giovedì 27 dicembre 2012

I senza tetto: la cattiva coscienza di una chiesa e di una società





Si può voltare la testa dall’altra parte per cercare di non vederli, ma la loro solo presenza è la dimostrazione del fallimento di una chiesa e di una società.
Il fatto che ci siano nostri simili, che le avversità incontrate nella vita hanno costretto a passare il giorno e le notti  all’aperto anche in inverno è estremamente inquietante.
Per la chiesa è veramente uno scandalo.
C’è per fortuna un basso clero, ma veramente basso, cioè nemmeno di parrocchia, ma di comunità di strada che con dei volontari laici cerca, vede, avvicina, parla assiste concretamente questi fratelli perseguitati dalla sorte.
Ci sono delle benemerite strutture dedicate a fornire un pasto a chi lo chiede nelle quali però il saio francescano è nettamente più numeroso delle tonache.
Ma c’è nella responsabilità della chiesa nel suo complesso direi quasi un problema psichiatrico perché è per lo meno sconcertante riempire la pancia, al giorno d’oggi in maniera abbastanza abbondante a queste persone e poi dire loro : va bene vi abbiamo saziati, seguendo i precetti evangelici, ora però andate pure a dormire sotto i ponti o sotto i portici se vi  trovate ancora posto.
Il problema psichiatrico sta nel fatto che la chiesa nel suo complesso, che lascia questa gente che conosce e assiste solo in parte, dispone di un numero assolutamente enorme di edifici vuoti.
Basterebbe  utilizzarne solo una piccolissima parte per dare posto a tutti i bisognosi.
Gli ordini religiosi hanno a disposizione ormai dieci o venti camere per ogni frate o monaca rimasti, a causa della drastica diminuzione delle vocazioni.
Le curie diocesane se non anche le singole parrocchie hanno a disposizione immobili a volontà anche se da tempo hanno dimostrato di sapere bene come “metterli a profitto” con ristrutturazioni per vendere o affittare a caro prezzo, come se il miliardo di euro erogato dallo stato con l’8 per mille non bastasse a sostenere un clero sempre meno numeroso.
Ma salvo le benemerite opere tipo “case della carità” che per fortuna ci sono e che almeno salvano la faccia, ma che coprono una goccia nell’oceano, non ci sono vere aperture.
Assistere gli ultimi va bene, ma con molta sobrietà e lontano dai palazzi istituzionali.
Si vede che la paura di dovere tenerseli anche dopo la notte deve essere terrorizzante.
Questa che è l’unica forma di cristianesimo con un senso compreso da tutti evidentemente spaventa le curie, c’è sempre il pericolo di essere presi per sovvertitori dell’ordine sociale.
Incrociare questi problemi nella atmosfera di letizia delle feste natalizie, autentica o solo commerciale che sia è ancora più pungente.
E la società cosa fa?
I comuni fanno la loro parte, ci sono i successori dei vecchi “dormitori pubblici” in genere tenuti bene, per passare la notte, ma anche qui si copre lo spazio di una goccia nell’oceano.
Colpisce l’ipocrisia del politicamente corretto in senso strabico per la quale ci si sente in dovere di fornire luoghi pubblici attrezzati per i campi nomadi, che quanto meno costituiscono delle presenze un po’inquietanti a causa delle dubbia provenienza dei mezzi di sostentamento di quelle comunità, che rifiutano tenacemente l’integrazione e ci si vergognerebbe di allestire quattro tende o quattro prefabbricati per metterci dentro i senza tetto delle nostre città.
Eppure, per quanto sia antipatico parlare di vicini e lontani, dovremmo sentirli come vicini, più di altri, queste persone, ci dicono le inchieste giornalistiche o i volontari che li avvicinano sono in gran parte ceto medio decaduto, sono per esempio mariti separati che non potevano permettersi economicamente di pagare l’assegno di mantenimento al coniuge separato e che una volta perso il lavoro sono finiti in strada.
I sindaci ed anche quelli di sinistra hanno mille paure : se li sistemassimo daremmo un segnale agli immigrati clandestini che poi arriverebbero a frotte.
Per certi versi può anche essere vero, ma un atto di generosità o di semplice umanità ogni tanto fa proprio così schifo nella società di oggi?
E quelle donnarde, sirene del cattolicesimo clericale, che oggi è così ben visto oltre Tevere e nelle curie diocesane, che tuonano dall’Osservatore Romano, Avvenire ecc. contro i laicisti distruttori di embrioni, contro le scelte di fine vita, l’eutanasia, l’eugenetica ecc. non vedono che quei loro fratelli senza tetto sono tutti candidati al “suicidio non assistito” in mezzo alla strada e infatti ogni giorno ce ne rimane qualcuno?
Questa chiesa istituzionale che pensa realmente solo al potere e ai soldi non si accorge di essere surclassata dai tanto odiati laicisti?
Il sindaco socialista e per di più ahimè ,sospireranno le alte tonache, gay di Parigi già quattro anni fa aveva fatto allestire lungo la Senna una lunga fila di tende per dare un tetto ai clochard, ma anche per fare un gesto politico eclatante, per fare vedere ai parigini che quelle erano persone erano come loro e che c’erano, esistevano.
Il Presidente della Repubblica Francese attuale, ahimè socialista e doppio ahimè divorziato e non credente ha non solo enunciato un programma di requisizioni di case da speculazione lasciate sfitte, ma anche di appartamenti , triplo ahimè, di proprietà ecclesiastica per sistemarci i senza tetto.
Gli  starnazzamenti dell’alto clero sono immediatamente risuonati potenti come se fosse tornato Napoleone a requisire i beni ecclesiastici.
Le parti si sono invertite : i laicisti miscredenti applicano il Vangelo, le alte tonache difendono ricchezze e  privilegi.

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