pregiudizio e non da conoscenza.
E’ un lungo periodo che per le mie ricerche studio
le motivazioni delle credenze religiose con gli strumenti dell’antropologia,
della psicologia cognitiva e della biologia evoluzionistica.
A prima vista potrebbe sembrare una osservazione
eccentrica inserire i concerti rock in questi filoni di pensiero, ma dopo due
ore di concertone sono stato costretto a chiedermi come mai i mostri sacri di
quelle discipline vadano nelle parti più remote del mondo sopportando anche
sacrifici personali notevoli per studiare i comportamenti e le credenze delle
etnie meno conosciute e non si occupano abbastanza di realtà eclatanti che
stanno appena fuori dalla porta di casa, come i concerti rock, appunto.
Fatto sta che in quel concertone ho trovato molte
risposte ai quesiti che mi ponevo negli studi che ho sopra accennato.
Perché i giovani oggi praticamente non vanno più
in chiesa?
E perché dovrebbero andarci se hanno a
disposizione riti così efficaci , così coinvolgenti, tali da surclassare quelli
clericali?
Premetto che alla vigila di Natale ho assistito
nella cattedrale della mia città ad un buon concerto (di autori classici) ed
all’inizio della tradizionale messa di Natale di mezza notte.
La sera successiva ho assistito al concerto rock e
quindi i confronti si combinavano da
soli nella mia mente.
In cattedrale, chiesa abbastanza occupata, ma di
sicuro non gremita.
Pubblico anziano e maturo, quasi nessun giovane.
Al concerto rock una folla immensa di 150.000
giovani.
Un allestimento, una coreografia, una
sceneggiatura da brivido, ormai queste manifestazioni sono a livello hollywoodiano
.
Un palco di dimensioni incredibili con ai lati da
due immensi schermi, luci studiate e usate in modo molto efficace, dando
effetti notevoli ma senza infastidire, audio di incredibile qualità non ostante
il livello adeguato a uno spazio corrispondente a più di quello di uno stadio.
Costumi di scena – paramenti liturgici ridotti al
minimo e usati solo dalle star per dare ovvia continuità a quelli caratterizzanti
la loro immagine.
Renato Zero con il solito vestito classico nero
per esempio, Jovannotti col solito cappellino, ma senza strafare e gli altri in
jeans e t-shirt come tutto il pubblico, in questo senso tutto sobrio.
Al confronto i paramenti liturgici clericali, che
illudendosi di aggiornarsi con poco sforzo oggi scimmiottano i disegni moderni
rischiano veramente di cadere nel ridicolo.
Ma il rito vero e proprio del concerto rock è tutto
nella sostanza, gli artifici tecnici ci sono eccome ma sono laterali.
E la sostanza c’è, è innegabile, è palpabile in
quel coinvolgimento totale.
Il cantante – celebrante propone le sue musiche, che
il pubblico già conosce , probabilmente ama, ed apprezza ancora di più dal vivo.
Le parole delle canzoni – inni sacri sono
conosciute bene a memoria dai presenti, che le cantano insieme al cantante.
Ogni tanto il cantante – celebrante pronuncia
aperte invocazioni al dio – natura – tutto – assoluto con una valenza liturgica
rituale evidentissima tipo : “ed ora fatelo sapere al cielo!” e 300.000 braccia
si alzano ondeggiando al ritmo della
musica mentre i riflettori passano avanti e indietro facendo un effetto onda di
notevole impatto : il tutto nel buio assoluto e nell’immensità piatta della
bassa emiliana.
Formidabile.
Come tutte le altre attività artistiche la musica
è attività spirituale per eccellenza.
Le neuroscienze oggi hanno dimostrato scientificamente
che il neonato (cioè una persona alla quale non è ancora stato trasmesso il
patrimonio culturale, che la storia evolutiva della specie ha acquisito)
possiede di suo la capacità di distinguere chiaramente un accordo da una
dissonanza, ha già in sé i fondamenti logici della sintassi e un livello
fondamentale di orientamento al giudizio morale.
La cosa più rilevante è che la musica in
particolare è letteralmente costruita con il linguaggio matematico e la
matematica è l’unico dio del quale è dimostrabile l’esistenza, nel senso che è sia
il linguaggio del cosmo, del tutto e contemporaneamente di noi stessi.
Quando le scritture dicono “dio è in noi” non
rivelano altro che quello che la scienza moderna e in particolare le
neuroscienze sono in grado oggi di dimostrare.
La musica di conseguenza è una attività spirituale
per eccellenza che consente il colloquio contemporaneamente con la parte più significativa del nostro essere,
e con il tutto-natura-assoluto.
Tutto questo in un concerto rock è evidente in senso esistenziale nella plastica
identificazione cantante- celebrante, partecipanti al concerto- rito, uniti
nella evocazione del sé che colloquia
con gli altri e la natura – tutto – assoluto.
Se poi aggiungiamo che nel caso particolare il
concertone era dedicato alla raccolta di fondi per i comuni terremotati dell’Emilia,
cioè era finalizzato ad un’azione di solidarietà umana, il confronto surclassa veramente
le liturgie clericali.
Per completezza di trattazione devo aggiungere che
le discipline citate all’inizio individuano fra le credenze fondamentali a base
delle religioni queste due :
- la credenza nel fatto che la divinità sarebbe in
grado di conoscere e di registrare le nostre “informazioni strategiche” archiviandole
in un immenso “data base” che userà per giudicarci punendo i cattivi e premiando i bravi;
- il fondamento pratico contrattualistico a base
di qualunque religione cioè la credenza che al fine di alleviare o dare senso
alle angosce della morte e delle avversità sia conveniente instaurare con la
divinità una contrattazione : io ti faccio offerte e seguo i riti prescritti,
tu mi proteggi dalle avversità e mi aiuti dei bisogni.
Questi due elementi comuni praticamente a tutte le
religioni, è vero, non sono rintracciabili nei concerti rock, che
quindi a rigore non sarebbero assimilabili a manifestazioni religiose in senso
formale, ma perché?
A me sembra soprattutto perché le analisi di
sociologia religiosa hanno dimostrato che la quasi totalità dei giovani non
riconosce più quelle due credenze giudicandole razionalmente non sostenibili.
Difficile dare loro torto.
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