Si può voltare la testa dall’altra parte per
cercare di non vederli, ma la loro solo presenza è la dimostrazione del
fallimento di una chiesa e di una società.
Il fatto che ci siano nostri simili, che le
avversità incontrate nella vita hanno costretto a passare il giorno e le
notti all’aperto anche in inverno è
estremamente inquietante.
Per la chiesa è veramente uno scandalo.
C’è per fortuna un basso clero, ma veramente basso,
cioè nemmeno di parrocchia, ma di comunità di strada che con dei volontari laici
cerca, vede, avvicina, parla assiste concretamente questi fratelli perseguitati
dalla sorte.
Ci sono delle benemerite strutture dedicate a
fornire un pasto a chi lo chiede nelle quali però il saio francescano è nettamente
più numeroso delle tonache.
Ma c’è nella responsabilità della chiesa nel suo
complesso direi quasi un problema psichiatrico perché è per lo meno
sconcertante riempire la pancia, al giorno d’oggi in maniera abbastanza
abbondante a queste persone e poi dire loro : va bene vi abbiamo saziati,
seguendo i precetti evangelici, ora però andate pure a dormire sotto i ponti o
sotto i portici se vi trovate ancora
posto.
Il problema psichiatrico sta nel fatto che la
chiesa nel suo complesso, che lascia questa gente che conosce e assiste solo in
parte, dispone di un numero assolutamente enorme di edifici vuoti.
Basterebbe utilizzarne
solo una piccolissima parte per dare posto a tutti i bisognosi.
Gli ordini religiosi hanno a disposizione ormai
dieci o venti camere per ogni frate o monaca rimasti, a causa della drastica
diminuzione delle vocazioni.
Le curie diocesane se non anche le singole
parrocchie hanno a disposizione immobili a volontà anche se da tempo hanno
dimostrato di sapere bene come “metterli a profitto” con ristrutturazioni per
vendere o affittare a caro prezzo, come se il miliardo di euro erogato dallo
stato con l’8 per mille non bastasse a sostenere un clero sempre meno numeroso.
Ma salvo le benemerite opere tipo “case della
carità” che per fortuna ci sono e che almeno salvano la faccia, ma che coprono
una goccia nell’oceano, non ci sono vere aperture.
Assistere gli ultimi va bene, ma con molta
sobrietà e lontano dai palazzi istituzionali.
Si vede che la paura di dovere tenerseli anche
dopo la notte deve essere terrorizzante.
Questa che è l’unica forma di cristianesimo con un
senso compreso da tutti evidentemente spaventa le curie, c’è sempre il pericolo
di essere presi per sovvertitori dell’ordine sociale.
Incrociare questi problemi nella atmosfera di
letizia delle feste natalizie, autentica o solo commerciale che sia è ancora
più pungente.
E la società cosa fa?
I comuni fanno la loro parte, ci sono i successori
dei vecchi “dormitori pubblici” in genere tenuti bene, per passare la notte, ma
anche qui si copre lo spazio di una goccia nell’oceano.
Colpisce l’ipocrisia del politicamente corretto in
senso strabico per la quale ci si sente in dovere di fornire luoghi pubblici
attrezzati per i campi nomadi, che quanto meno costituiscono delle presenze un
po’inquietanti a causa delle dubbia provenienza dei mezzi di sostentamento di
quelle comunità, che rifiutano tenacemente l’integrazione e ci si vergognerebbe
di allestire quattro tende o quattro prefabbricati per metterci dentro i senza
tetto delle nostre città.
Eppure, per quanto sia antipatico parlare di
vicini e lontani, dovremmo sentirli come vicini, più di altri, queste persone,
ci dicono le inchieste giornalistiche o i volontari che li avvicinano sono in
gran parte ceto medio decaduto, sono per esempio mariti separati che non
potevano permettersi economicamente di pagare l’assegno di mantenimento al
coniuge separato e che una volta perso il lavoro sono finiti in strada.
I sindaci ed anche quelli di sinistra hanno mille
paure : se li sistemassimo daremmo un segnale agli immigrati clandestini che
poi arriverebbero a frotte.
Per certi versi può anche essere vero, ma un atto
di generosità o di semplice umanità ogni tanto fa proprio così schifo nella
società di oggi?
E quelle donnarde, sirene del cattolicesimo
clericale, che oggi è così ben visto oltre Tevere e nelle curie diocesane, che
tuonano dall’Osservatore Romano, Avvenire ecc. contro i laicisti distruttori di
embrioni, contro le scelte di fine vita, l’eutanasia, l’eugenetica ecc. non
vedono che quei loro fratelli senza tetto sono tutti candidati al “suicidio non
assistito” in mezzo alla strada e infatti ogni giorno ce ne rimane qualcuno?
Questa chiesa istituzionale che pensa realmente
solo al potere e ai soldi non si accorge di essere surclassata dai tanto odiati
laicisti?
Il sindaco socialista e per di più ahimè ,sospireranno
le alte tonache, gay di Parigi già quattro anni fa aveva fatto allestire lungo
la Senna una lunga fila di tende per dare un tetto ai clochard, ma anche per
fare un gesto politico eclatante, per fare vedere ai parigini che quelle erano
persone erano come loro e che c’erano, esistevano.
Il Presidente della Repubblica Francese attuale,
ahimè socialista e doppio ahimè divorziato e non credente ha non solo enunciato
un programma di requisizioni di case da speculazione lasciate sfitte, ma anche
di appartamenti , triplo ahimè, di proprietà ecclesiastica per sistemarci i
senza tetto.
Gli
starnazzamenti dell’alto clero sono immediatamente risuonati potenti
come se fosse tornato Napoleone a requisire i beni ecclesiastici.
Le parti si sono invertite : i laicisti
miscredenti applicano il Vangelo, le alte tonache difendono ricchezze e privilegi.
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